LA REPUBBLICA del 10 aprile 2011 

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Se qualcuno mi dicesse «devi tagliarti la barba, induce diffidenza, dà l´impressione che chi la porta voglia nascondere qualche malformazione», io gli risponderei: «vada subito da uno psichiatra, ma ne trovi uno bravo perché ne ha molto bisogno». Invece il giovanotto con il pizzo che si è sentito apostrofare da Berlusconi con quella frase metà cafona, metà demente, pareva deliziato, come chi si sente immeritatamente irradiato da una luce salvifica. Lo so, ci si ripete: ma ciò che più sbalordisce, in questa parodia di regime che chiamiamo berlusconismo, è la totale mancanza di autonomia e dignità dei sottoposti. È una specie di sottomissione estatica che rimanda allo stato di soggezione degli affiliati a una setta religiosa, non certo ai rapporti politici così come si dipanano, di norma, in democrazia. Quando si assiste a liturgie e cerimonie di questo culto mortificante, il sentimento che prevale è l´imbarazzo per conto terzi. Viene voglia di prestare assistenza alle vittime, sia pure consenzienti. Da barbuto a barbuto, vorrei dire al "malformato" che esistono risposte – anche cortesi – che aiutano a rispedire ogni offesa al mittente. Ma prima bisognerebbe che lui capisse di essere stato offeso. E qui sta il vero problema. Forse insolubile. 

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Michele Serra Errante è nato a Roma nel luglio del ’54. Nel ’59 la famiglia si trasferisce a Milano, dove Serra è cresciuto, ha studiato (maturità classica al liceo Manzoni) e ha cominciato a lavorare, nel ’75, come stenografo-dimafonista all’Unità, interrompendo l’università al terzo anno di Lettere Moderne. Prima redattore, poi inviato dell’Unità (per le pagine dello sport e per quelle degli spettacoli), nell’85 comincia a collaborare a Tango di Sergio Staino, dedicandosi alla scrittura satirica. Nell’89, dopo la chiusura di Tango, il direttore Massimo D’Alema gli chiede di progettare e dirigere un secondo inserto satirico e culturale. Nasce Cuore, che per due anni resta all’interno dell’Unità e poi, dal ’91, diventa un settimanale autonomo. Lascia la direzione nel ’94, per festeggiare i suoi quarant’anni e per dedicare più tempo alla scrittura. Attualmente collabora con Repubblica ed Espresso. E’ stato uno degli autori di “Vieni via con me” e, per la quinta edizione, è tra gli autori di Che tempo che fa, trasmissione condotta da Fabio Fazio. Come autore televisivo ha lavorato con Beppe Grillo, Adriano Celentano, Gianni Morandi e Antonio Albanese. Come autore teatrale, ha scritto per Luca De Filippo, Antonio Albanese, Claudio Bisio, Milva e il Teatro Stabile di Genova. Ha scritto diversi libri: un romanzo, due raccolte di poesie, quattro raccolte di articoli e due libri di racconti. Il suoi ultimi libri: Tutti i santi giorni (Feltrinelli, 2006) e Breviario comico. A perpetua memoria (Feltrinelli, 2008)



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