LA REPUBBLICA del 15 maggio 2013 

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Come si dice al bar, quattro milioni e mezzo di euro un’operaia o un’impiegata non li guadagnano in una vita, anzi in due. Questo mi pare il succo della vicenda Ruby, paradigma di un periodo non memorabile della nostra storia patria. Il processo, poi, per sua natura insegue il brutale discrimine tra colpa e innocenza, e si capisce che mobiliti tifoserie. Ma quella montagna di quattrini rimane, è lì, più eloquente di qualunque requisitoria e di qualunque arringa difensiva. Fosse un “sistema prostitutivo” o una cornucopia per allegre baccanti, descrive comunque la totale perdita di rapporto tra il denaro e il lavoro, tra il denaro e il merito, tra il denaro e il talento: è la cosa più “contro il mercato” che si possa concepire. Un monumentale errore di sistema. Un imprenditore, specie se si vanta di esserlo ogni due secondi, non può (e non deve) ignorare il valore del denaro al punto di alterarlo così orribilmente. Dire che “ognuno in casa propria fa quello che vuole”, come ripetono i tifosi più ostinati di Berlusconi, può valere come attenuante per lui, non per loro. Non per l’esercito di timorati risparmiatori che frigna per riavere duecento euro di Imu ma vota per un signore che si fa sfilare di tasca un patrimonio da un plotone di ragazzine fameliche. 

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Michele Serra Errante è nato a Roma nel luglio del ’54. Nel ’59 la famiglia si trasferisce a Milano, dove Serra è cresciuto, ha studiato (maturità classica al liceo Manzoni) e ha cominciato a lavorare, nel ’75, come stenografo-dimafonista all’Unità, interrompendo l’università al terzo anno di Lettere Moderne. Prima redattore, poi inviato dell’Unità (per le pagine dello sport e per quelle degli spettacoli), nell’85 comincia a collaborare a Tango di Sergio Staino, dedicandosi alla scrittura satirica. Nell’89, dopo la chiusura di Tango, il direttore Massimo D’Alema gli chiede di progettare e dirigere un secondo inserto satirico e culturale. Nasce Cuore, che per due anni resta all’interno dell’Unità e poi, dal ’91, diventa un settimanale autonomo. Lascia la direzione nel ’94, per festeggiare i suoi quarant’anni e per dedicare più tempo alla scrittura. Attualmente collabora con Repubblica ed Espresso. E’ stato uno degli autori di “Vieni via con me” e, per la quinta edizione, è tra gli autori di Che tempo che fa, trasmissione condotta da Fabio Fazio. Come autore televisivo ha lavorato con Beppe Grillo, Adriano Celentano, Gianni Morandi e Antonio Albanese. Come autore teatrale, ha scritto per Luca De Filippo, Antonio Albanese, Claudio Bisio, Milva e il Teatro Stabile di Genova. Ha scritto diversi libri: un romanzo, due raccolte di poesie, quattro raccolte di articoli e due libri di racconti. Il suoi ultimi libri: Tutti i santi giorni (Feltrinelli, 2006) e Breviario comico. A perpetua memoria (Feltrinelli, 2008)



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