LA REPUBBLICA del 21 settembre 2011 

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A Guido Ceronetti, che lamenta la scomparsa di molte parole della nostra tradizione linguistica, vorrei dare una buona anzi ottima notizia, che è la ricomparsa in grande stile, e ai massimi livelli, del verbo "bastonare", che odora di teatro dei burattini e di commedia dell´arte, quando ancora l´inglese onomatopeico dei fumetti non aveva fatto trionfare il "bonk". Il ritorno della bastonatura è dovuto a due grandi caratteristi della scena odierna: è l´avvocato Ghedini a raccontare che Valter Lavitola minacciò «di bastonarlo», in margine a una discussione sulle candidature. Si avverte, nella disputa tra il Lavitola e il Ghedini, il profondo radicamento di due italiani moderni alle loro tradizioni culturali. È Brighella, è Arlecchino che bastona o viene bastonato (e i bimbi ridono, gridano e battono le mani), in genere poco prima che cali il sipario. Il bastone non è arma di cavalieri o paladini, che usano il ferro. Non esiste, tra i bastoni, un Excalibur. Il bastone è l´arma ignobile che punisce il servo (gli cala, secondo il canone, "sul groppone"), o regola le contese tra i poveracci. È bello, e a suo modo emozionante, che ancora ci si bastoni, a destra, come pretende la natura popolare che i berlusconiani hanno inteso darsi. Anche quando ben pagati, direttori di giornale e deputati, l´antico Dna della maschera manesca a crapulona si fa valere. 

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Autore

Michele Serra Errante è nato a Roma nel luglio del ’54. Nel ’59 la famiglia si trasferisce a Milano, dove Serra è cresciuto, ha studiato (maturità classica al liceo Manzoni) e ha cominciato a lavorare, nel ’75, come stenografo-dimafonista all’Unità, interrompendo l’università al terzo anno di Lettere Moderne. Prima redattore, poi inviato dell’Unità (per le pagine dello sport e per quelle degli spettacoli), nell’85 comincia a collaborare a Tango di Sergio Staino, dedicandosi alla scrittura satirica. Nell’89, dopo la chiusura di Tango, il direttore Massimo D’Alema gli chiede di progettare e dirigere un secondo inserto satirico e culturale. Nasce Cuore, che per due anni resta all’interno dell’Unità e poi, dal ’91, diventa un settimanale autonomo. Lascia la direzione nel ’94, per festeggiare i suoi quarant’anni e per dedicare più tempo alla scrittura. Attualmente collabora con Repubblica ed Espresso. E’ stato uno degli autori di “Vieni via con me” e, per la quinta edizione, è tra gli autori di Che tempo che fa, trasmissione condotta da Fabio Fazio. Come autore televisivo ha lavorato con Beppe Grillo, Adriano Celentano, Gianni Morandi e Antonio Albanese. Come autore teatrale, ha scritto per Luca De Filippo, Antonio Albanese, Claudio Bisio, Milva e il Teatro Stabile di Genova. Ha scritto diversi libri: un romanzo, due raccolte di poesie, quattro raccolte di articoli e due libri di racconti. Il suoi ultimi libri: Tutti i santi giorni (Feltrinelli, 2006) e Breviario comico. A perpetua memoria (Feltrinelli, 2008)



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