LA REPUBBLICA del 23 febbraio 2011 

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Si farebbe a meno degli umori leggeri, di fronte a tragedie come quella libica. Ma inevitabilmente, e non certo per colpa nostra, la parabola catastrofica del colonnello Gheddafi scatena, nei peggiori bar delle nostre città, fantasie mezzo satiriche mezzo politico-diplomatiche sul suo destino, se ad Arcore (dividendo la cameretta con l´amico Putin) o ad Antigua, se da solo sul Mig o con un cargo di amazzoni al seguito. E quale uniforme, in caso di fuga, sceglierà nel suo guardaroba, quella ieratica (la sola elegante) da capo beduino o quella da generale pazzo mutuata dalle peggiori tradizioni dell´occidente colonizzatore? O tutte e due, per segnalare il disastro bicefalo prodotto dal colonialismo militare e dall´arcaismo tribale? E soprattutto: che cosa staranno pensando, in queste ore, le miss reclutate a mazzi per ascoltare le lezioni coraniche di un tizio che fa bombardare il suo popolo? Avranno colto la differenza tra una convention di elettrodomestici e lo strano stage di indottrinamento nato sull´asse di ferro Roma-Tripoli, oppure penseranno solo di essersi prestate a un pomeriggio appena più pittoresco del normale? E se hanno conservato il velo in omaggio, sapranno rivolgere un pensiero alle donne libiche che quel velo, adesso, lo usano per asciugare il sangue?

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Michele Serra Errante è nato a Roma nel luglio del ’54. Nel ’59 la famiglia si trasferisce a Milano, dove Serra è cresciuto, ha studiato (maturità classica al liceo Manzoni) e ha cominciato a lavorare, nel ’75, come stenografo-dimafonista all’Unità, interrompendo l’università al terzo anno di Lettere Moderne. Prima redattore, poi inviato dell’Unità (per le pagine dello sport e per quelle degli spettacoli), nell’85 comincia a collaborare a Tango di Sergio Staino, dedicandosi alla scrittura satirica. Nell’89, dopo la chiusura di Tango, il direttore Massimo D’Alema gli chiede di progettare e dirigere un secondo inserto satirico e culturale. Nasce Cuore, che per due anni resta all’interno dell’Unità e poi, dal ’91, diventa un settimanale autonomo. Lascia la direzione nel ’94, per festeggiare i suoi quarant’anni e per dedicare più tempo alla scrittura. Attualmente collabora con Repubblica ed Espresso. E’ stato uno degli autori di “Vieni via con me” e, per la quinta edizione, è tra gli autori di Che tempo che fa, trasmissione condotta da Fabio Fazio. Come autore televisivo ha lavorato con Beppe Grillo, Adriano Celentano, Gianni Morandi e Antonio Albanese. Come autore teatrale, ha scritto per Luca De Filippo, Antonio Albanese, Claudio Bisio, Milva e il Teatro Stabile di Genova. Ha scritto diversi libri: un romanzo, due raccolte di poesie, quattro raccolte di articoli e due libri di racconti. Il suoi ultimi libri: Tutti i santi giorni (Feltrinelli, 2006) e Breviario comico. A perpetua memoria (Feltrinelli, 2008)



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