agosto 6 diMichele Serra 0
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Confesso di essere stato colto di sorpresa dalla vastità, dalla varietà, dalla serietà delle commemorazioni per Falcone e Borsellino. Non era scontato. Abbiamo l´impressione di vivere un tempo sbrecciato, di abitare in una società destrutturata, dove la gran parte delle idee e dei sentimenti sono momentanei e volatili. Dove la bomba messa da un demente riesce a monopolizzare la scena e a levare la parola alla fatica quotidiana (compresa la fatica politica) di milioni di cittadini. Fortunatamente, non è così. Il lavoro ventennale (e oltre) di associazioni, insegnanti, sindacati, partiti, intellettuali, cittadini contro le mafie e la cultura mafiosa si è sedimentato in un´opinione pubblica (o almeno in una sua parte) che non è disposta a vivere alla giornata, senza princìpi, senza memoria, in balia del più forte. Si sono sentite (anche alla Rai, che una volta tanto ha fatto il suo mestiere di servizio pubblico) parole non banali, ricostruzioni non di comodo dei due attentati, analisi utili della vulnerabilità del nostro tessuto democratico. Che è fragile, ma non fragilissimo se vent´anni dopo le due stragi mafiose il denso groviglio di dolore, di paura ma anche di orgoglio è sembrato rivivere come allora. Non sempre le commemorazioni sono pompose e vuote. Questa è stata poco retorica, e piena di speranza.
Michele Serra Errante è nato a Roma nel luglio del ’54. Nel ’59 la famiglia si trasferisce a Milano, dove Serra è cresciuto, ha studiato (maturità classica al liceo Manzoni) e ha cominciato a lavorare, nel ’75, come stenografo-dimafonista all’Unità, interrompendo l’università al terzo anno di Lettere Moderne. Prima redattore, poi inviato dell’Unità (per le pagine dello sport e per quelle degli spettacoli), nell’85 comincia a collaborare a Tango di Sergio Staino, dedicandosi alla scrittura satirica. Nell’89, dopo la chiusura di Tango, il direttore Massimo D’Alema gli chiede di progettare e dirigere un secondo inserto satirico e culturale. Nasce Cuore, che per due anni resta all’interno dell’Unità e poi, dal ’91, diventa un settimanale autonomo. Lascia la direzione nel ’94, per festeggiare i suoi quarant’anni e per dedicare più tempo alla scrittura. Attualmente collabora con Repubblica ed Espresso. E’ stato uno degli autori di “Vieni via con me” e, per la quinta edizione, è tra gli autori di Che tempo che fa, trasmissione condotta da Fabio Fazio. Come autore televisivo ha lavorato con Beppe Grillo, Adriano Celentano, Gianni Morandi e Antonio Albanese. Come autore teatrale, ha scritto per Luca De Filippo, Antonio Albanese, Claudio Bisio, Milva e il Teatro Stabile di Genova. Ha scritto diversi libri: un romanzo, due raccolte di poesie, quattro raccolte di articoli e due libri di racconti. Il suoi ultimi libri: Tutti i santi giorni (Feltrinelli, 2006) e Breviario comico. A perpetua memoria (Feltrinelli, 2008)
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