agosto 6 diMichele Serra 0
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La catastrofica gaffe di Bruno Vespa l´altra sera (una dichiarazione della moglie di Pisapia contro Berlusconi trasformata, assurdamente, in una dichiarazione contro lo stesso Pisapia) è sicuramente senza dolo. Ma è uno dei tanti indizi che, messi in fila, mettono a nudo la debolezza e la stanchezza di un sistema di potere logoro. La pessima campagna elettorale morattiana, il tonfo della presuntuosa trasmissione di Sgarbi, l´inevitabile cartellino rosso dell´Agcom ai telegiornali-megafono, la promessa dello spostamento di ministeri che voleva incantare gli elettori e ha solo spaccato la maggioranza, le voci di palazzo su trame e controtrame per seppellire Berlusconi ancora da vivo, tutto ha un sapore nervoso, maldestro, mediocre. Soprattutto mediocre, come se un´intera classe dirigente si rivelasse infine al di sotto di ciò che si illudeva di essere. Come se il progressivo affievolirsi dell´astro Berlusconi permettesse di mettere finalmente a fuoco ciò che gli stava attorno, il suo personale politico, la sua corte, i suoi luogotenenti. Il problema più rilevante del leaderismo è che l´esistenza di un Capo consente di vivacchiare alla sua ombra, a volte con dubbio merito. I Capi non promuovono il merito, ma la fedeltà. Non creano una classe dirigente, ma una claque.
Michele Serra Errante è nato a Roma nel luglio del ’54. Nel ’59 la famiglia si trasferisce a Milano, dove Serra è cresciuto, ha studiato (maturità classica al liceo Manzoni) e ha cominciato a lavorare, nel ’75, come stenografo-dimafonista all’Unità, interrompendo l’università al terzo anno di Lettere Moderne. Prima redattore, poi inviato dell’Unità (per le pagine dello sport e per quelle degli spettacoli), nell’85 comincia a collaborare a Tango di Sergio Staino, dedicandosi alla scrittura satirica. Nell’89, dopo la chiusura di Tango, il direttore Massimo D’Alema gli chiede di progettare e dirigere un secondo inserto satirico e culturale. Nasce Cuore, che per due anni resta all’interno dell’Unità e poi, dal ’91, diventa un settimanale autonomo. Lascia la direzione nel ’94, per festeggiare i suoi quarant’anni e per dedicare più tempo alla scrittura. Attualmente collabora con Repubblica ed Espresso. E’ stato uno degli autori di “Vieni via con me” e, per la quinta edizione, è tra gli autori di Che tempo che fa, trasmissione condotta da Fabio Fazio. Come autore televisivo ha lavorato con Beppe Grillo, Adriano Celentano, Gianni Morandi e Antonio Albanese. Come autore teatrale, ha scritto per Luca De Filippo, Antonio Albanese, Claudio Bisio, Milva e il Teatro Stabile di Genova. Ha scritto diversi libri: un romanzo, due raccolte di poesie, quattro raccolte di articoli e due libri di racconti. Il suoi ultimi libri: Tutti i santi giorni (Feltrinelli, 2006) e Breviario comico. A perpetua memoria (Feltrinelli, 2008)
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