LA REPUBBLICA del 3 febbraio 2011  

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A Casoria (Italia) c’ è un piccolo museo di arte contemporanea. Il suo direttore, Antonio Manfredi, esasperato dalle intimidazioni di camorra e dai continui vandalismi, ha chiesto per iscritto "asilo politico-culturale" alla Germania, nella persona del cancelliere Merkel, specificando che il "gesto estremo, che può sembrare provocatorio, è per noi l’ ultima possibilità". A parte l’ ovvia ma fraterna solidarietà a Manfredi e al museo assediato dall’ ignoranzae dalla violenza, c’ è da chiedersi se una così inaudita notizia (un museo italiano che chiede asilo e salvezza all’ estero) avrà adeguato riscontro politico. E cioè se il ministro della Cultura Bondi e il presidente del Consiglio Berlusconi vorranno – anche per formale cortesia – dire qualcosa o addirittura fare qualcosa. Non bastasse la nuova emigrazione qualificata, diplomati, laureati e ricercatori che cercano di organizzare la fuga, sono i quadri di un museo a temere che nella cintura napoletana, per loro, non ci sia futuro. Sempre che non vogliano, quei quadrie quel museo, chiedere la benevola protezione di una delle simpatiche "famiglie" locali, magari in cambio di un paio di tele da appendere sopra la Jacuzzi. E sempre che un direttore così irriducibile non venga insignito anche lui, come Saviano, del titolo di rompicoglioni, o di "professionista dell’ antimafia".

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Michele Serra Errante è nato a Roma nel luglio del ’54. Nel ’59 la famiglia si trasferisce a Milano, dove Serra è cresciuto, ha studiato (maturità classica al liceo Manzoni) e ha cominciato a lavorare, nel ’75, come stenografo-dimafonista all’Unità, interrompendo l’università al terzo anno di Lettere Moderne. Prima redattore, poi inviato dell’Unità (per le pagine dello sport e per quelle degli spettacoli), nell’85 comincia a collaborare a Tango di Sergio Staino, dedicandosi alla scrittura satirica. Nell’89, dopo la chiusura di Tango, il direttore Massimo D’Alema gli chiede di progettare e dirigere un secondo inserto satirico e culturale. Nasce Cuore, che per due anni resta all’interno dell’Unità e poi, dal ’91, diventa un settimanale autonomo. Lascia la direzione nel ’94, per festeggiare i suoi quarant’anni e per dedicare più tempo alla scrittura. Attualmente collabora con Repubblica ed Espresso. E’ stato uno degli autori di “Vieni via con me” e, per la quinta edizione, è tra gli autori di Che tempo che fa, trasmissione condotta da Fabio Fazio. Come autore televisivo ha lavorato con Beppe Grillo, Adriano Celentano, Gianni Morandi e Antonio Albanese. Come autore teatrale, ha scritto per Luca De Filippo, Antonio Albanese, Claudio Bisio, Milva e il Teatro Stabile di Genova. Ha scritto diversi libri: un romanzo, due raccolte di poesie, quattro raccolte di articoli e due libri di racconti. Il suoi ultimi libri: Tutti i santi giorni (Feltrinelli, 2006) e Breviario comico. A perpetua memoria (Feltrinelli, 2008)



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