LA REPUBBLICA del 6 febbraio 2011 

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Nella sarabanda di vado, vengo, torno, rimango dei vari deputati nei vari gruppi parlamentari si cerca invano un bandolo politico, qualcosa che rimandi alla famosa "battaglia delle idee". Nel nome della quale ci si è scannati per secoli, allegando però a quelle pratiche cruente il non piccolo codicillo di sapere perché, per cosa ci si scannava. Ora le porte sbattono, e gli insulti volano, all’ insegna di un minuto e misterioso narcisismo, illeggibile se non dai diretti protagonisti. Detto "io" si crede di avere detto tutto, come se quell’ io bastasse, da sé, a motivare lo strappo, il tradimento, il pentimento. Se le ideologie erano sistemi troppo rigidi, che imponevano discipline e gerarchie para-militari (militare e militante sono termini quasi sovrapponibili), ora ciascuno risponde solo a se stesso. Ma il "se stesso" è un attore troppo fragile, perché espone – ben più del discrimine ideologico – alle accuse di avidità, cialtroneria, indegnità morale che infatti si affastellano contro i vari transfughi. Sarebbero derisi e disprezzati con meno foga se potessero dire di avere tradito, o tramato, o ceduto perché sopraffatti da cause più grandi di loro (il socialismo, il libero mercato, la monarchia, Dio, varie ed eventuali). Invece fanno tutto per se stessi, e se uno non è perlomeno Gandhi o Mandela o Bonaparte, agire per se stesso è davvero il più futile dei moventi.

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Michele Serra Errante è nato a Roma nel luglio del ’54. Nel ’59 la famiglia si trasferisce a Milano, dove Serra è cresciuto, ha studiato (maturità classica al liceo Manzoni) e ha cominciato a lavorare, nel ’75, come stenografo-dimafonista all’Unità, interrompendo l’università al terzo anno di Lettere Moderne. Prima redattore, poi inviato dell’Unità (per le pagine dello sport e per quelle degli spettacoli), nell’85 comincia a collaborare a Tango di Sergio Staino, dedicandosi alla scrittura satirica. Nell’89, dopo la chiusura di Tango, il direttore Massimo D’Alema gli chiede di progettare e dirigere un secondo inserto satirico e culturale. Nasce Cuore, che per due anni resta all’interno dell’Unità e poi, dal ’91, diventa un settimanale autonomo. Lascia la direzione nel ’94, per festeggiare i suoi quarant’anni e per dedicare più tempo alla scrittura. Attualmente collabora con Repubblica ed Espresso. E’ stato uno degli autori di “Vieni via con me” e, per la quinta edizione, è tra gli autori di Che tempo che fa, trasmissione condotta da Fabio Fazio. Come autore televisivo ha lavorato con Beppe Grillo, Adriano Celentano, Gianni Morandi e Antonio Albanese. Come autore teatrale, ha scritto per Luca De Filippo, Antonio Albanese, Claudio Bisio, Milva e il Teatro Stabile di Genova. Ha scritto diversi libri: un romanzo, due raccolte di poesie, quattro raccolte di articoli e due libri di racconti. Il suoi ultimi libri: Tutti i santi giorni (Feltrinelli, 2006) e Breviario comico. A perpetua memoria (Feltrinelli, 2008)



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