agosto 6 diMichele Serra 0
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L´ipotesi dell´apocalisse finanziaria, del default italiano poi europeo poi mondiale volteggia sulle nostre teste. Ma provate a materializzarla, a capire come cambierebbe concretamente il mondo, che cosa perderemmo, a quali rinunce saremmo costretti, e non ci riuscirete. La povertà classica aveva il volto antico della fame, del freddo, della penuria. E la povertà futura? Il rapporto tra prodotto interno lordo mondiale ed economia finanziaria è uno a otto: i beni concretamente prodotti dagli esseri umani con il loro lavoro sono appena un ottavo del folle vortice virtuale che si chiama economia finanziaria. Quando i giornali gridano "bruciati in un solo giorno cento miliardi di euro", non riusciamo a vedere né il fuoco né il fumo, a calcolare il danno: come se si aprisse una falla in una diga che non sappiamo, e dunque non possiamo riparare. L´istinto sarebbe contare quanto frumento rimane in granaio, quante patate e quanto vino in cantina, quanti soldi nel portafogli, quanto gasolio in caldaia. Non riuscire a farlo, e non poterlo fare, genera un´angoscia inedita, un disorientamento assoluto, come quando si ignora il volto del nemico. La sola cosa che abbiamo capito con certezza e che la totale perdita di nesso tra la vita materiale (il lavoro, il cibo, i manufatti, persino il denaro che pure è già un´astrazione) e l´economia mondiale è un segno di malattia. E la malattia fa sentire insicuri perfino più della povertà.
Michele Serra Errante è nato a Roma nel luglio del ’54. Nel ’59 la famiglia si trasferisce a Milano, dove Serra è cresciuto, ha studiato (maturità classica al liceo Manzoni) e ha cominciato a lavorare, nel ’75, come stenografo-dimafonista all’Unità, interrompendo l’università al terzo anno di Lettere Moderne. Prima redattore, poi inviato dell’Unità (per le pagine dello sport e per quelle degli spettacoli), nell’85 comincia a collaborare a Tango di Sergio Staino, dedicandosi alla scrittura satirica. Nell’89, dopo la chiusura di Tango, il direttore Massimo D’Alema gli chiede di progettare e dirigere un secondo inserto satirico e culturale. Nasce Cuore, che per due anni resta all’interno dell’Unità e poi, dal ’91, diventa un settimanale autonomo. Lascia la direzione nel ’94, per festeggiare i suoi quarant’anni e per dedicare più tempo alla scrittura. Attualmente collabora con Repubblica ed Espresso. E’ stato uno degli autori di “Vieni via con me” e, per la quinta edizione, è tra gli autori di Che tempo che fa, trasmissione condotta da Fabio Fazio. Come autore televisivo ha lavorato con Beppe Grillo, Adriano Celentano, Gianni Morandi e Antonio Albanese. Come autore teatrale, ha scritto per Luca De Filippo, Antonio Albanese, Claudio Bisio, Milva e il Teatro Stabile di Genova. Ha scritto diversi libri: un romanzo, due raccolte di poesie, quattro raccolte di articoli e due libri di racconti. Il suoi ultimi libri: Tutti i santi giorni (Feltrinelli, 2006) e Breviario comico. A perpetua memoria (Feltrinelli, 2008)
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