L’ESPRESSO del 24 marzo 2011 

  di   0   0
Sei alleati sette strategie
 
Per la nuova guerra di Libia il ministro La Russa pensa di ricostituire la leggendaria Decima Mas. Intanto la Marinaè pronta a mettere a disposizione la nuova portaerei "Briatore" che fornisce cocktail
 
La crisi libica sta mettendo in evidenza l’impressionante forza d’urto delle potenze occidentali. Sei soli Paesi (Usa, Francia, Inghilterra, Germania, Italia e Canada) sono riusciti a mettere in campo sette strategie diverse, disorientando il nemico. Queste le posizioni in campo.
 
Francia. Sono stati richiamati alle armi i veterani della Legione Straniera, la cui esperienza bellica nel deserto è preziosa. La logistica non è semplice, perché ogni legionario deve essere accompagnato al fronte dalla sua badante. Il loro anziano comandante, il colonnello Jean Pernod, ha promesso a Sarkozy che riconquisterà anche l’Algeria. Polemiche per il cattivo stato di conservazione degli armamenti nucleari: le atomiche francesi sono conservate in caveau sotterranei e molte annate ormai sanno di tappo. Carla Bruni si è offerta di intrattenere le truppe eseguendo la sua nuova ballata "Je suis comme toi, tu est comme moi, trala-lalà, trala-lalà", ma è stata invitata a desistere da una risoluzione delle Nazioni Unite votata all’unanimità.
 
Inghilterra. Gli inglesi sono tradizionalmente favorevoli a qualunque tipo di guerra. Dalla battaglia di Hastings (1066) in poi, sono l’unico Paese al mondo che ha partecipato a tutti i conflitti del pianeta, saltando solo trascurabili episodi locali come la guerra greco-turca a Cipro, ma solo perché il loro ambasciatore a Nicosia, un etilista cronico, aveva dimenticato di spedire a entrambe le parti la dichiarazione di guerra. L’iniziale titubanza del premier Cameron dipende dal fatto che era convinto di essere già in guerra con la Libia da almeno un paio d’anni. I caccia britannici sono celebri per la destrezza dei piloti, che riescono a pilotare l’aereo suonando contemporaneamente la cornamusa. Canada. Ha messo a disposizione le popolarissime Giubbe Rosse, quelle a cavallo e quelle in canoa. Una volta risolte le difficoltà logistiche (bisogna caricare i cavalli sulle canoe) il contingente canadese, pagaiando con vigore, dovrebbe sbarcare sulle coste libiche nel marzo 2013. L’ultimo episodio bellico nel quale il Canada è rimasto coinvolto risale al 1913, quando il derby di hockey tra Toronto e Ottawa si concluse con 12 commozioni cerebrali e tre arresti.
 
Italia. Il nostro principale stratega è Petula Fox, una ex ballerina di lambada nominata da Berlusconi capo di Stato maggiore. "La guerra è una cosa così eccitante!", ha confidato la Fox ricevendo i giornalisti in bikini mimetico, "anche se non si sa mai cosa mettersi!". In una intercettazione, la madre di Petula la rimprovera per non essersi fatta regalare anche lei da Papi un autoblindo, "come quelle altre schifose". L’Italia metterà a disposizione degli alleati anche la nuova portaerei "Briatore", in grado di rifornire di cocktail e tartine le truppe italiane in qualunque luogo del mondo.
 
Usa. Obama sta cercando di mediare tra gli esperti militari del Pentagono, divisi tra falchi (due atomiche su Tripoli) e colombe (una sola atomica su Tripoli). Il generale O’Hara è stato sfiduciato per avere battezzato "Odissea all’alba" un’operazione militare iniziata alle cinque del pomeriggio. Le truppe americane sono attualmente impegnate in una settantina di missioni in tutto il mondo, di alcune delle quali la Casa Bianca non è informata. Obama ha manifestato vivo disappunto alla notizia che una divisione di marines è in Antartide, per fronteggiare una rivolta di pinguini, e un’altra è impegnata a Montmartre dove si sospetta che Bin Laden abbia trovato impiego come portiere d’albergo.
 

Decima Mas. Il ministro della Difesa La Russa avrebbe un asso nella manica: la ricostituzione della gloriosa Decima Mas. L’ultimo reduce, l’ammiraglio Valoroso Valorosi, che a novantasei anni è ancora in grado di attraversare in apnea il Tevere anche se nessuno glielo ha mai chiesto, è alla ricerca di giovani volontari che non hanno nulla da perdere. Sta esaminando i curricola dei ricercatori universitari italiani. 


Post Recenti

L’AMACA DI DOMANI – Considerazioni in pubblico alla presenza di una mucca

L_amacadidomani_webL’AMACA DI DOMANI Considerazioni in pubblico alla presenza di una mucca ___ di e con Michele Serra regia di Andrea Renzi Scrivere ogni giorno, per ventisette anni, la propria opinione sul giornale, è una forma di potere o una condanna? Un esercizio di stile o uno sfoggio maniacale, degno di un caso umano? Bisogna invidiare […]

Leggi l'articolo →

Gli sciacalli dell’immobilismo

1546865127304_1546865142.jpg--gli_sciacalli_dell_immobilismoPochi ricordano quando luce e gas non arrivavano in tutte le case e per certi viaggi l’alta velocità era solo un sogno. Le grandi opere non sono un mostro ma un’opportunità che ci ha cambiato la vita. Promemoria antideclinista per tornare ad avere fiducia nello stato e nel futuro. C’era una volta un luogo dove […]

Leggi l'articolo →

The Life After

150519125822-david-letterman-graphic-exlarge-169I knew it was going to be bad for me when David Letterman retired, but I didn’t know it was going to be this bad. The first week, I pretended that he was on vacation—he did go on a lot of vacations. Not that he didn’t deserve them. He worked so much and for so […]

Leggi l'articolo →

Un articolo di Christian Raimo di qualche tempo fa che vale la pena rileggere

logofestivalPerché c’è bisogno di un populismo di sinistra Due mesi fa, quest’estate, ho assistito a Londra a una giornata della campagna elettorale di Jeremy Corbyn alla Union Chapel. Tra le molte cose (belle) che mi hanno sorpreso ne ho appuntate mentalmente un paio. La prima è che l’intervento finale di Jeremy Corbyn durava da programma venti […]

Leggi l'articolo →

Non bastano la buona volontà di chi ci lavora da vent’anni e un editore virtuoso: “Lo straniero” chiude

LOGODopo venti anni di attività la rivista “Lo straniero” cesserà le pubblicazioni con il numero doppio di fine anno. Di seguito la lettera del direttore Goffredo Fofi in cui spiega le motivazioni della sua decisione. “Lo straniero” ha vent’anni, e vent’anni per una rivista sono tanti. Nel Polonio dei letterati, un saggio dei primi anni quaranta […]

Leggi l'articolo →

thoughts on this post

Torna all'inizio