L’ESPRESSO del 26 maggio 2011 

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Dopo i rom, il terrore svizzero Quelli del Pdl non sanno più come spaventare l’elettorato che li sta abbandonando. Visto che agitare lo spauracchio degli zingari e degli islamici non ha funzionato, presto se la prenderanno con i produttori di orologi a cucù e con i Testimoni di Geova La paura dei comunisti, degli zingari, degli arabi e dei gay non garantisce più il rendimento politico di una volta. Gli esperti di Lega e Pdl, molto preoccupati, stanno mettendo a punto nuovi tipi di fobia per rilanciare le sorti del governo.
 
Svizzeri. Basta vedere una volta nella vita un orologio a cucù per capire che gli svizzeri sono una minaccia per l’umanità. La loro estrema vicinanza ai nostri confini è di per sé un inaccettabile vulnus. I sindaci lumbard propongono da anni, inutilmente, uno spostamento della Svizzera più a nord. I geografi della Lega, mappe alla mano, sostengono che, con qualche ritocco, è possibile una perfetta sovrapposizione della Svizzera al Belgio. Il pericolo elvetico è tornato recentemente alla ribalta dopo il naufragio, sul Ticino, di un barcone carico di svizzeri. Terribile lo spettacolo che si è presentato ai soccorritori: sul fiume galleggiavano centinaia di carte di credito, coniglietti di cioccolata e diverse mele trafitte da una freccia. L’inchiesta ha stabilito che il barcone, sponsorizzato dalla Emmenthal, era pieno di buchi.
 
Donne. Nel documento "Chi dice donna dice danno", la Lega rilancia con forza la grande questione della presenza femminile in Italia, giunta ormai, nel silenzio generale, all’impressionante percentuale del 50 per cento della popolazione. "Sono cifre spaventose", spiega il ministro Calderoli, "che attentano alla virilità del nostro popolo. Un Paese nel quale metà delle persone porta le scarpe con i tacchi e usa il rossetto è destinato a diventare un paese di froci". Nell’impossibilità materiale di espellere le donne dall’Italia, la Lega propone di ammassarle in centri di accoglienza e rieducazione, dove imparino a ruttare, pulirsi le unghie con la forchetta e parcheggiare una macchina senza ammaccarne altre tre.
 
Azerbaigiani. Incarnano alla perfezione tutti gli elementi che alimentano la xenofobia. Sono musulmani, vengono dall’Est, spaventano le vecchiette a causa del turbante, saturano la tromba delle scale di vapori mefitici facendo bollire carne di capra. L’unico problema è che non esiste immigrazione azera: l’unico azero presente in Italia fa il direttore di banca ed è molto benvoluto dalla clientela. Per rimediare, il governo ha in programma l’immissione forzata di 5 mila azerbaigiani, tutti nel caratteristico costume nazionale e tutti mulinando una scimitarra, in modo da renderne evidente l’aggressività.
 
Testimoni di Geova. Per scongiurare la piaga della scampanellata di primo mattino, Calderoli propone l’introduzione di campanelli e citofoni elettrificati. Purtroppo non sono ancora disponibili sul mercato campanelli selettivi, che diano la scossa solo ai testimoni di Geova ed evitino di folgorare parenti e amici. L’ala dura della Lega sostiene che anche parenti e amici devono imparare a starsene fuori dalle balle. "Basta con questa storia che tutti devono andare a casa di tutti", dice il sindaco leghista di Malmenate (Varese), che ha investito l’intero bilancio comunale in un centro di addestramento per dobermann ed è famoso per essere riuscito a trasformare il suo baio, ex trottatore, in un cavallo da guardia, in grado di abbaiare e azzannare il postino.
 
Formiche. Vi rendete conto di quanti miliardi di formiche attentano alle nostre tradizioni? Un’intera partita di polenta taragna, destinata a sfamare un raduno di guardie padane in Val Roncola, è stata divorata dalle formiche. "E’ ora di chiedersi da dove vengono tutte queste formiche", ha dichiarato Umberto Bossi, che ha affidato a un comitato scientifico il compito di stabilire l’origine dell’invasione. La grande disciplina delle formiche tende a escludere la loro origine meridionale, e fa piuttosto propendere per la matrice comunista: l’ambasciatore cinese e quello cubano sono stati convocati d’urgenza dal nostro governo. Polemiche per la continua fuga delle formiche dalla tendopoli di Gallarate, dove erano state stipate. Grandi difficoltà anche per identificarle una per una. 

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