L’ESPRESSO del 6 ottobre 2011 

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Paride Sorbole for premier
 
Dopo Montezemolo e Della Valle, tra gli imprenditori si è scatenata la corsa alla politica. Ed è sceso in campo anche il re della pasta abrasiva per la rimozione delle piastrelle. Però qui si tifa per Paki Elkan, il fratello sconosciuto di Lapo e John.
 
Non solo Marcegaglia, Montezemolo e Della Valle. Anche altri imprenditori italiani avrebbero intenzione di scendere in campo per salvare il Paese, secondo la fortunata tendenza inaugurata dal loro collega Silvio Berlusconi nel 1994.
 
Paride Sorbole. Modenese, sessantenne, miliardario, è il re della pasta abrasiva per la rimozione delle piastrelle in vetrocemento. Ama dire agli amici: "Se sono diventato il re della pasta abrasiva per la rimozione delle piastrelle in vetrocemento, non vedo perché non potrei governare il mio Paese". Secondo i sondaggisti, milioni di italiani pensano che il ragionamento sia inappuntabile e non vedono l’ora di votarlo. Per evitare il conflitto di interessi, ha già annunciato che in caso di vittoria elettorale il suo primo atto sarà la cessione della sua fabbrica ai figli Loris, Lorena e Luana. Il secondo sarà nominare i tre figli ministro dell’Economia, dell’Industria e del Tesoro.
 
Dorino Pantaleon. Vicentino, sessantenne, miliardario, è il re della pasta abrasiva per la rimozione delle piastrelle di linoleum. Non aveva alcuna intenzione di scendere in campo, ma quando ha saputo che il suo grande rivale Paride Sorbole intende candidarsi, ha deciso di raccogliere la sfida. Il suo motto è: "Il re della pasta abrasiva per la rimozione delle piastrelle di linoleum non può essere da meno del re della pasta abrasiva per la rimozione delle piastrelle in vetrocemento". Secondo i sondaggi milioni di italiani sono affascinati dalla sfida tra Sorbole e Pantaleon e, se potessero, voterebbero per entrambi.
 
Furio Oto Melara. E’ l’ultimogenito della celebre dinastia di industriali delle armi. Allontanato anni fa dalla gestione aziendale perché collaudava personalmente i nuovi pezzi d’artiglieria sparando dalla finestra dell’ufficio, secondo voci incontrollate intenderebbe prendersi una clamorosa rivincita scendendo in campo con pochi fedelissimi, armato fino ai denti, e occupando il Parlamento. Assumerebbe il titolo di Gran Maresciallo d’Italia e si stabilirebbe al Quirinale. Un gruppo di giornalisti, che si era recato nel suo quartier generale per chiedergli il programma di governo, non ha mai fatto ritorno.
 
Lapo Elkann. Non scende in campo da solo, ma con la forza d’urto del suo "Brain Lab for a New World", la fondazione che ha messo in rete migliaia di cervelli sotto i trent’anni. Costato cinque miliardi di euro, nei primi due anni di lavoro il Brain Lab di Lapo ha progettato un pettine di nuova concezione, in grado di orientare i capelli ogni giorno in una direzione diversa, e una felpa con la scritta "I love NY" che ha già superato con successo i primi due gradi del processo per plagio intentato da un centinaio di marchi d’abbigliamento sparsi in tutto il mondo. Sono già trapelate le prime righe del discorso con il quale Lapo annuncerà il suo impegno politico. "Saremo e faremo qualcosa di grosso per voi, perché viviamo per cambiare e cambiamo per vivere, con tutti gli italiani l’appuntamento è stanotte al Polly Studium, nella Sessantesima Strada, da mezzanotte in poi. E ricordatevi, noi non siamo l’idea, l’idea siete voi".
 
Paki Elkann. E’ il fratello maggiore di Lapo e John Elkann. Fino ad oggi era rimasto in ombra: a dodici anni la famiglia lo aveva chiuso in un convento per disintossicarlo dal gioco dei dadi. Paki, in vent’anni di clausura, è profondamente cambiato. Ha sviluppato una fortissima sensibilità ambientalista e ha progettato, con l’aiuto delle suore, un motore alimentato a trifoglio che ai primi collaudi ha dimostrato di funzionare perfettamente. Ha donato ai poveri tutti i suoi beni, veste con un saio bianco, coltiva l’orto e sostiene la decrescita. Medita di scendere in campo con una coalizione ambientalista ma secondo i servizi segreti ha una possibilità su mille di scampare ai molteplici attentati che Marchionne, Confindustria e Confcommercio stanno preparando contro di lui. 

 


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