La fa franca pure il cannibale
L’onorevole Sperticagna era accusato di tratta delle bianche, traffico di droga e omicidio. Ma non è bastato. Si salva anche Pecioni, corrotto e concusso: aveva versato una somma a se stesso per un appalto Alfonso Papa
Oltre ai casi Papa e Milanese, il Parlamento italiano dovrà pronunciarsi su numerose altre richieste di autorizzazione a procedere. Ecco le principali.
Onorevole Spiraglia. E’ accusato di avere costituito, a pochi passi da Montecitorio, un Parlamento clandestino, copia perfetta di quello originale con tanto di commessi, buvette, Transatlantico, nel quale la loggia segreta fondata dallo stesso Spiraglia legifera, distribuisce cariche pubbliche, nomina ministri, ospita scolaresche in visita. Imputato di cospirazione contro lo Stato, Spiraglia sostiene che il suo Parlamento è molto più efficiente di quello vero. La Giunta per le autorizzazioni sembra orientata a negare l’arresto perché quasi tutti i suoi membri fanno parte di entrambi i Parlamenti, quello vero e quello clandestino. Le polemiche sul doppio incarico vengono giudicate strumentali.
Senatore Di Mariulla. Salvo Di Mariulla è un anziano senatore del Pdl, molto somigliante a Vittorio De Sica, ricercato per truffa aggravata: pare, infatti, che non sia mai stato eletto, e da anni si finga senatore ritirando regolarmente lo stipendio. Fin dal primo giorno ha tratto in inganno i commessi grazie alla sicurezza con la quale si presenta a Palazzo Madama, alle cravatte ricercate e alla familiarità che dimostra con gli altri senatori. In una recente intervista ha ammesso di non essere senatore, ma di essersi via via affezionato all’ambiente. Il Parlamento ha deciso di negare l’autorizzazione all’arresto per truffa aggravata a causa del chiaro intento intimidatorio contro Di Mariulla, divenuto nel frattempo presidente della commissione Bilancio.
Onorevole Udinì. Gianni Udinì (ex Idv poi Pd, Responsabili, Futuro e Libertà, Pdl, Volkspartei, Verdi tedeschi, Juventus) è ricercato dall’Interpol dopo una rocambolesca evasione dal carcere di Algeri: ha costruito un cannone con la pentola del rancio e si è fatto sparare da un complice oltre il muro di cinta. E’ accusato di bisca clandestina, esercizio abusivo della professione circense, truffa, bigamia e falsa identità. La Giunta ha negato l’arresto per difetto di forma: nessuna delle fotografie sui nove passaporti dell’onorevole Udinì gli assomiglia. Ricevendo i giornalisti nel suo ufficio di Montecitorio, vestito da acrobata, l’onorevole si è esibito nello spettacolare numero che lo ha reso popolarissimo tra i colleghi: dopo una breve rincorsa, attraversa con un doppio salto morale una densa coltre di fumus persecutionis.
Onorevole Sperticagna. Aurelio Sperticagna, del gruppo dei Responsabili, è accusato di omicidio, tratta delle bianche, traffico di droga, rapina, banda armata e cannibalismo. Di fronte alla gravità inaudita delle imputazioni e all’impressionante mole di documenti e di prove prodotti dagli inquirenti (tra i quali due teste mozze), la Giunta si è detta impossibilitata a esprimersi e ha dunque negato l’arresto.
Onorevole Pecioni. Gaspare Pecioni è accusato contemporaneamente di corruzione e concussione, avendo versato una forte somma a se stesso per agevolare un appalto. Il caso è un unicum nella giurisprudenza mondiale. Gli stessi inquirenti hanno chiesto alla Giunta di non concedere l’arresto e di destinare Pecioni alle Facoltà di Legge di tutta Europa come oggetto di studio.
Carmine. Secondo una leggenda risalente ai tempi del Regno, tra i banchi del Parlamento si nasconderebbe, legislatura dopo legislatura, il bandito Santo Carmine, alla macchia dal 1905. A Palazzo Madama c’è chi giura di averlo visto, con il suo asino, aggirarsi tra i banchi dell’aula durante la notte, nutrendosi degli avanzi di cibo lasciati dai senatori. Si tratta, quasi certamente, solo di una suggestiva leggenda, ma la Giunta per le autorizzazioni ha comunque deciso di negare preventivamente ogni eventuale richiesta di arresto per non privare le istituzioni di una presenza così caratteristica.