Calderoli che critica Mario Monti per la sua condotta a Palazzo Chigi riporta implacabilmente al vecchio detto "raglio d´asino non sale al cielo". Palazzo Chigi, oltre che sede della presidenza del Consiglio, è residenza privata del capo del governo in carica. Che quest´ultimo ci dorma, ci faccia la doccia e ci mangi, anche ospitando (per giunta a spese proprie) chi gli aggrada, è dunque la più lecita delle cose. Formidabile, poi, è che Calderoli e i suoi osino accusare Monti di uso privato della cosa pubblica essendo loro per primi ampiamente colpevoli proprio di quel misfatto. A spese dei contribuenti hanno fatto aprire a Monza un ridicolo pseudo-distaccamento ministeriale usandolo, in sostanza, come una sede di partito: se ne è occupata anche la magistratura. La mancanza di stile (istituzionale e personale) dei capoccia leghisti è così conclamata che promette di finire sulle antologie. Scelgano altri terreni, dunque, sui quali attaccare Monti, che per il generale sollievo degli italiani (anche di chi ne osteggia le scelte politiche) è un signore, e succede a un governo ampiamente popolato da cafoni e vice-cafoni. Di quel governo Berlusconi era l´anima, la Lega il dito medio.