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LA REPUBBLICA del 10 gennaio 2012 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
La mia generazione ha creduto nella buona cronaca, ma è stata sommersa dallo tsunami pubblicitario Ogni volta che in tv si affronta un problema il risultato è una confusione di voci che si sovrappongono Un modo di scrivere e un dizionario sempre più poveri Da "concentrato" a "solare", usiamo pochissimi termini
Anticipiamo uno dei temi dell´ultimo libro di Bocca GIORGIO BOCCA
 
Lui il presentatore, lei l´italiana qualsiasi, l´altro il marito o il fidanzato. Com´è l´altro? chiede il presentatore. E lei raggiante: solare. Una sola parola magica per dire un mondo di cose: è buono, bello, generoso, altruista, mi ha sposato, mi sposerà. Il miracolo del verbo, della parola, vi dà l´impressione di comunicare con il resto del mondo, e la televisione annulla le distanze, ti toglie dall´anonimato, ti rende noto alla moltitudine garantita dall´auditel. Sono tante le parole magiche cui gli italiani qualsiasi si aggrappano come fossero salvifiche: ironico per dire le molte cose che gli inglesi dicono con la parola understatement, o concentrato, concentrazione per dire tutti i modi e i tempi dell´attenzione, e anche un attimino, per dire non ho tempo, lui è in riunione, ha cose più importanti da fare, non posso disturbarlo. Abbiamo a nostra disposizione vocabolari con decine di migliaia di parole, ma il nostro linguaggio comune è poverissimo e ricorriamo alle parole magiche della comunicazione. Sono l´abracadabra della nostra faticosa modernità, per cui un italiano qualsiasi ricorre ai luoghi comuni con una felicità liberatoria, come fosse appena uscito da una babele di suoni incomprensibili, come se finalmente riuscisse a raccontare all´intera specie i suoi interni affanni, come se si liberasse da uno stato bestiale di grugniti o di sibili. Qualcuno dice che il destino dell´uomo è di salire faticosamente dal fango che lo ha formato a Dio. A giudicare dall´uso dei luoghi comuni a cui ci aggrappiamo come ad ancore di salvezza, la strada è ancora lunga assai. L´ammirazione per le scienze e per le arti, per le vette raggiunte dagli uomini, non riesce a nascondere la modestia, l´impotenza del nostro modo di parlare che va peggiorando da quando abbiamo deciso di trascurare come robe vecchie l´oratoria e la retorica. Di parlare e anche di scrivere dei fatti più semplici ed elementari. Non parliamo della politica, che resta nelle cronache una faccenda oscura e noiosa. Anche le cronache nere, che sono le più popolari, anche la narrazione dei crimini come delle competizioni sportive sono somme di luoghi comuni, di frasi prefabbricate. Ogni volta che la televisione prova a riunire una ventina di persone per discutere un tema sociale o morale, il risultato è una confusione di voci che cercano di sopraffarsi, non solo per voglia di primeggiare, ma anche per incapacità di esprimersi. Per tutti una lezione di modestia: ne abbiamo ancora di cammino da fare per arrivare a Dio. Concentriamoci!, come siamo soliti dire. A che punto siamo con le letterature e con la scrittura? Al meglio possibile, si potrebbe dire: lo scrittore di oggi ha tutto a sua disposizione per conoscere il mondo della vita e se stesso, per penetrare nelle profondità dell´inconscio, ma al contempo questa abbondanza di informazioni, di letture, di tecniche si muta in una sorta di vernice uniforme, in una pappa reale come cibo perenne, in un bagno incessante di risaputo, di usato, di mandato a memoria. La scomparsa dei dialetti, cioè delle lingue native, è il segno di questa nuova cultura umana inodore e insapore. La lingua e la scrittura create giorno per giorno dalla gente comune ma vive, la lingua dei mercati, delle carceri, delle fabbriche, degli eserciti cedono il posto alla lingua delle scuole e delle accademie, pulita, corretta ma insapore. E così è dell´oratoria. Fra un oratore del principio del secolo scorso, avvocatizio e retorico ma ancora ricco di umori e commozioni, e uno di oggi c´è come una rinuncia alla voglia di persuadere o di commuovere. La differenza abissale fra un Mussolini e un Berlusconi sta proprio qui: che il primo voleva commuovere e il secondo vendere, il primo voleva incantare e il secondo comprare, il primo cercava di dare corpo ai suoi sogni e credibilità alle sue promesse e il secondo ha capito che qualsiasi cosa detta da chi ha il megafono è vera o creduta vera. Il primo era nato dal socialismo e dalla sua retorica, il secondo è convinto che al mondo tutto si compra. Che fa quando arriva a Lampedusa dove una folla di naufraghi, di fuggiaschi, di disorientati attende di conoscere il proprio destino? Compra una villa, non importa se abusiva, anzi proprio perché abusiva, per poterla regolarizzare con una legge ad personam. Berlusconi è il dio e l´interprete, il maestro di questa umanità pubblicitaria che comunica per slogan, dipinge per marchi commerciali, fa musica o poesia o qualsiasi cosa come il bestseller, il ben venduto. La mia generazione ha pensato di fare buona informazione, buona cultura, con la buona cronaca, onesto racconto della realtà con il mero realismo; siamo stati superati, sommersi dallo tsunami pubblicitario, dal realismo del venduto e dell´acquistato, dal trionfo del paramercato: invece della scoperta della realtà la scoperta del magico o dell´orribile, invece di buoni alimenti, di cibi sani, le droghe in tutte le loro varietà e false promesse. Le pagine letterarie e culturali dei giornali sono elenchi di bestseller, di letteratura ben venduta, di romanzi d´appendice spacciati per nuova arte. Lo scrittore di successo deve essere anche e prima un personaggio vendibile: colui che sperimenta il diverso e insolito, il noir, un po´ vizioso di natura e un po´ cronista del vizio, les fleurs du mal in versione grande magazzino, mercati generali, emporio. Cosa fa lo scrittore per coltivare il suo successo, la sua capacità nel raccontare? S´inventa un personaggio e lo recita, non solo ambiguo, tenebroso, fuori dal comune, ma anche incantatore, anche pifferaio delle nuove greggi conformiste, come lo erano gli Evtušenko, gli scrittori sovietici che riscoprivano il genio e le sue pazzie.
 
 

L’ESPRESSO del 27 ottobre 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Silvio, le nuove promesse all’Ue Un vertice europeo nella Torre di Pisa raddrizzata, il pareggio di bilancio entro un quarto d’ora, età pensionabile a 120 anni, più un cesto di tortellini e salumi a tutti i membri della Commissione. Così il premier tenta di ricucire i rapporti internazionali Le risatine di Merkel e Sarkozy all’indirizzo di Berlusconi segnano il punto più basso nei rapporti tra Italia ed Europa. Come reagirà il nostro governo?
 
Nota ufficiale. Una dura nota ufficiale del governo italiano, nella quale si esprime "incredulità per la scarsa considerazione recentemente dimostrata", è stata recapitata alle autorità europee da un messo governativo che ha raggiunto Bruxelles vestito da Pulcinella e a bordo di un carretto siciliano. Lo seguiva il festoso codazzo delle nostre maschere regionali, come prevede la riforma federale. Brighella, Balanzone, Gianduia e Meo Patacca hanno consegnato ai membri della Commissione, in segno di amicizia, salumi, tortellini, taralli e altri prodotti tipici. La consegna è avvenuta al suono delle zampogne, e animata dalle tipiche, simpatiche mossette della commedia dell’arte, tra le quali la mano a conchetta, le corna e il peto modulato.
 
Economia. Molte le incomprensioni tra Europa e Italia in campo economico. Quando è a colloquio con la Merkel, Berlusconi promette di raddoppiare l’età pensionabile fino a centovent’anni e dimezzare il numero dei parlamentari. Quando rientra a Roma, forse confondendo gli appunti che gli ha messo in tasca la Merkel, dimezza l’età pensionabile e raddoppia i sottosegretari: per effetto degli ultimi provvedimenti, i settecento nuovi sottosegretari risultano pensionati già da quando avevano 14 anni, e accumulando stipendio, pensione e indennità parlamentare percepiscono 78 mila euro al mese. La Commissione europea, con un richiamo ufficiale, accusa Berlusconi di sparare promesse sapendo di non poterle mantenere. Il premier, furioso per l’accusa ingiustificata, ha promesso di pareggiare il bilancio di Stato entro un quarto d’ora e di ospitare il prossimo summit mondiale su una base lunare o, in alternativa, sulla Torre di Pisa raddrizzata.
 
Diplomazia. Per rabbonire Francia e Germania, Berlusconi ha corretto un paio di barzellette sui tedeschi scemi e sui francesi finocchi, sostituendoli con gli estoni, ma per distrazione le ha raccontate durante il brindisi di benvenuto all’Estonia. Secondo un rapporto dell’Istituto di studi strategici europei, il solo governo che non è offeso a morte con Berlusconi è quello di Praga, perché all’ultimo vertice il leader ceko era assente per malattia. Industria. L’Europa si chiede: come mai gli imprenditori italiani, che esportavano in tutto il mondo automobili, navi, elicotteri, oleodotti, chimica, tecnologia, oggi figurano al vertice solo in due comparti, quello delle mozzarelle di bufala e quello degli accessori per mozzarelle di bufala? E come mai questo disastro produttivo avviene proprio con un imprenditore a Palazzo Chigi? Berlusconi, colpito dalla singolare coincidenza, ha risposto che non ci aveva mai pensato, e che si informerà con i suoi collaboratori di altre eventuali curiosità e spigolature da raccontare al prossimo vertice europeo.
 
Le gaffes. Oltre ai numerosi episodi già noti, sembra che il premier sia stato protagonista di altri gravi incidenti diplomatici. In particolare, nel corso di una cena ufficiale all’Eliseo, subito dopo avere raccontato una barzelletta su Carla Bruni in visita negli spogliatoi della Nazionale di rugby, si è addormentato di colpo e gli è caduta la faccia nel brodo. Ridestatosi di soprassalto, per darsi un contegno ha finto di averlo fatto apposta per divertire i commensali e invece di risollevare la testa ha cominciato a fare le bolle nel brodo soffiando con la bocca. Ha poi insistito per ripulire personalmente, con il suo tovagliolo, gli schizzi che avevano raggiunto le signore sedute vicino a lui, e per alleggerire l’imbarazzo dei presenti ha spiegato che "è solo una scusa per toccare le tette", ridendo da solo, nel gelo generale, per lunghi istanti, fino a quando il sonno non lo ha nuovamente sopraffatto. 

 

L’ESPRESSO del 28 novembre 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Aiuto, mi sono avanzate le escort
 
La lanciatrice di coltelli. La soubrette vestita da regina di Saba. Le gemelle astrologhe. La danzatrice erotica. Dopo l’uscita di scena del Cavaliere sono circa 200mila le ragazze da ricollocare sul mercatoSecondo uno studio dell’Istat, sarebbero circa duecentomila le ragazze eccedenti da ricollocare sul mercato dopo la caduta del governo Berlusconi. Alcuni casi emblematici segnalano la gravità del fenomeno.
 
Luhanna. Dicono che quando Luhanna si scatenava nella sua danza selvaggia, seminuda, scarmigliata, lanciando coltelli che si conficcavano a pochi centimetri dalla testa degli ospiti di Palazzo Grazioli, Berlusconi perdeva la testa e le prometteva un posto alle Nazioni Unite. Luhanna ha voluto ripetere la sua esibizione anche per lo staff di Mario Monti, ma il nuovo premier, gentilmente ma con fermezza, le ha spiegato di ritenere "molto pericoloso" il numero, suggerendole di rinunciare alla carriera politica e rivolgersi a un circo di buona tradizione, beninteso previa regolare domanda di assunzione.
 
Anna Spirulakis. La conturbante soubrette cipriota, bellissima soprattutto nel suo travestimento da Regina di Saba, si trova a Palazzo Chigi, in stato di coma vigile, da circa due mesi, stordita dai tranquillanti ingeriti per la delusione quando Berlusconi le ha preferito Mario Draghi come presidente della Bce. Svegliata dal trambusto per l’arrivo di Mario Monti, gli è andata incontro ancora semiaddormentata e con il trucco sfatto, chiedendogli se per fare sesso la preferiva nella versione Regina di Saba oppure Lou Salomé. Il nuovo premier non ha capito la domanda. Anna è scoppiata in un pianto dirotto, minacciando il suicidio. Dispiaciuto, Mario Monti le ha proposto di cercare impiego come centralinista a Palazzo Chigi, consegnandole il bando di concorso da compilare in ogni sua parte.
 
Innocenza e Immacolata Lo Petto. Scoperte da Emilio Fede in una maratona di lap-dance a Bisceglie, le gemelle Lo Petto, per poter essere ammesse alle feste di Arcore, sono state mandate a fare la gavetta a Strasburgo come europarlamentari. Nel loro profilo Facebook avevano annunciato che in Europa avrebbero legiferato in favore di tutti i nati del Capricorno, ma non sono mai riuscite a entrare in Parlamento perché i commessi, appena le vedono arrivare, chiamano la polizia. Asserragliate in un camper, e spalleggiate dalla madre, le Lo Petto minacciano di rivelare tutto quello che sanno sui nati della Bilancia dell’Europarlamento, se il governo Monti non interverrà ufficialmente in loro favore. Il nuovo premier, chieste informazioni sulle Lo Petto, ha inviato il loro dossier alla Caritas.
 
Mariushka Cubitacci. Dopo essersi esibita a Villa Certosa in una memorabile danza erotica con meloni e cetrioli, era stata nominata ministro dell’Agricoltura. In questa veste la diciannovenne Mariushka ha fatto da madrina in diverse sagre del melone e del cetriolo, e ha rappresentato l’Italia all’ultimo Forum mondiale della Fao, dove ha chiesto di incrementare gli stanziamenti in favore della zootecnia perché è convinta che il cetriolo sia un animale da allevamento. Dopo le dimissioni del governo si è chiusa, con la madre Katrinka e la sorella Jesahella, nella villetta di famiglia dei Cubitacci, a Macerata, dalla quale non intende uscire fino a che non le sarà riconosciuta una carica di Garante o, in alternativa, un ruolo nella nuova serie di "don Tonino".
 
Concita Fuentes Caliente. Berlusconi, terrorizzato dalle sue scene isteriche, per levarsela di torno l’ha nominata ambasciatore d’Italia a Pechino, sperando che i cinesi non si accorgessero che Carmen non sa una parola di italiano. Ha creato diversi incidenti diplomatici ballando nuda sul tavolo nelle cene ufficiali. A Pechino vive nello sfarzo e nel vizio, con i suoi amanti e i suoi alani. Spedisce a Roma note spese elevatissime. Mario Monti ha deciso di destituirla e di farle restituire all’erario almeno le spese per la toilettatura dei cani, ma nessuno ha il coraggio di dirlo a Concita che per questa ragione, a meno che i cinesi non la arrestino, riuscirà e terminare il suo mandato. 

 

L’ESPRESSO del 29 settembre 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Salerno-Reggio, neutrini in codadi
 
Dopo aver scoperto che non esiste il tunnel tra la Svizzera e il Gran Sasso, la Gelmini si è detta ancora più orgogliosa: "Vuol dire che le particelle hanno ottenuto il loro fantastico record percorrendo impervie salite e pericolose discese" 
 
La scoperta italiana sulla velocità dei neutrini sta facendo discutere animatamente la comunità scientifica mondiale.
 
Verifiche. Saranno necessarie accurate verifiche, perché a causa dei ripetuti tagli governativi i ricercatori italiani hanno dovuto calcolare a mano la velocità dei neutrini, utilizzando dieci bloc-notes a quadretti, otto lapis e un temperamatite. "Abbiamo dovuto portarci da casa tutto l’occorrente, compresi i neutrini", recita un duro comunicato degli scienziati dell’Istituto nazionale per la fisica nucleare. Nella relazione finale si sottolinea il doppio risultato dell’esperimento: "Stabilire che la velocità dei neutrini è nettamente superiore a quella della luce, e che la nostra busta paga è nettamente inferiore a quella di un elettricista". Precedenti tentativi erano falliti perché la gigantesca fionda messa a disposizione da uno sponsor privato (il Cirque du Soleil) per lanciare i neutrini non poteva essere azionata da scienziati ormai indeboliti dagli stenti.
 
I retroscena. Emergono anche altri retroscena dello storico esperimento. Pare che l’obiettivo originario dei ricercatori del Gran Sasso fosse un altro: volevano verificare se, aggregati in enormi quantità, i neutrini fossero commestibili, per potersi finalmente sfamare. Secondo voci incontrollate un giovane stagista, introducendosi di nascosto nell’acceleratore di particelle, avrebbe tentato di trasformarlo in un enorme tostapane. La temperatura altissima e le urla degli altri ricercatori, eccitati dall’odore di carne arrostita, avrebbero spaventato i neutrini spingendoli alla fuga e permettendo loro di raggiungere la spettacolare velocità rilevata. Forte del suo successo, il Cern intende chiedere al governo italiano di poter estendere gli esperimenti dai neutrini ai tacchini, purché forniti dal ministero. La comunità scientifica internazionale dubita che i tacchini, pure se fortemente motivati, possano raggiungere la stessa velocità, ma conoscendo la situazione economica della ricerca italiana si è detta disposta a chiudere un occhio.
 
I dubbi. Pare che un esperimento identico, ma su un tracciato diverso, abbia dato risultati molto difformi da quelli del Cern. Sulla Salerno-Reggio Calabria i neutrini sarebbero rimasti incolonnati per ore, procedendo a una velocità media di poco inferiore a quella di una mucca. Anche i cinesi vantano il successo dei loro ricercatori, ma pare che la loro relazione presenti non poche zone d’ombra: sembra copiata parola per parola da quella italiana e parla di un esperimento effettuato in una località poco nota della Cina, detta Glan Sasso. La Confcommercio italiana denuncia, comunque, la qualità modesta e il prezzo bassissimo, due centesimi al quintale, dei neutrini cinesi. Punti sul vivo, anche i francesi vantano i risultati della loro ricerca. "Oltre il neutrino, oltre la particella più infinitesimale", dice il ministro della Ricerca scientifica, Guy de Bouillon, "noi sappiamo che esistono frontiere ancora inesplorate". Pare che gli scienziati stiano lavorando sulle esalazioni del camembert come possibile innesco della fissione nucleare.
 
Il ministro. In una visita al Gran Sasso, il ministro Gelmini ha chiesto di poter conoscere i neutrini protagonisti dell’esperimento, per scusarsi direttamente con loro della sua recente gaffe: credeva che Ginevra e il Gran Sasso fossero collegate da un tunnel. "Ho così involontariamente sottovalutato la fatica dei nostri neutrini", ha dichiarato il ministro, "che hanno ottenuto il loro fantastico record percorrendo anche salite impervie e discese pericolose". Il ministro ha proposto di superare le passate incomprensioni con il sorriso e di organizzare un nuovo passaggio dei neutrini, con il patrocinio del governo, sullo stesso tratto già percorso con successo, tra due ali di folla in festa e uno striscione tricolore all’arrivo. 

 

L’ESPRESSO del 6 ottobre 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Paride Sorbole for premier
 
Dopo Montezemolo e Della Valle, tra gli imprenditori si è scatenata la corsa alla politica. Ed è sceso in campo anche il re della pasta abrasiva per la rimozione delle piastrelle. Però qui si tifa per Paki Elkan, il fratello sconosciuto di Lapo e John.
 
Non solo Marcegaglia, Montezemolo e Della Valle. Anche altri imprenditori italiani avrebbero intenzione di scendere in campo per salvare il Paese, secondo la fortunata tendenza inaugurata dal loro collega Silvio Berlusconi nel 1994.
 
Paride Sorbole. Modenese, sessantenne, miliardario, è il re della pasta abrasiva per la rimozione delle piastrelle in vetrocemento. Ama dire agli amici: "Se sono diventato il re della pasta abrasiva per la rimozione delle piastrelle in vetrocemento, non vedo perché non potrei governare il mio Paese". Secondo i sondaggisti, milioni di italiani pensano che il ragionamento sia inappuntabile e non vedono l’ora di votarlo. Per evitare il conflitto di interessi, ha già annunciato che in caso di vittoria elettorale il suo primo atto sarà la cessione della sua fabbrica ai figli Loris, Lorena e Luana. Il secondo sarà nominare i tre figli ministro dell’Economia, dell’Industria e del Tesoro.
 
Dorino Pantaleon. Vicentino, sessantenne, miliardario, è il re della pasta abrasiva per la rimozione delle piastrelle di linoleum. Non aveva alcuna intenzione di scendere in campo, ma quando ha saputo che il suo grande rivale Paride Sorbole intende candidarsi, ha deciso di raccogliere la sfida. Il suo motto è: "Il re della pasta abrasiva per la rimozione delle piastrelle di linoleum non può essere da meno del re della pasta abrasiva per la rimozione delle piastrelle in vetrocemento". Secondo i sondaggi milioni di italiani sono affascinati dalla sfida tra Sorbole e Pantaleon e, se potessero, voterebbero per entrambi.
 
Furio Oto Melara. E’ l’ultimogenito della celebre dinastia di industriali delle armi. Allontanato anni fa dalla gestione aziendale perché collaudava personalmente i nuovi pezzi d’artiglieria sparando dalla finestra dell’ufficio, secondo voci incontrollate intenderebbe prendersi una clamorosa rivincita scendendo in campo con pochi fedelissimi, armato fino ai denti, e occupando il Parlamento. Assumerebbe il titolo di Gran Maresciallo d’Italia e si stabilirebbe al Quirinale. Un gruppo di giornalisti, che si era recato nel suo quartier generale per chiedergli il programma di governo, non ha mai fatto ritorno.
 
Lapo Elkann. Non scende in campo da solo, ma con la forza d’urto del suo "Brain Lab for a New World", la fondazione che ha messo in rete migliaia di cervelli sotto i trent’anni. Costato cinque miliardi di euro, nei primi due anni di lavoro il Brain Lab di Lapo ha progettato un pettine di nuova concezione, in grado di orientare i capelli ogni giorno in una direzione diversa, e una felpa con la scritta "I love NY" che ha già superato con successo i primi due gradi del processo per plagio intentato da un centinaio di marchi d’abbigliamento sparsi in tutto il mondo. Sono già trapelate le prime righe del discorso con il quale Lapo annuncerà il suo impegno politico. "Saremo e faremo qualcosa di grosso per voi, perché viviamo per cambiare e cambiamo per vivere, con tutti gli italiani l’appuntamento è stanotte al Polly Studium, nella Sessantesima Strada, da mezzanotte in poi. E ricordatevi, noi non siamo l’idea, l’idea siete voi".
 
Paki Elkann. E’ il fratello maggiore di Lapo e John Elkann. Fino ad oggi era rimasto in ombra: a dodici anni la famiglia lo aveva chiuso in un convento per disintossicarlo dal gioco dei dadi. Paki, in vent’anni di clausura, è profondamente cambiato. Ha sviluppato una fortissima sensibilità ambientalista e ha progettato, con l’aiuto delle suore, un motore alimentato a trifoglio che ai primi collaudi ha dimostrato di funzionare perfettamente. Ha donato ai poveri tutti i suoi beni, veste con un saio bianco, coltiva l’orto e sostiene la decrescita. Medita di scendere in campo con una coalizione ambientalista ma secondo i servizi segreti ha una possibilità su mille di scampare ai molteplici attentati che Marchionne, Confindustria e Confcommercio stanno preparando contro di lui. 

 

L’ESPRESSO del 25 agosto 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Rivoltosi consumisti
 
Uno ha ingoiato un quarto di bue rubato nella macelleria all’angolo. Un altro ha fregato dodici ventilatori. Poi c’è quello che è stato arrestato mentre stava provando i vestiti nel negozio da saccheggiare
 
La rivolta giovanile nei sobborghi inglesi, e presto nelle principali metropoli occidentali, ha i suoi leader e i suoi eroi. Ecco i più rappresentativi.
 
Kadir McIntosh. Figlio di uno scozzese e di una bengalese, a soli diciotto anni è diventato il leader indiscusso della rivolta nel suo quartiere, guidando l’assalto a un emporio di elettrodomestici e portandosi a casa dodici ventilatori.
 
Ha diffuso con il suo iPhone migliaia di sue foto mentre si rinfresca circondato dai dodici ventilatori, ai quali cambia posizione ogni giorno per diffondere immagini sempre nuove e conquistare sempre nuovi fan. Deve però fronteggiare una fronda di oppositori che sostengono sia possibile radicalizzare la rivolta e alzare il livello politico dello scontro, rubando tredici ventilatori.
 
Nick Ouagadou. Figlio di una inglese e di un camerunese, il giovanissimo rivoltoso ha svaligiato un negozio di iPhone riprendendo la scena con il suo iPhone rubato. Ha poi costretto il commesso a riprenderlo con uno degli iPhone mentre lui riprendeva il commesso che lo stava riprendendo, e così via per tutto il pomeriggio finché ha potuto riprendere il proprio arresto da parte della polizia. Tutta la vicenda è in rete, e Nick, nel carcere di Brighton, ha già ripreso con il suo iPhone un secondino mentre sta guardando sul suo iPhone le immagini di Nick che lo riprende.
 
Alì Ramon Hu. Figlio di una tunisina, di un ecuadoriano e di un cinese, ha assaltato e svaligiato una gioielleria ma, travolto dall’entusiasmo, ha mangiato i gioielli trafugati, per un valore di trecentomila sterline, dopo averli cosparsi di ketch-up. Depositato dai genitori nel caveau di una banca, è diventato un punto di riferimento per i teenager di Londra mettendo in Rete le sue immagini mentre trattiene ostinatamente le feci in segno di sfida.
 
David Dummy. Tra i ragazzi del suo quartiere si sentiva emarginato a causa delle sue origini: entrambi i genitori sono di Bristol, per giunta dello stesso isolato. Nazista a quattordici anni, a quindici rinuncia perché non riesce a disegnare correttamente una svastica. Diventa poi hooligan di una squadra di terza divisione ma durante l’unica rissa da stadio di tutta la stagione è a casa con l’influenza.
 
La sua fama, nei giorni della rivolta, è dovuta a un video che ha fatto il giro del mondo in Rete: saccheggiando un negozio di abbigliamento, mentre i suoi compagni fuggono con le braccia piene di felpe, lui si attarda in camerino per provare con cura gli indumenti prima di rubarli, per essere certo che siano della sua misura. Sta scrivendo le sue memorie in cella, ma non sa ancora se riuscirà ad arrivare a cinquanta battute per mandarle su twitter.
 
Nick Pantagruel. Forse di remote origini francesi, a soli sedici anni, puntando anche su un’eccezionale stazza fisica, ha guidato la sua gang al vittorioso assalto della macelleria all’angolo, arrivando a ingoiare un quarto di bue intero ancora congelato, con la tecnica dell’anaconda.
 
E’ nascosto da un mese, per digerire, in un tombino di Tottenham dal quale trasmette con il suo iPhone le fotografie del suo enorme ventre, diventato un culto tra i ragazzi del movimento. Per emulazione, molti suoi coetanei mangiano tutto quanto capita loro a tiro, dai televisori al plasma alle batterie d’auto.
 
Charles Fontleroy. Rampollo ribelle di una delle famiglie più nobili del Regno Unito, ha partecipato alla rivolta giovanile ma su posizioni orgogliosamente tradizionaliste. Ha preso d’assalto da solo una cappelleria d’epoca, fornitrice della Casa Reale, trafugando un berretto da polo e un cappello da ammiraglio. Bloccato sulla porta dal commesso, che lo ha aspramente rimproverato per il gesto riprovevole, ha pagato con la carta di credito appena rubata al padre. 

IL CORRIERE DELLA SERA del 20 settembre 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Bollani (anche) in tv vale venti Allevi 
 
Va segnalata la trasmissione in sei serate condotto dal più talentuoso e amato pianista jazz italiano Stefano Bollani 
 
Se in tv esistesse lo scambio delle figurine, per una di Stefano Bollani sarei pronto a sacrificarne venti di Giovanni Allevi. Per un giusto risarcimento: nella vita quelli che non si prendono troppo sul serio, quelli che sanno scherzare su di sé e sul proprio lavoro, quelli che non ripetono continuamente (vizio tipico di molti scrittori) «io sono un genio », ebbene costoro rischiano di passare in second’ordine rispetto a chi è capace di far pesare il suo ego extra large (Rai3, domenica, ore, 23.55). È finalmente iniziata la stagione autunno-inverno della tv: molti i ritorni, poche le novità. Fra queste, va senz’altro segnalata «Sostiene Bollani», una trasmissione in sei serate di e sulla musica condotto dal più talentuoso e amato pianista jazz italiano in coppia con Caterina Guzzanti. Liberato dalla presenza di David Riondino, Bollani è libero di esprimere tutta la sua genialità musicale, in un arco che va dalla canzonetta più corriva agli improvvisi di Chopin. Ama il jazz perché, come sostiene, «è il linguaggio dell’improvvisazione»: sostenuto da Jesper Bodilsen al contrabbasso e Morten Lund alla batteria, Bollani ci ha regalato una serata che si potrebbe persino definire didattica, se l’aggettivo non avesse quel sapore impersonale che di solito gli attribuiamo (la Guzzantina si è accollata il ruolo di scolaretta). Nella prima puntata si sono esibiti anche Irene Grandi e Gabriele Mirabassi, virtuoso del clarinetto jazz. Istrionico, entertainer, istitutore e, nello stesso tempo, apprendista (stregone), Bollani usa la tastiera come una chiave per entrare in un mondo magico e vagamente scombinato, dove i tradizionali confini della musica sono stati aboliti.
 
L’aspetto più divertente, dal punto prettamente televisivo, è che «Sostiene Bollani» è firmato anche da Giovanni Filippetto, Emanuela Andreani, Fosco d’Amelio, Francesca Nesler e Rosaria Parretti. Ebbene, la loro presenza non si sente, né si vede. Com’è giusto che sia. 

LUCA BOTTURA E FEDERICO TADDIA TRA I PREMIATI 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
IL XXXIX PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER IL LIBRO«MISSION TO MARX» (Aliberti Editore) A:

LUCA BOTTURA
 

 Mission to Marx di Luca Bottura è la prima garzantina satirica della storia dell’umanità. Raccoglie migliaia di voci, biografie, fotografie inedite, tavole sinottiche sulla sinistra italiana. Un repertorio di tesi capziose e profonde analisi politiche travestite da plateali cazzate. O viceversa. L’urticante foto di gruppo del movimento che voleva cambiare la Storia e invece ha cambiato soltanto nomi e indirizzo per non farsi beccare dagli elettori inferociti. Un’allegra, rinfrescante, rigenerante presa per il culo. Da non perdere la foto del ciuffo di Matteo Renzi concorrente alla “Ruota della fortuna”.

IL XXXIX PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER GLI AUTORI A:

FEDERICO TADDIA

Federico Taddia parla, scrive e scrive per altri che parlano.
E lo fa, benissimo, su “Topolino”, “la Stampa”, Radio 24. A Cento ha inventato "Teste Toste", rassegna annuale di lezioni tenute da docenti universitari ad un pubblico di ragazzi fino ai 14 anni. Esperienza che nel 2010 si è ripetuta al Politecnico di Milano in collaborazione con Focus Junior.
È l’autore della parte politica dei monologhi di Fiorello in radio, tv e teatro. È uno degli autori di Crozza. Che dire di più? È bravissimo. Ogni giorno sfida Luca Bottura in un derby emiliano di satira politica: Taddia sul dorso di Bologna di “Repubblica”, Bottura su quello del “Corriere”. 

L’ESPRESSO del 4 agosto 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Paese che vai panico che trovi
 
I mercati finanziari mondiali sono minacciati da nuove crisi. Dalla Russia a Marte, dal Barango a Smeraldia le agenzie di rating e gli investitori trovano motivi di scontento. E le Borse si spaventano
 
La catastrofe della finanza pubblica negli Stati Uniti è stata evitata grazie a un ingegnoso accordo politico tra democratici e repubblicani. L’accordo stabilisce che la parola "bancarotta" va sostituita con il termine "qualche momentanea difficoltà". Nuove crisi, nel frattempo, incombono, minacciando di scatenare il panico nelle Borse mondiali.
 
Barango. Un’ispezione del Fondo monetario internazionale nella piccola Repubblica caraibica ha permesso di scoprire che il tesoro pubblico ammonta sì a 300 miliardi di dollari, ma in banane. I titoli di Stato baranghesi sono precipitati innescando una reazione a catena. Panico nelle Borse. Il panico si è attenuato solo quando ci si è resi conto che tutti i Bot di Barango erano nelle mani di un solo investitore, che ha rassicurato i mercati spiegando che vive con la pensione dell’anziana madre e gioca in Borsa solo per divertimento.
 
Russia. Una settimana dopo la caduta del comunismo, l’immenso patrimonio di risorse naturali, petrolio, miniere, armamenti, cereali, legname è caduto nelle mani di una dozzina di mafiosi che hanno investito tutto in squadre di calcio e mignotte. Secondo l’autorevole Moody’s il bilancio non è buono perché in vent’anni la mafia russa, con una ventina di squadre a disposizione, ha vinto appena una Coppa Uefa e le mignotte, a furia di ingozzarsi di ostriche e fois gras, sono diventate obese e impresentabili. Scarso, per fortuna, l’impatto di questo disastro economico sulla società russa, che era abituata alla fame anche prima e dunque non si accorge della differenza. Le Borse hanno deciso comunque di adottare una forma prudenziale di panico.
 
Nullistan. Il Nullistan ha un unico abitante che emette un unico titolo di Stato e coltiva un orto di cavoli, con i quali si sfama. Ogni anno il titolo di Stato frutta dieci centesimi che vengono reinvestiti nell’orto aggiungendo un nuovo cavolo, e così via. Un circolo virtuoso che rischia di mandare all’aria la finanza mondiale, che si regge, per antica tradizione, solo su circoli viziosi. Per questo ogni anno, quando viene reso pubblico il bilancio del Nullistan, si scatena il panico nelle Borse.
 
Smeraldia. Con le sue cupole dorate che sbucano d’improvviso dal folto della giungla, il regno di Smeraldia è il più ricco del pianeta. Forzieri ricolmi di pietre preziose e fontane che zampillano champagne sono a disposizione di ogni cittadino. Ma un ispettore di Moody’s, essendosi trovato male in un ristorante della capitale, ha tolto una forchetta al bilancio annuale di Smeraldia scatenando il panico nelle Borse mondiali.
 
Italia. La metà della popolazione è composta da dipendenti pubblici, l’altra metà da evasori fiscali. Come pagare lo stipendio alla prima metà, se la seconda non versa denaro nelle casse dello Stato? Finora lo Stato ha provveduto pagando di tasca sua e accumulando un debito pubblico astronomico, pari a 100 mila euro per abitante compresi i neonati, gli animali domestici e le mucche. Moody’s ha declassato l’Italia fino alla categoria "A meno meno meno", usata solo una volta nella storia per il bilancio di Atlantide. La situazione è disperata ma dà luogo al fenomeno, unico al mondo e assai apprezzato dai turisti, del panico di Borsa sceneggiato: in piazza Affari impiegate scarmigliate urlano e si strappano i vestiti di dosso, broker si lanciano dalle finestre maledicendo il santo patrono, investitori di opposte tendenze si affrontano in duelli rusticani all’arma bianca.
 
Marte. Non essendoci vita, non esiste un bilancio dello Stato. Nonostante questo Moody’s ha deciso di declassare, per puro divertimento, i conti pubblici marziani. Panico nelle Borse, che però è passato inosservato essendosi aggiunto a precedenti panici. 
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