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L’ESPRESSO del 4 agosto 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Paese che vai panico che trovi
 
I mercati finanziari mondiali sono minacciati da nuove crisi. Dalla Russia a Marte, dal Barango a Smeraldia le agenzie di rating e gli investitori trovano motivi di scontento. E le Borse si spaventano
 
La catastrofe della finanza pubblica negli Stati Uniti è stata evitata grazie a un ingegnoso accordo politico tra democratici e repubblicani. L’accordo stabilisce che la parola "bancarotta" va sostituita con il termine "qualche momentanea difficoltà". Nuove crisi, nel frattempo, incombono, minacciando di scatenare il panico nelle Borse mondiali.
 
Barango. Un’ispezione del Fondo monetario internazionale nella piccola Repubblica caraibica ha permesso di scoprire che il tesoro pubblico ammonta sì a 300 miliardi di dollari, ma in banane. I titoli di Stato baranghesi sono precipitati innescando una reazione a catena. Panico nelle Borse. Il panico si è attenuato solo quando ci si è resi conto che tutti i Bot di Barango erano nelle mani di un solo investitore, che ha rassicurato i mercati spiegando che vive con la pensione dell’anziana madre e gioca in Borsa solo per divertimento.
 
Russia. Una settimana dopo la caduta del comunismo, l’immenso patrimonio di risorse naturali, petrolio, miniere, armamenti, cereali, legname è caduto nelle mani di una dozzina di mafiosi che hanno investito tutto in squadre di calcio e mignotte. Secondo l’autorevole Moody’s il bilancio non è buono perché in vent’anni la mafia russa, con una ventina di squadre a disposizione, ha vinto appena una Coppa Uefa e le mignotte, a furia di ingozzarsi di ostriche e fois gras, sono diventate obese e impresentabili. Scarso, per fortuna, l’impatto di questo disastro economico sulla società russa, che era abituata alla fame anche prima e dunque non si accorge della differenza. Le Borse hanno deciso comunque di adottare una forma prudenziale di panico.
 
Nullistan. Il Nullistan ha un unico abitante che emette un unico titolo di Stato e coltiva un orto di cavoli, con i quali si sfama. Ogni anno il titolo di Stato frutta dieci centesimi che vengono reinvestiti nell’orto aggiungendo un nuovo cavolo, e così via. Un circolo virtuoso che rischia di mandare all’aria la finanza mondiale, che si regge, per antica tradizione, solo su circoli viziosi. Per questo ogni anno, quando viene reso pubblico il bilancio del Nullistan, si scatena il panico nelle Borse.
 
Smeraldia. Con le sue cupole dorate che sbucano d’improvviso dal folto della giungla, il regno di Smeraldia è il più ricco del pianeta. Forzieri ricolmi di pietre preziose e fontane che zampillano champagne sono a disposizione di ogni cittadino. Ma un ispettore di Moody’s, essendosi trovato male in un ristorante della capitale, ha tolto una forchetta al bilancio annuale di Smeraldia scatenando il panico nelle Borse mondiali.
 
Italia. La metà della popolazione è composta da dipendenti pubblici, l’altra metà da evasori fiscali. Come pagare lo stipendio alla prima metà, se la seconda non versa denaro nelle casse dello Stato? Finora lo Stato ha provveduto pagando di tasca sua e accumulando un debito pubblico astronomico, pari a 100 mila euro per abitante compresi i neonati, gli animali domestici e le mucche. Moody’s ha declassato l’Italia fino alla categoria "A meno meno meno", usata solo una volta nella storia per il bilancio di Atlantide. La situazione è disperata ma dà luogo al fenomeno, unico al mondo e assai apprezzato dai turisti, del panico di Borsa sceneggiato: in piazza Affari impiegate scarmigliate urlano e si strappano i vestiti di dosso, broker si lanciano dalle finestre maledicendo il santo patrono, investitori di opposte tendenze si affrontano in duelli rusticani all’arma bianca.
 
Marte. Non essendoci vita, non esiste un bilancio dello Stato. Nonostante questo Moody’s ha deciso di declassare, per puro divertimento, i conti pubblici marziani. Panico nelle Borse, che però è passato inosservato essendosi aggiunto a precedenti panici. 

L’ESPRESSO del 17 giugno 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Tutta colpa del malocchio

Il lifting di Silvio, realizzato con preziosissimo budello di ermellino, si allenta all’improvviso durante un discorso alle Nazioni Unite. E le orecchie scendono lentamente lungo il collo

 
L’incredibile serie di rovesci politici e privati di Silvio Berlusconi, secondo gli astrologi, è solo all’inizio. Una sfortuna inesauribile sembra accanirsi contro di lui. Queste le previsioni più accreditate Amore. Berlusconi ordina per telefono due escort take-away, ma per un malaugurato errore fa il numero di una palestra di karate per l’autodifesa femminile. Arrivano a Arcore Ludmilla e Irina Popova, due sorelle russe vincitrici del concorso "Giù le mani" grazie a una mossa tecnicamente difficilissima: riescono a neutralizzare i molestatori annodandogli braccia e gambe con il nodo Savoia. Il giorno dopo il premier si presenta a un importante vertice mondiale con braccia e gambe annodate, spiegando che si tratta di un improvviso attacco di artrosi deformante.
 
Scarpe. Berlusconi commissiona uno stock di scarpe col rialzo al calzaturificio La Bufala, molto raccomandato da Clemente Mastella. Purtroppo, si tratta di una partita avariata: nel corso della riconversione da caseificio a calzaturificio, alcune mozzarelle scadute sono finite per errore proprio nel rialzo delle scarpe destinate al premier, che collassano improvvisamente nel corso di una fotografia ufficiale. Nella fotografia, Berlusconi non compare.
 
Divorzio. Veronica Lario vince la causa di divorzio, le spettano 5 milioni di euro al mese. Per un errore di trascrizione, diventano 50 milioni al mese. Il ricorso dell’avvocato Ghedini, presentato con sollecitudine, viene rubato sulla scrivania del giudice, che aveva dimenticato la finestra aperta, dall’unico esemplare superstite di "falco protocollo", un rarissimo rapace che nidifica solo con le carte bollate. Il successivo ricorso, per sicurezza, viene consegnato a mano al giudice, che rassicura Ghedini e lo mette nella tasca dove aveva distrattamente dimenticato un cartoccio di alici sott’olio, che imbrattano il documento fino a renderlo illeggibile. Finalmente il terzo ricorso va a buon fine: l’alto burocrate addetto alla correzione legge: "C’è uno zero di differenza, correggetelo, dannazione!", e aggiunge subito un altro zero che portano gli alimenti di Veronica Lario a 500 milioni al mese.
 
Look. Il lifting di Berlusconi, realizzato con il preziosissimo budello di ermellino e garantito cinquant’anni, si allenta improvvisamente durante un discorso alle Nazioni Unite. Il chirurgo plastico si era dimenticato di spiegare a Berlusconi che le cuciture di budello vanno unte ogni anno con olio di fegato di ermellino e rinserrate con una speciale chiavetta a brugola. Impressionante lo spettacolo, in mondovisione, delle orecchie di Berlusconi che scendono lentamente lungo il collo, mentre le guance diventano due borse pendule e il mento si appoggia sullo sterno. Il premier, che non si è accorto di niente, pronuncia un ispirato discorso sul futuro del mondo, interrotto solo quando la cravatta di Marinella, anche lei collassata, si scioglie e si avvolge attorno al microfono.
 
Editoria. Berlusconi acquista personalmente i diritti di un romanzo inedito di Tolstoj, ritrovato a Mosca e sicuramente autentico. Per la Mondadori è il colpo del secolo. Il romanzo viene stampato in 40 lingue e in dieci milioni di copie. E’ più ponderoso di "Guerra e pace" e i critici, concordi, sostengono che è il vero capolavoro di Tolstoj. Si intitola "Precipizio", è la drammatica vicenda di un uomo molto ricco che, accecato dall’ambizione, diventa primo ministro senza averne le capacità e alla fine viene travolto dalla Storia e finisce in miseria, deriso da tutti. Quando Berlusconi se ne accorge è troppo tardi: il libro è già esaurito in tutto il mondo.
 
Politica. Sostenendo di voler intercettare i nuovi umori del paese, Berlusconi, con un colpo di teatro, diventa comunista sostenendo di essersi sempre sbagliato, regala il suo intero patrimonio a Emergency e si candida come nuovo leader della sinistra unita. La settimana dopo il centrodestra, con un inatteso colpo di coda, rivince le elezioni. 

L’ESPRESSO del 24 giugno 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Al ministero con il tricorno
 
La Lega si riposiziona. In cima ai suoi obiettivi c’è il trasferimento a Monza di una sede delle Poste. I 15 mila nuovi assunti avranno anche una partita Iva. Mentre la flotta padana bloccherà le barche dei clandestini Umberto Bossi a Pontida La Lega, il primo partito né di lotta né di governo della storia, sta discutendo sul suo futuro. Obiettivi. Bossi è in dubbio tra due possibilità: una guerra di Secessione per costituire uno Stato indipendente o, in alternativa, lo spostamento a Monza di un distaccamento del ministero delle Poste. Allo studio anche una terza soluzione, sintesi delle prime due: una guerra di Secessione per spostare a Monza una sede del ministero delle Poste. In tutti i casi, la premiership dell’amico Berlusconi non è in discussione: o gli verrà affidato il comando generale dell’Esercito padano, con il tricorno in testa, o la presidenza onoraria dell’ufficio postale di Monza.
 
Confini. Bossi è incerto sui confini del nuovo Stato. Secondo il vecchio progetto di Miglio la Padania va dalla Baviera alla Toscana. Ma le incomprensibili resistenze dei bavaresi e dei toscani suggeriscono a Bossi di valutare anche la possibilità di una città-Stato nel centro di Monza, sul modello del Vaticano, che mantenga rapporti amichevoli con il resto della città a patto che venga spostato al suo interno almeno un ufficio postale. Il rapporto con Berlusconi resterà solido grazie al suo acquisto della Villa Reale di Monza.
 
Armamenti. Clave, forconi e elmi cornuti sono solo folklore e hanno fatto il loro tempo. L’Esercito padano sarà dotato di armamenti moderni, come le clave a frammentazione della Beretta, che quando colpiscono il cranio del nemico esplodono in centinaia di schegge pericolosissime, e i forconi laser, già sperimentati nel Lodigiano per muovere le balle di fieno a distanza. L’elmo cornuto rimarrà invece in dotazione per onorare un vecchio contratto con Cinecittà. Il Grande Elmo di Bronzo già appartenuto al re goto Rutibaldo, pesante trenta chili e tempestato di ghiande, verrà offerto in dono all’amico Berlusconi per inaugurare il nuovo ufficio postale di Monza liberata.
 
Economia. Le assunzioni nei nuovi distaccamenti postali del Nord basterebbero a risollevare l’economia padana? Secondo uno studio della Fondazione Mastella, sì, a patto che nel solo ufficio postale di Monza vengano assunti 15 mila addetti allo sportello, seguendo un modello virtuoso già sperimentato a Ceppaloni. Secondo Giulio Tremonti, che ha partecipato all’ultima riunione degli economisti del Carroccio legato e imbavagliato, gli impieghi pubblici da soli non bastano: bisogna che ognuno dei nuovi assunti abbia una partita Iva, e che gli stipendi dei 15 mila nuovi imprenditori postali vengano pagati dall’amico Berlusconi, dandogli così l’opportunità di mantenere la sua premiership.
 
Immigrazione. L’ipotesi del blocco navale, con arrembaggio alle barche dei clandestini, non convince. In una prova simulata al largo di Lampedusa, i rampini lanciati verso le navi nemiche sono stati trattenuti dai migranti tunisini e rivenduti a caro prezzo al mercatino antiquario di Malta. Inefficaci anche le pesanti palle di cannone, che rimbalzano sui gommoni e finiscono in mare quando va bene, e tornano al mittente quando va male. Il Corsaro Verde (al secolo Christian Poderanza, un militante leghista già animatore del Carnevale di Codogno) si è dimesso dall’incarico di Grande Ammiraglio e ha chiesto di essere assunto nel nuovo ufficio postale di Monza, promettendo di levarsi la benda nera all’occhio per non spaventare i clienti. Il suo incarico a capo della flotta padana verrà offerto, in segno di amicizia, a Berlusconi, per altro già proprietario dei dodici galeoni usati per la simulazione.
 
Zingari. La questione degli zingari non ha potuto essere affrontata dallo stato maggiore della Lega perché la ventiquattrore contenente il documento introduttivo, stilato da Calderoli, è stata rubata a un semaforo da una dodicenne Rom, che l’ha rivenduta via Internet a un giornale satirico. Per non lasciare irrisolto lo spinoso problema, è stato deciso di affidarne la soluzione all’amico Berlusconi, la cui leadership non è in discussione. 

L’ESPRESSO del 1 luglio 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
I nonni del rock non mollano mai Vasco Rossi si ritira? E perché se Mick Jagger e Paul McCartney impazzano? Per non parlare di altre stelle. Come Jeremy Kapinski, famoso per aver mangiato piccioni crudi al raduno di Choopanooga
 
Vasco RossiL’annunciato ritiro di Vasco Rossi ha colto di sorpresa il mondo del rock: Vasco, sessant’anni il prossimo febbraio, è infatti il più giovane tra i rocker in attività. Il suo prematuro abbandono delle scene ha colto di sorpresa i colleghi.
 
Mick Jagger. Sessantotto anni compiuti (ma altri cinque li ha riscattati versando contributi volontari all’anagrafe), il leader degli Stones sta per lanciare il disco numero cento di una straordinaria carriera: una nuova versione di Satisfaction con la Royal Simphony Orchestra registrata alla Royal Albert Hall. Pur essendo una riesecuzione del brano originale, dura trentadue minuti: la maggiore durata dipende dal ritmo molto rallentato del batterista Charlie Watts. Per gli Stones ritrovarsi è sempre un piacere, anche se si riconoscono con qualche difficoltà e devono essere presentati l’uno all’altro dai collaboratori. La critica musicale ha definito "mitica" la nuova versione di Satisfaction e "mitica" l’interpretazione di Jagger.
 
Paul McCartney. Ha appena registrato un memorabile concerto alla Royal Albert Hall, accompagnato dalla Royal Symphony Orchestra. Ha eseguito una versione ancora più acustica dei suoi vecchi brani acustici, spiazzando la critica che si aspettava una versione un po’ meno acustica dei vecchi brani acustici. Grande sorpresa anche per lo spostamento della posizione in scaletta di Yesterday, non più quarta ma sesta: una decisione che sta facendo molto discutere i suoi fan. La critica ha comunque definito "mitico" il concerto, salutando in Paul "il più mitico tra i miti del rock".
 
Jeremy Kapinsky. Detto "l’urlo di Satana", il cantante dei Morturia a ottant’anni suonati dispone di una potenza vocale così straordinaria che nei ristoranti il maitre lo prega di scrivere le ordinazioni su un bigliettino per non spaventare gli altri clienti. Jeremy non mangia più i piccioni vivi come fece nel mitico raduno di Choopanooga, mandando in delirio quattrocentomila ragazzi. Ma è pur sempre in grado, come è accaduto alla Royal Albert Hall, di staccare un orecchio con un morso a un trombettista della Royal Symphony Orchestra. Nella sua autobiografia, con un grande atto di onestà intellettuale, confessa di non avere mai fatto uso di droghe, chiedendo scusa ai suoi fan. "Solo qualche abuso di bicarbonato dopo i concerti, per digerire i piccioni". Secondo la rivista "Hei Kids!", che è la Bibbia del rock, Jeremy Kapinsky è "uno dei personaggi più mitici che abbiano mai calcato le scene".
 
Big Tooga Mustle. Questo vero e proprio mito del blues porta ancora in giro i suoi centottanta chili per tutta l’America. "No, non avverto i miei novant’anni – ha detto Big Tooga a un giornalista di "Pop & Freaks", considerato la vera Bibbia del rock – forse perché mi sentivo una chiavica anche a venti". Accompagnandosi solo con una piccola chitarra di poco prezzo ("Little cheap guitar" è il suo brano più celebre), canta le sofferenze dei suoi fratelli neri nelle piantagioni di cotone. Per non turbare la sua grande sensibilità, il suo manager di sempre, Bill Tricky, gli ha tenuto nascosto l’esito delle Guerra di Secessione e l’abolizione della schiavitù. Il suo unico cruccio è non avere mai suonato alla Royal Albert Hall, ma forse verrà raggiunto in Louisiana dalla Royal Symphony Orchestra per eseguire "Little cheap guitar" accompagnato da centoventi elementi. Non ce n’è alcuna ragione e l’orchestra renderebbe inintellegibile la flebile voce di Big Tooga, ma la critica ha già definito l’evento "un incontro mitico tra due miti".
 
Wallace O’Hara. Il più grande folk-singer di tutti i tempi, che fu maestro di Bob Dylan e prima di lui di Woody Guthrie, scrive ancora le sue malinconiche ballate, i cui testi sono studiati in molte università per l’amara, intensa vena poetica. Nella sua ultima canzone scrive: "Vorrei andarmene prima che la notte sia troppo scura / E prima che qualche stronzo mi definisca "mitico" / Non avevi inventato i sinonimi, Signore? / E allora, perché ce li hai levati?". 

L’ESPRESSO del 7 luglio 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Povero Alberto, che nozze flop
 
Entrando in chiesa, il principe di Monaco non è stato riconosciuto nemmeno dalla sposa. Problemi anche per l’uniforme bianca con cui si è presentato: pare sia stata rubata a un tenore d’operetta boliviano
 
Alberto e Charlene di MonacoIl matrimonio tra Alberto di Monaco e la signora Charlene Sciancalepore (che tutti chiamano solo Charlene perché il cognome era stato tenuto rigorosamente nascosto) è stato l’evento meno seguito del 2011. Molto gravi le conseguenze per il Principato di Monaco e per l’industria del gossip.
 
Responsabilità. Il principe Alberto è l’imputato numero uno del clamoroso fiasco internazionale. Al suo ingresso in chiesa non è stato riconosciuto nemmeno dalla sposa e all’uscita è stato protagonista di un clamoroso inseguimento dei paparazzi, ma non è riuscito a raggiungerli. Molte polemiche anche per l’uniforme bianca, appartenuta a un tenore boliviano, star dell’operetta, che ne ha denunciato il furto.
 
Futuro incerto. In attesa di decidere che farne, il Principato è stato smontato e riposto in un magazzino del porto di Marsiglia. La Fondazione Buffalo Bill si è offerta di rilevare il tutto e di organizzare una serie di show nelle città di provincia americane, il favoloso "Marzipan Tour" che prevede un diorama di Atlantide, uno di Cartagine e una ricostruzione quasi completa, anche se in scala 1 a 2, del Principato di Monaco. Gli avvocati dei Ranieri stanno discutendo se accettare la riduzione in scala 1 a 2 dei membri della famiglia regnante.
 
Nemmeno il fidanzamento della principessa Stéphanie con un pescatore di frodo (i primi quattro mariti erano uno stunt-man, un ventriloquo, un maestro di ping-pong e il capitano della Nazionale di pallamano egiziana) è servito a rilanciare l’immagine del piccolo, antichissimo regno, che perfino le legioni romane evitavano come la peste a causa dei prezzi allucinanti.
 
Deficit pubblico. Il bilancio del Principato è sotto l’attento esame di Moody’s dopo la notizia della drastica riduzione dei finanziamenti pubblici per il circo, che costituiscono, da sempre, il principale cespite della famiglia Ranieri. Impressionanti i contraccolpi nella spensierata vita monegasca: perfino nei locali più chic è possibile consumare ostriche solo nascoste tra le cozze.
 
Formula Uno. Il celebre Gran Premio, che si snodava tra le strette curve di Montecarlo con alcuni spettacolari passaggi come "la curva del Coiffeur" (una chicane dentro un negozio di parrucchiere), è un lusso che il Principato non può più permettersi. I due unici rettilinei saranno venduti alla mafia russa come aree edificabili (il progetto prevede di costruirci boutiques per mafiosi russi) e la corsa, in formato molto ridotto, dovrà svolgersi all’interno di alcune case private messe a disposizione da appassionati mecenati e collegate tra loro. Molto richiesti i biglietti per assistere alla corsa seduti sui divani dei salotti dove passeranno i bolidi, ma ancora più richiesti i biglietti aerei per fuggire da Montecarlo nei giorni del Gran Premio.
 
Media. Il flop del matrimonio di Alberto e Charlene segna la fine di un’epoca. Come suggerisce Susan Ashton-Coleridge, la più raffinata e temuta cronista del jet-set, "forse i matrimoni regali hanno stracciato le palle". Si punta, dunque, su eventi di altro genere.
 
Per esempio, si parla molto delle imminenti nozze riparatrici tra Dominique Strauss-Kahn e la cameriera che lo accusa di stupro. Il contratto di matrimonio, molto chiacchierato, prevede che lui rifaccia i letti e passi l’aspirapolvere, che lei concorra alle primarie dei socialisti francesi e soprattutto che Bernard-Henri Lévy non scriva più una sola riga su di loro. Gli analisti considerano molto difficile che si arrivi a un accordo, perché almeno una delle tre ipotesi – la candidatura della signora alle primarie francesi – è del tutto inverosimile: sarebbe la prima volta che la gauche candida un povero all’Eliseo. 

L’ESPRESSO del 15 luglio 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
E Silvio pagò in Alfani di bronzo Tutto pur di non dare i 560 milioni alla Cir. I Berlusconi valutano le alternative: abolizione dell’euro oppure esilio in Brasile? Non si esclude il colpo di Stato. E nemmeno l’arrocco nella villa in Brianza
 
Come respingere l’ennesimo, inaudito attacco dei giudici comunisti? La famiglia Berlusconi sta studiando le possibili contromosse.
 
Etica. Prima di tutto sono state messe a fuoco le questioni di principio, che vanno anteposte a qualunque altra considerazione, e perfino agli interessi personali. Sul piano dei principi, pagare i 560 milioni di risarcimento alla Cir costituirebbe un gravissimo precedente: vorrebbe dire che anche per Berlusconi valgono le leggi di questo paese. Cioè – non so se vi rendete conto – che Berlusconi ha gli stessi doveri di un imbecille qualunque, come te che leggi questo articolo o io che lo sto scrivendo. Chiarito questo punto i Berlusconi hanno individuato una vasta gamma di strategie difensive.
 
Soluzione militare. E’ suggerita dalla figlia Marina, che ha partecipato alla riunione di famiglia indossando un’armatura medievale autentica, appena ritoccata dal suo chirurgo estetico che ha rinforzato la cotta toracica portandola dalla seconda alla quarta misura. Si tratta di fortificare Arcore e prepararsi a un lunghissimo assedio, con pentoloni di olio bollente ai davanzali e un lungo tunnel sotterraneo per i rifornimenti di cibo e di escort. I grossisti di carne suggeriscono di sperimentare, per la prima volta in Italia, le escort surgelate, da stivare in grandi freezer già complete di tubino nero, trucco e ciondolo con la farfallina: basta avere l’accortezza di lasciarle frollare un paio di giorni prima dell’uso.
 
Soluzione finanziaria. Abolire l’euro. Questo consentirebbe, oltre a trascurabili effetti minori come la cacciata dell’Italia dall’Europa, di dichiarare non esigibile qualsiasi somma in euro, compresa l’infame ammenda. Si tratterebbe poi di coniare una nuova moneta. Probabile l’introduzione del Silvio (valore leggermente superiore all’euro) con i suoi sottomultipli: il Piersilvio (che vale un decimo di Silvio) e altre monete spicciole come l’Alfano di bronzo, l’inconfondibile Bondo con il buco in mezzo e la minuscola Brunetta, così piccola che se cade per terra viene rapita dalle formiche e portata nella tana.
 
Soluzione politica interna. Costituzionalisti e giuristi vicini al premier hanno studiato tutte le vie percorribili per una soluzione politica che eviti alla famiglia Berlusconi di pagare i 560 milioni. E’ stato messo a punto un percorso complesso e delicato, formato da diverse fasi. Si tratterebbe di organizzare un colpo di Stato, sparare sulla folla, deporre Napolitano, arrestare gli oppositori, fucilare i membri del Csm, dichiarare il coprifuoco, abolire il Parlamento e, solo successivamente, una volta sistemati tutti i tasselli precedenti, apparire in televisione e dichiarare che non verrà pagato alcun risarcimento alla Cir.
 
Soluzione politica esterna. Ormai impraticabile l’esilio in Libia (troppo alto il rischio di essere bombardato dall’aviazione italiana), Berlusconi potrebbe chiedere asilo politico in Brasile, spiegando a Lula di essere vittima di una infame persecuzione politica, come Cesare Battisti, e di contare molti amici tra gli intellettuali francesi, tra i quali Sylvie Vartan. Per sembrare più credibile, Berlusconi si sta allenando a scrivere gialli, ma i primi tentativi sono deludenti: si capisce già dal primo paragrafo che il colpevole è il giudice comunista.
 
Soluzione psichiatrica. Per unanime convinzione è questa la più praticabile, quella che ha maggiori probabilità di successo. In diversi test, di fronte a psichiatri e criminologi di scuole differenti, i discorsi di Berlusconi sono stati giudicati "tipicamente paranoici, deliranti già nei presupposti, percorsi da megalomania deragliante, privi di qualunque connessione con la realtà". Ottime, dunque, le probabilità che il premier sia giudicato incapace di intendere e di volere e dispensato dal pagamento dei 560 milioni di euro. 

L’ESPRESSO del 21 luglio 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
La fa franca pure il cannibale
 
L’onorevole Sperticagna era accusato di tratta delle bianche, traffico di droga e omicidio. Ma non è bastato. Si salva anche Pecioni, corrotto e concusso: aveva versato una somma a se stesso per un appalto Alfonso Papa
 
Oltre ai casi Papa e Milanese, il Parlamento italiano dovrà pronunciarsi su numerose altre richieste di autorizzazione a procedere. Ecco le principali.
 
Onorevole Spiraglia. E’ accusato di avere costituito, a pochi passi da Montecitorio, un Parlamento clandestino, copia perfetta di quello originale con tanto di commessi, buvette, Transatlantico, nel quale la loggia segreta fondata dallo stesso Spiraglia legifera, distribuisce cariche pubbliche, nomina ministri, ospita scolaresche in visita. Imputato di cospirazione contro lo Stato, Spiraglia sostiene che il suo Parlamento è molto più efficiente di quello vero. La Giunta per le autorizzazioni sembra orientata a negare l’arresto perché quasi tutti i suoi membri fanno parte di entrambi i Parlamenti, quello vero e quello clandestino. Le polemiche sul doppio incarico vengono giudicate strumentali.
 
Senatore Di Mariulla. Salvo Di Mariulla è un anziano senatore del Pdl, molto somigliante a Vittorio De Sica, ricercato per truffa aggravata: pare, infatti, che non sia mai stato eletto, e da anni si finga senatore ritirando regolarmente lo stipendio. Fin dal primo giorno ha tratto in inganno i commessi grazie alla sicurezza con la quale si presenta a Palazzo Madama, alle cravatte ricercate e alla familiarità che dimostra con gli altri senatori. In una recente intervista ha ammesso di non essere senatore, ma di essersi via via affezionato all’ambiente. Il Parlamento ha deciso di negare l’autorizzazione all’arresto per truffa aggravata a causa del chiaro intento intimidatorio contro Di Mariulla, divenuto nel frattempo presidente della commissione Bilancio.
 
Onorevole Udinì. Gianni Udinì (ex Idv poi Pd, Responsabili, Futuro e Libertà, Pdl, Volkspartei, Verdi tedeschi, Juventus) è ricercato dall’Interpol dopo una rocambolesca evasione dal carcere di Algeri: ha costruito un cannone con la pentola del rancio e si è fatto sparare da un complice oltre il muro di cinta. E’ accusato di bisca clandestina, esercizio abusivo della professione circense, truffa, bigamia e falsa identità. La Giunta ha negato l’arresto per difetto di forma: nessuna delle fotografie sui nove passaporti dell’onorevole Udinì gli assomiglia. Ricevendo i giornalisti nel suo ufficio di Montecitorio, vestito da acrobata, l’onorevole si è esibito nello spettacolare numero che lo ha reso popolarissimo tra i colleghi: dopo una breve rincorsa, attraversa con un doppio salto morale una densa coltre di fumus persecutionis.
 
Onorevole Sperticagna. Aurelio Sperticagna, del gruppo dei Responsabili, è accusato di omicidio, tratta delle bianche, traffico di droga, rapina, banda armata e cannibalismo. Di fronte alla gravità inaudita delle imputazioni e all’impressionante mole di documenti e di prove prodotti dagli inquirenti (tra i quali due teste mozze), la Giunta si è detta impossibilitata a esprimersi e ha dunque negato l’arresto.
 
Onorevole Pecioni. Gaspare Pecioni è accusato contemporaneamente di corruzione e concussione, avendo versato una forte somma a se stesso per agevolare un appalto. Il caso è un unicum nella giurisprudenza mondiale. Gli stessi inquirenti hanno chiesto alla Giunta di non concedere l’arresto e di destinare Pecioni alle Facoltà di Legge di tutta Europa come oggetto di studio.
 
Carmine. Secondo una leggenda risalente ai tempi del Regno, tra i banchi del Parlamento si nasconderebbe, legislatura dopo legislatura, il bandito Santo Carmine, alla macchia dal 1905. A Palazzo Madama c’è chi giura di averlo visto, con il suo asino, aggirarsi tra i banchi dell’aula durante la notte, nutrendosi degli avanzi di cibo lasciati dai senatori. Si tratta, quasi certamente, solo di una suggestiva leggenda, ma la Giunta per le autorizzazioni ha comunque deciso di negare preventivamente ogni eventuale richiesta di arresto per non privare le istituzioni di una presenza così caratteristica. 

L’ESPRESSO del 26 maggio 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Dopo i rom, il terrore svizzero Quelli del Pdl non sanno più come spaventare l’elettorato che li sta abbandonando. Visto che agitare lo spauracchio degli zingari e degli islamici non ha funzionato, presto se la prenderanno con i produttori di orologi a cucù e con i Testimoni di Geova La paura dei comunisti, degli zingari, degli arabi e dei gay non garantisce più il rendimento politico di una volta. Gli esperti di Lega e Pdl, molto preoccupati, stanno mettendo a punto nuovi tipi di fobia per rilanciare le sorti del governo.
 
Svizzeri. Basta vedere una volta nella vita un orologio a cucù per capire che gli svizzeri sono una minaccia per l’umanità. La loro estrema vicinanza ai nostri confini è di per sé un inaccettabile vulnus. I sindaci lumbard propongono da anni, inutilmente, uno spostamento della Svizzera più a nord. I geografi della Lega, mappe alla mano, sostengono che, con qualche ritocco, è possibile una perfetta sovrapposizione della Svizzera al Belgio. Il pericolo elvetico è tornato recentemente alla ribalta dopo il naufragio, sul Ticino, di un barcone carico di svizzeri. Terribile lo spettacolo che si è presentato ai soccorritori: sul fiume galleggiavano centinaia di carte di credito, coniglietti di cioccolata e diverse mele trafitte da una freccia. L’inchiesta ha stabilito che il barcone, sponsorizzato dalla Emmenthal, era pieno di buchi.
 
Donne. Nel documento "Chi dice donna dice danno", la Lega rilancia con forza la grande questione della presenza femminile in Italia, giunta ormai, nel silenzio generale, all’impressionante percentuale del 50 per cento della popolazione. "Sono cifre spaventose", spiega il ministro Calderoli, "che attentano alla virilità del nostro popolo. Un Paese nel quale metà delle persone porta le scarpe con i tacchi e usa il rossetto è destinato a diventare un paese di froci". Nell’impossibilità materiale di espellere le donne dall’Italia, la Lega propone di ammassarle in centri di accoglienza e rieducazione, dove imparino a ruttare, pulirsi le unghie con la forchetta e parcheggiare una macchina senza ammaccarne altre tre.
 
Azerbaigiani. Incarnano alla perfezione tutti gli elementi che alimentano la xenofobia. Sono musulmani, vengono dall’Est, spaventano le vecchiette a causa del turbante, saturano la tromba delle scale di vapori mefitici facendo bollire carne di capra. L’unico problema è che non esiste immigrazione azera: l’unico azero presente in Italia fa il direttore di banca ed è molto benvoluto dalla clientela. Per rimediare, il governo ha in programma l’immissione forzata di 5 mila azerbaigiani, tutti nel caratteristico costume nazionale e tutti mulinando una scimitarra, in modo da renderne evidente l’aggressività.
 
Testimoni di Geova. Per scongiurare la piaga della scampanellata di primo mattino, Calderoli propone l’introduzione di campanelli e citofoni elettrificati. Purtroppo non sono ancora disponibili sul mercato campanelli selettivi, che diano la scossa solo ai testimoni di Geova ed evitino di folgorare parenti e amici. L’ala dura della Lega sostiene che anche parenti e amici devono imparare a starsene fuori dalle balle. "Basta con questa storia che tutti devono andare a casa di tutti", dice il sindaco leghista di Malmenate (Varese), che ha investito l’intero bilancio comunale in un centro di addestramento per dobermann ed è famoso per essere riuscito a trasformare il suo baio, ex trottatore, in un cavallo da guardia, in grado di abbaiare e azzannare il postino.
 
Formiche. Vi rendete conto di quanti miliardi di formiche attentano alle nostre tradizioni? Un’intera partita di polenta taragna, destinata a sfamare un raduno di guardie padane in Val Roncola, è stata divorata dalle formiche. "E’ ora di chiedersi da dove vengono tutte queste formiche", ha dichiarato Umberto Bossi, che ha affidato a un comitato scientifico il compito di stabilire l’origine dell’invasione. La grande disciplina delle formiche tende a escludere la loro origine meridionale, e fa piuttosto propendere per la matrice comunista: l’ambasciatore cinese e quello cubano sono stati convocati d’urgenza dal nostro governo. Polemiche per la continua fuga delle formiche dalla tendopoli di Gallarate, dove erano state stipate. Grandi difficoltà anche per identificarle una per una. 
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