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L’ESPRESSO del 26 maggio 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Dopo i rom, il terrore svizzero Quelli del Pdl non sanno più come spaventare l’elettorato che li sta abbandonando. Visto che agitare lo spauracchio degli zingari e degli islamici non ha funzionato, presto se la prenderanno con i produttori di orologi a cucù e con i Testimoni di Geova La paura dei comunisti, degli zingari, degli arabi e dei gay non garantisce più il rendimento politico di una volta. Gli esperti di Lega e Pdl, molto preoccupati, stanno mettendo a punto nuovi tipi di fobia per rilanciare le sorti del governo.
 
Svizzeri. Basta vedere una volta nella vita un orologio a cucù per capire che gli svizzeri sono una minaccia per l’umanità. La loro estrema vicinanza ai nostri confini è di per sé un inaccettabile vulnus. I sindaci lumbard propongono da anni, inutilmente, uno spostamento della Svizzera più a nord. I geografi della Lega, mappe alla mano, sostengono che, con qualche ritocco, è possibile una perfetta sovrapposizione della Svizzera al Belgio. Il pericolo elvetico è tornato recentemente alla ribalta dopo il naufragio, sul Ticino, di un barcone carico di svizzeri. Terribile lo spettacolo che si è presentato ai soccorritori: sul fiume galleggiavano centinaia di carte di credito, coniglietti di cioccolata e diverse mele trafitte da una freccia. L’inchiesta ha stabilito che il barcone, sponsorizzato dalla Emmenthal, era pieno di buchi.
 
Donne. Nel documento "Chi dice donna dice danno", la Lega rilancia con forza la grande questione della presenza femminile in Italia, giunta ormai, nel silenzio generale, all’impressionante percentuale del 50 per cento della popolazione. "Sono cifre spaventose", spiega il ministro Calderoli, "che attentano alla virilità del nostro popolo. Un Paese nel quale metà delle persone porta le scarpe con i tacchi e usa il rossetto è destinato a diventare un paese di froci". Nell’impossibilità materiale di espellere le donne dall’Italia, la Lega propone di ammassarle in centri di accoglienza e rieducazione, dove imparino a ruttare, pulirsi le unghie con la forchetta e parcheggiare una macchina senza ammaccarne altre tre.
 
Azerbaigiani. Incarnano alla perfezione tutti gli elementi che alimentano la xenofobia. Sono musulmani, vengono dall’Est, spaventano le vecchiette a causa del turbante, saturano la tromba delle scale di vapori mefitici facendo bollire carne di capra. L’unico problema è che non esiste immigrazione azera: l’unico azero presente in Italia fa il direttore di banca ed è molto benvoluto dalla clientela. Per rimediare, il governo ha in programma l’immissione forzata di 5 mila azerbaigiani, tutti nel caratteristico costume nazionale e tutti mulinando una scimitarra, in modo da renderne evidente l’aggressività.
 
Testimoni di Geova. Per scongiurare la piaga della scampanellata di primo mattino, Calderoli propone l’introduzione di campanelli e citofoni elettrificati. Purtroppo non sono ancora disponibili sul mercato campanelli selettivi, che diano la scossa solo ai testimoni di Geova ed evitino di folgorare parenti e amici. L’ala dura della Lega sostiene che anche parenti e amici devono imparare a starsene fuori dalle balle. "Basta con questa storia che tutti devono andare a casa di tutti", dice il sindaco leghista di Malmenate (Varese), che ha investito l’intero bilancio comunale in un centro di addestramento per dobermann ed è famoso per essere riuscito a trasformare il suo baio, ex trottatore, in un cavallo da guardia, in grado di abbaiare e azzannare il postino.
 
Formiche. Vi rendete conto di quanti miliardi di formiche attentano alle nostre tradizioni? Un’intera partita di polenta taragna, destinata a sfamare un raduno di guardie padane in Val Roncola, è stata divorata dalle formiche. "E’ ora di chiedersi da dove vengono tutte queste formiche", ha dichiarato Umberto Bossi, che ha affidato a un comitato scientifico il compito di stabilire l’origine dell’invasione. La grande disciplina delle formiche tende a escludere la loro origine meridionale, e fa piuttosto propendere per la matrice comunista: l’ambasciatore cinese e quello cubano sono stati convocati d’urgenza dal nostro governo. Polemiche per la continua fuga delle formiche dalla tendopoli di Gallarate, dove erano state stipate. Grandi difficoltà anche per identificarle una per una. 

L’ESPRESSO del 3 giugno 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Un consiglio: ricominci dal porno Lanciare proclami contro Santoro e i giornali non serve più. Perciò il Cavaliere potrebbe tornare ai suoi grandi classici: tipo mandare in tv una mulatta nuda in manette per lanciare appelli sui valori della famiglia Come recuperare popolarità e smalto mediatico? Silvio Berlusconi sta approntando le sue nuove strategie.
 
Internet. Il premier ha chiesto notizie su questo nuovo mezzo di comunicazione del quale ha tanto sentito parlare negli ultimi tempi. La sua intenzione sarebbe comperare il Web e affidarne la conduzione alle sorelle Carlucci, ma gli hanno spiegato che non è possibile. Anche il suo tentativo di controllare i palinsesti e nominare Augusto Minzolini direttore delle trecentododici milioni di pagine Facebook esistenti nel mondo è ritenuto irrealistico. Più fattibile l’idea di aggiornare il suo sito personale, con l’accattivante indirizzo www.silvioberlusconi.it, affidandone la conduzione a Red Ronnie, che è l’intellettuale del Pdl più aggiornato sulle nuove tecnologie: ha spiegato a Berlusconi il significato di "on" e "off".
 
Televisione. Sotto accusa la programmazione Mediaset, che sembra ferma agli anni Ottanta, con i colori pacchiani, le tette, i telefilm di terza mano, Paperissima che rimanda in onda le cadute dal seggiolone di bambini oggi quarantenni e vecchissimi incidenti sugli sci provocati dagli scarponi ancora con i lacci. Preoccupa anche il recente intervento alla prostata del Gabibbo. In particolari fasce orarie, agli angoli dei teleschermi sintonizzati su Mediaset pare siano nettamente distinguibili delle ragnatele. I creativi di Cologno Monzese hanno proposto di aumentare il numero delle tette, suscitando la reazione stizzita delle donne Mediaset: "Più di due a testa non ne abbiamo". Per ringiovanire le sue reti, Berlusconi ha in animo di sostituire il figlio Piersilvio con il nipotino Pierpiersilvio, che compirà due anni a giugno ma in Mediaset è atteso con qualche apprensione perché si teme abbia eccessive pretese culturali: sta imparando a parlare e conosce già una decina di frasi di senso compiuto.
 
Radio. Per la radio il premier ha una vecchia diffidenza, perché se una conduttrice mostra le tette le può vedere solo il tecnico in studio. Ma con qualche accorgimento, anche la radio può diventare compatibile con il berlusconismo: basta coprire il microfono con una calza di seta per ammorbidire la voce.
 
Porta a Porta. La vecchia propaganda porta a porta ha il valore aggiunto del calore umano. Berlusconi farà visita a un centinaio di famiglie-campione, suonando al campanello, sorridendo nello spioncino e dicendo "Sorpresa! Sono Silvio Berlusconi!". Il suo staff ha già individuato cento appartamenti disabitati da quindici anni per effettuare la prima tappa del tour.
 
Porno. Berlusconi ha saputo che, nella contrazione complessiva del pubblico televisivo, fanno eccezione i canali porno. Logico, dunque, sfruttare al meglio questo medium. Due le strategie possibili. La prima: il premier entra in campo all’improvviso nelle scene più movimentate, in giacca e cravatta per non turbare il pubblico cattolico, interrompe bonariamente la copula in corso, libera dalle manette la mulatta, si siede sul letto sorridente e rivolge un appello ai valori della famiglia. La seconda: Berlusconi, per non dare l’idea di voler tenere le distanze dai sentimenti popolari, partecipa attivamente alla scena, ammanetta la mulatta, lascia sul comodino un rotolo di banconote, si riveste in giacca e cravatta e rivolge un appello ai valori della famiglia. Per coinvolgere anche l’elettorato di sinistra, si sta sondando la disponibilità di Strauss-Kahn, che però ha chiesto un set troppo costoso, e con una clausola ("Ambiente molto elegante") che ha messo in difficoltà gli studios di Cologno Monzese.
 
Volantinaggio. Il vecchio volantinaggio, specie se effettuato sorvolando in biplano le principali città italiane, ha ancora la sua suggestione. Berlusconi intende lanciare personalmente sui principali centri storici milioni di sue fotografie sorridenti, con la didascalia "Incontra un amico: Silvio Berlusconi". "Il vero problema", ha confidato il premier ai collaboratori, "è che la gente non mi conosce abbastanza". 

L’ESPRESSO del 22 aprile 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Tutti a ridere, lo ordina il capo
 
Ha ragione il premier, basta con la cupezza della sinistra: da oggi le sue barzellette saranno diffuse in tutti luoghi pubblici con gli altoparlanti. E al nord arrivano le Ronde dell’Allegria, per rispettare il dovere patriottico del buon umore.
 
Il volume "Le barzellette di Silvio" sarà presto in tutte le librerie, nello spiritoso formato fallico suggerito dallo stesso premier. All’edizione economica sarà affiancato un cofanetto dei prestigiosi Meridiani Mondadori, con l’opera omnia di Berlusconi. Contiene un microchip che a ogni apertura di pagina emette risate registrate.
 
Edizione critica. I responsabili dei Meridiani, legati e imbavagliati in uno sgabuzzino da molti mesi, non sono stati in grado di dare anticipazioni sull’importante iniziativa della casa di Segrate. Secondo indiscrezioni, il lungo e paziente lavoro critico avrebbe portato il curatore del Meridiano (Pierino Anonimo, ma si tratterebbe di uno pseudonimo) a dividere l’opera in tre volumi: le barzellette sul culo, le barzellette sulla fica e le barzellette del periodo più maturo, quelle su culo e fica.
 
Lancio. Non era prevista alcuna presentazione dell’opera al Salone del Libro di Torino, perché la cupa egemonia della cultura azionista non tollera il buonumore. Per ovviare all’inconveniente, Berlusconi ha comperato il Salone del Libro e affidato la direzione a Chantal Ortis, una maîtresse colombiana che conosce il mondo letterario in tutti i suoi aspetti perché ha tra i suoi clienti uno scrittore, un tipografo, un libraio, un correttore di bozze e il più importante editore italiano. "Il Salone di quest’anno è dedicato al tema della memoria", ha detto Berlusconi, "e nessuno è più adatto di me per parlarne: ricordo a memoria più di 2 mila barzellette". Quanto al delicato tema della memoria dell’Olocausto, Berlusconi esclude che possa costituire un problema: "Conosco anche parecchie barzellette sugli ebrei". Gli ospiti più prestigiosi (Eco, Rushdie, Vargas Llosa, Pamuk e altri premi Nobel) sono stati tutti confermati, e solo al loro arrivo al Salone gli verrà detto che devono partecipare, tutti insieme, al dibattito "La sai l’ultima?", al termine del quale potranno autografare, per i loro fan, le copie del libro di Berlusconi.
 
Politica. L’uscita del libro del premier è solo il primo tassello di una nuova sfida politica, che prevede un attacco frontale alla tristezza della sinistra e la conseguente introduzione dell’Allegria di Stato. Al mesto, livido immaginario dell’opposizione, pieno di disoccupati, incidenti sul lavoro e migranti che annegano, il governo contrapporrà un’immagine dell’Italia ottimista e solare. E’ già iniziato l’addestramento delle Ridarelle, corpo di volontarie incaricato di diffondere il buonumore tra gli italiani. Che cosa c’è di più allegro di incontrare per la strada una bella ragazza con le tette di fuori che racconta storielle oscene ridendo a crepapelle? E come resistere al piacere di una schietta risata ogni volta che nei tram, in metropolitana, nei supermercati, nei posti di lavoro, a scuola, gli altoparlanti diffonderanno la Barzelletta del Giorno, con la voce di Berlusconi che parla di culo e fica e le famiglie italiane che finalmente sentono tutelati i loro valori tradizionali? Imparare a ridere sarà, per ogni italiano, un dovere patriottico.
 
Ordine pubblico. Le nuove ronde di Volontari dell’Allegria, con il simpatico fez in testa e il divertente manganello priapico, andranno casa per casa a stanare le persone tristi, sinonimo di comunisti. Racconteranno a ogni caso sospetto una barzelletta di Berlusconi, e basterà una bella risata per fugare ogni dubbio. Altrimenti, i renitenti dovranno baciare in ginocchio il manganello, e saranno avviati nei campi di rieducazione dove si impara finalmente a capire quanta allegria ci sia nelle storielle su fica e culo di Berlusconi, e quale generosa prova di amicizia sia renderci partecipi del suo buonumore. Nei casi di tristezza irriducibile (se, per esempio, non si ride neanche sentendo un’arringa di Ghedini), verranno applicati alla mandibola appositi elettrodi, che provocano una continua risata artificiale, anche durante il sonno. 

Rovereto 17 – 18 – 19 giugno 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News

(riceviamo dall’Anart e pubblichiamo)

 
Finalmente una buona notizia: torna il Premio Ideona!

 

Il Festival Futuro Presente di Rovereto accoglie Ideona all’interno dell’edizione estiva, dedicata alla comunicazione e dal titolo "La creatività possibile".

 

L’evento sarà ospitato dalla importante struttura del Mart, il Museo dArte Contemporanea di fama mondiale.

 

Il 17, 18 e 19 giugno si avrà la possibilità di incontrarsi per parlare degli ultimi avvenimenti che riguardano la professione dell’autore.

 

Molti sono gli argomenti di cui discutere, primo tra tutti quello di mettere le basi per creare un contratto collettivo nazionale da proporre in sede istituzionale.

 

Per questo invitiamo tutti gli iscritti ANART a partecipare.

 

Potete chiedere liscrizione compilando il modulo presente sul sito ANART oppure contattando Alice Asnaghi (349.1582829)

 

Ideona è aperta a tutti gli autori che ne vorranno far parte.

L’organizzazione cercherà di dare accoglienza al maggior numero possibile di ospiti.

 

A differenza delle precedenti edizioni, lassegnazione del premio Ideona 2011 avverrà attraverso il sito dell’evento.

La votazione riguarderà solo la lista dei programmi nati dopo lultima edizione del premio Ideona del 2006.

 

L’evento prevederà non solo i due pomeriggi d’incontri tra gli autori e la serata di premiazione finale ma anche un ricco programma di incontri e workshop aperti al pubblico.

 

Il programma è in via di definizione e, appena pronto, potrete leggerlo sul sito dellANART.

L’ESPRESSO del 15 aprile 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Si vota a Milano tra Expo e risciò 
 
Febbrile vigilia elettorale nella metropoli lombarda. La Moratti annuncia cambiamenti. Ma tutto ruota intorno a don Verzé e ai più affermati creativi milanesi della moda. Come Mara Troller Il sindaco di Milano Letizia Moratti sta vivendo una febbrile vigilia elettorale. Il sindaco Letizia Moratti dispone, per la propaganda, di una somma così esorbitante che il suo avversario Pisapia le ha proposto di finanziare, già che c’è, anche la campagna dell’opposizione.
 
Strategia. La strategia elettorale di Letizia Moratti è allo studio degli analisti politici di tutto il mondo. Promettendo una Milano finalmente nuova e moderna, induce l’elettore a chiedersi chi è il pirla che l’ha governata fino adesso. Si tratta di un abile stratagemma per mettere la Moratti comunque al centro della scena politica milanese, a poche settimane dalle elezioni. Per perfezionare anche nei minimi dettagli il suo piano, la stessa Moratti straccia i suoi manifesti elettorali davanti ai fotografi e li sostituisce con altri, perfettamente identici.
 
Expo. E’ ovviamente il fiore all’occhiello dell’amministrazione Moratti. Già in avanzato stato di realizzazione l’enorme scritta EXPO, in polistirolo dipinto, che campeggerà sopra un edificio ancora da stabilire. Per non dare adito a polemiche le quattro lettere sono state appaltate a quattro soggetti diversi (il costruttore Ligresti, i figli di Ligresti, la sorella di Ligresti e la Fondazione Ligresti) che però non riescono a mettersi d’accordo tra loro. Ciascuno di loro vorrebbe fare la O, che è la lettera più ambita perché la più facile da realizzare. A parte la scritta, tutto il resto è ancora in fase di discussione. Il progetto iniziale, di stampo ambientalista (trasformare Milano in un’enorme piantagione di fagiolini, e farne la capitale mondiale del fagiolino) ha subito qualche modifica: si faranno 20 nuovi quartieri, ma la tangenziale a sei corsie che li collega si chiamerà, in omaggio allo spirito originario dell’Expo, via del Fagiolino.
 
San Raffaele. Il devastante buco di bilancio del San Raffaele getta ombre sul futuro di Milano. Così come Torino dipende dalla Fiat, l’economia lombarda dipende in larga parte dal numero di analisi cliniche che il colosso ospedaliero di don Verzé riesce a fatturare alla Regione. I militanti di Comunione e liberazione, molto preoccupati dalla situazione, per sostenere il fatturato del San Raffaele fanno l’analisi delle urine ogni quattro ore. Ci si interroga, nel frattempo, su come abbia fatto don Verzé ad accumulare un debito di quasi un miliardo di euro. Perché, per esempio, ha acquistato una enorme fazenda in Argentina? Lui si difende sostenendo che si tratta, in realtà, del primo centro mondiale per mucche cardiopatiche.
 
Moda. Che cosa sarebbe Milano, senza la moda? Come si potrebbe fare a meno dei caratteristici eventi nei nuovi locali in plexiglas, dove alle sei del pomeriggio un giapponese transessuale presenta una nuova linea di forcine per capelli e puoi mangiare tartine di sgombro fianco a fianco con Mara Troller, Uri Bandon, le sorelle Spazzagno e i più affermati creativi milanesi? Che sensazioni imperdibili provano, i milanesi, quando vedono Porta Venezia illuminata da migliaia di fari color salvia e pervinca per celebrare la Settimana del Bottone?
 
Il sindaco Moratti ha in animo diversi incentivi per rafforzare il ruolo di Milano capitale della moda. Il primo è fare forti pressioni su ferrovie e compagnie aeree perché decuplichino il prezzo dei biglietti per Parigi. Preoccupa anche la piaga dell’anoressia: i marciapiedi milanesi verranno drasticamente ristretti per mettere più a loro agio modelle alte due metri e larghe quindici centimetri.
 
Chinatown. L’invadenza dei commercianti cinesi, che scaricano casse di pentole a ogni ora del giorno e della notte, è solo un ricordo. Allo scarico di pentole si è infatti aggiunto quello di pantofole di felpa, molto meno rumoroso. "Come vi avevo promesso, via Sarpi non è più un quartiere dominato dai cinesi", ha detto il sindaco Moratti, preceduta dal suono di un gong, affacciandosi da un risciò. 

L’ESPRESSO del 8 aprile 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
L’iPad 2: consigli per l’uso
 
Grazie a una fantastica applicazione, può trasformarsi nel cartello ‘Torno subito’ da appende alla porta. In alternativa, c’è il segnale orario in torinese, l’archivio delle analisi del sangue di tutti i gatti d’Europa e il prete virtuale che ti assolve se passi a Tim. Il lancio sul mercato del nuovo iPad ha colto impreparati gli utenti, alcuni dei quali erano ancora in coda per comperare quello vecchio. Steve Jobs ha voluto rassicurare i possessori di iPad 1, spiegando che presto saranno incazzati anche i possessori di iPad 2 perché tra quindici giorni uscirà iPad 3. E così via. Le differenze. Nel nuovo modello sono cambiati Photo booth, Smart cover, Chip dual core, Key board, Jailbreak, Multi touch, Cpu, Gpu, Ram, Pop, Soc e Ciaf. Lo stesso Steve Jobs ha garantito che a ciascuna di queste caratteristiche tecniche e di queste funzioni verrà presto attribuito un significato, perché la ricerca Apple non conosce tregua. Gli utenti più smaliziati, nel frattempo, scoprono qualità inedite della tavoletta: lasciandola fermentare in acqua e sale per una settimana assume la morbidezza di una lasagna e può essere comodamente ripiegata in una tasca. Psicologia. Come tutti gli apparecchi di nuova generazione, iPad 2 ha migliaia di funzioni, ma l’utente medio usa solo le tre principali, che sono On, Off e Vaffanculo quando non riesce a capire come accedere alle altre. Questo stato di frustrazione deriva dal complesso di inferiorità degli esseri umani rispetto alla tecnologia, ma Steve Jobs assicura che tutto si sistema non appena l’utente si rende conto di essere effettivamente inferiore, mettendosi il cuore in pace. È comunque in funzione un call-center di assistenza psichiatrica, consultabile solo attraverso iPad 2. Dai test sperimentali emerge questa conversazione tipo: "Buongiorno sono Deborah, in che cosa posso aiutarla? Pronto? Mi sente? No, non tocchi il Bloom… Ma che fa? Lasci stare il Fif, per carità… Pronto? Guardi lo schermo, per cortesia… No, quello è il retro, signore, giri il suo iPad… Mi sta ascoltando? La prego, smetta di brancicare istericamente sulle applicazioni… No! Si fermi! Non lanci la tavoletta contro il muro! La funzione Thud non è ancora in dotazione! Signore! Signore, mi sente? Pronto?". Applicazioni. Di serie: la doppia fotocamera per fotografare te stesso mentre fotografi chi ti sta fotografando, lo speciale navigatore pedonale che ti fa camminare solo sui meridiani e i paralleli, la possibilità di trasformare iPad 2 nel cartello "torno subito" da appendere al pomello della porta. Ma sono molte migliaia le applicazioni aggiuntive che vanno a ruba tra gli utenti di iPad. Si va dal segnale orario in torinese al confessionale elettronico, con il prete che ti assolve se passi a Tim, alla connessione fissa con le aste di arazzi del Seicento di tutto il mondo, all’archivio delle analisi del sangue di tutti i cani e i gatti d’Europa, al manuale per la manutenzione delle targhe automobilistiche rovinate dall’usura, più altre infinite occasioni di contatto umano, socializzazione, cultura. Marketing. Gli utenti tipici di iPad si dividono in due tipologie precise: il professionista quarantenne urbano abbiente e il bambino di sette anni. Nei test attitudinali rispondono nello stesso identico modo, tanto che gli esperti di marketing di tutto il mondo hanno ormai parificato le due categorie, allestendo campagne promozionali unificate. Lo slogan è "Bello iPad! Tanto bello! Compra! Compra subito!". È stato giudicato un po’ troppo elementare dal bambino di sette anni, ma accolto con entusiasmo dal professionista quarantenne urbano. Smaltimento. Che fare di iPad 1, dopo l’uscita di iPad 2? La tavoletta non è facile da smaltire: i rifiuti elettronici sono così inquinanti che i gabbiani, quando ne ingoiano uno in una discarica, per tutta la vita fanno inversione a U alla prima rotonda. Alla domanda "come riciclare un apparecchio obsoleto, grosso come una piastrella?", Steve Jobs ha dato una risposta all’altezza della sua fama di guru: "La domanda contiene già la sua risposta. È grande come una piastrella? Non mi dite che non avete un bagno o una cucina da piastrellare". 

LA STAMPA del 10 febbraio 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Anche gli italiani scoprono i vantaggi di scambiarsi le abitazioni: vacanze da sogno, ma low cost
 
Se al vostro arrivo la casa non vi sembra all’altezza delle vostre aspettative evitate le recriminazioni: un po’ di tolleranza è le regola base di ogni perfetto «scambista».
 
Un modesto bilocale nella prima periferia di Milano, vista tangenziale, in cambio di una villa extralusso con tanto di piscina e governante nel cuore dell’Australia. Un piccolo casolare nell’Oltrepo pavese invece può valere un week-end a Valencia, Barcellona, Oslo, Parigi, ma anche un paio di settimane in California. Per dieci giorni alle Hawaii invece può bastare una villettina a schiera nella provincia bolognese.
 
Io do una casa a te, e tu dai una casa a me: eccolo il baratto globalizzato delle vacanze a costo zero. A patto di trovare il coraggio di lasciare il proprio amato tetto in mano altrui, di non essere troppo schizzinosi nel sapere che qualcuno dormirà nel tuo letto e di non fare scenate isteriche se nella cucina dell’abitazione scelta manca il forno a microonde o se in bagno non c’è il bidet.
 
Un po’ per merito della crisi e un po’ per il desiderio di viaggiare in un modo diverso, meno turistico e più immerso nelle realtà che si vanno a visitare, anche in Italia sta esplodendo la passione per lo scambio di casa. «Quest’anno gli italiani hanno fatto circa 8 mila scambi, e i nostri soci stanno aumentando di mese in mese: attualmente sono più di 1600», spiega Cristina Pagetti, responsabile di www.scambiocasa.com, divisione italiana di Home Exchange, la maggior associazione mondiale con i suoi quasi 40mila iscritti. «Gli Stati Uniti rimangono la meta preferita insieme alle maggiori capitali europee, mentre ultimamente sta tirando tantissimo l’Australia. Noi italiani siamo comunque fortunati poiché la nostra nazione è la più richiesta dagli stranieri, quindi è facilissimo fare "buoni affari": in cambio di case assolutamente normali si può davvero passare le vacanze in ville e in luoghi da sogno».
 
La coppia di pensionati che ha tempo ma non tanti soldi, la famiglia numerosa che non vuol rinunciare a un bel soggiorno, il single che non sopporta la vita da hotel o l’artista che deve vivere per qualche giorno all’estero: non esiste lo «scambista» standard. L’iter è semplice: dal sito ci si iscrive all’associazione versando una quota di 84 euro all’anno, si realizza un profilo dettagliato della casa e in un attimo si è inseriti nel catalogo virtuale.
 
Con un sano principio di buon senso turistico: fai al tuo ospite quello che vorresti che lui facesse a te.
 
IL GALATEO
1. Gli oggetti fragili
Meglio riporli in una stanza chiusa o in un armadio per evitare spiacevoli sorprese.
2. In bagno
Lasciare saponette nuove, confezioni di shampoo, bagno schiuma e asciugamani puliti è una gentilezza molto apprezzata.
3. Bambini
Se sapete che la famiglia ospite ne ha, fate trovare qualche giocattolo per i piccoli.
4. La cortesia
Se gli ospiti arrivano di sera, lasciate una bottiglia di latte in frigo, con pane e caffè per la prima colazione.
5. Le istruzioni
Devono essere dettagliate e scritte chiaramente su un foglio di carta: dall’uso della caldaia all’eventuale impianto di irrigazione in giardino.
6. Numeri utili
Lasciate un elenco dei telefoni per le emergenze, dall’idraulico al Pronto soccorso.
7. Le pulizie
Ci si accorda in anticipo, ma prima di andare via è buona norma lasciare la casa in ordine e pulita.
8. Gli animali
Se ve ne sono, il proprietario della casa può chiedere di assisterli durante la sua assenza.
9. Ringraziamenti
Al termine del soggiorno è bene lasciare due righe di saluto e apprezzamento ai padroni di casa.
10. Accontentarsi
Se al vostro arrivo la casa non vi sembra all’altezza delle vostre aspettative evitate le recriminazioni: un po’ di tolleranza è le regola base di ogni perfetto «scambista». 
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