L’ESPRESSO del 15 aprile 2011
Si vota a Milano tra Expo e risciò
Febbrile vigilia elettorale nella metropoli lombarda. La Moratti annuncia cambiamenti. Ma tutto ruota intorno a don Verzé e ai più affermati creativi milanesi della moda. Come Mara Troller Il sindaco di Milano Letizia Moratti sta vivendo una febbrile vigilia elettorale. Il sindaco Letizia Moratti dispone, per la propaganda, di una somma così esorbitante che il suo avversario Pisapia le ha proposto di finanziare, già che c’è, anche la campagna dell’opposizione.
Strategia. La strategia elettorale di Letizia Moratti è allo studio degli analisti politici di tutto il mondo. Promettendo una Milano finalmente nuova e moderna, induce l’elettore a chiedersi chi è il pirla che l’ha governata fino adesso. Si tratta di un abile stratagemma per mettere la Moratti comunque al centro della scena politica milanese, a poche settimane dalle elezioni. Per perfezionare anche nei minimi dettagli il suo piano, la stessa Moratti straccia i suoi manifesti elettorali davanti ai fotografi e li sostituisce con altri, perfettamente identici.
Expo. E’ ovviamente il fiore all’occhiello dell’amministrazione Moratti. Già in avanzato stato di realizzazione l’enorme scritta EXPO, in polistirolo dipinto, che campeggerà sopra un edificio ancora da stabilire. Per non dare adito a polemiche le quattro lettere sono state appaltate a quattro soggetti diversi (il costruttore Ligresti, i figli di Ligresti, la sorella di Ligresti e la Fondazione Ligresti) che però non riescono a mettersi d’accordo tra loro. Ciascuno di loro vorrebbe fare la O, che è la lettera più ambita perché la più facile da realizzare. A parte la scritta, tutto il resto è ancora in fase di discussione. Il progetto iniziale, di stampo ambientalista (trasformare Milano in un’enorme piantagione di fagiolini, e farne la capitale mondiale del fagiolino) ha subito qualche modifica: si faranno 20 nuovi quartieri, ma la tangenziale a sei corsie che li collega si chiamerà, in omaggio allo spirito originario dell’Expo, via del Fagiolino.
San Raffaele. Il devastante buco di bilancio del San Raffaele getta ombre sul futuro di Milano. Così come Torino dipende dalla Fiat, l’economia lombarda dipende in larga parte dal numero di analisi cliniche che il colosso ospedaliero di don Verzé riesce a fatturare alla Regione. I militanti di Comunione e liberazione, molto preoccupati dalla situazione, per sostenere il fatturato del San Raffaele fanno l’analisi delle urine ogni quattro ore. Ci si interroga, nel frattempo, su come abbia fatto don Verzé ad accumulare un debito di quasi un miliardo di euro. Perché, per esempio, ha acquistato una enorme fazenda in Argentina? Lui si difende sostenendo che si tratta, in realtà, del primo centro mondiale per mucche cardiopatiche.
Moda. Che cosa sarebbe Milano, senza la moda? Come si potrebbe fare a meno dei caratteristici eventi nei nuovi locali in plexiglas, dove alle sei del pomeriggio un giapponese transessuale presenta una nuova linea di forcine per capelli e puoi mangiare tartine di sgombro fianco a fianco con Mara Troller, Uri Bandon, le sorelle Spazzagno e i più affermati creativi milanesi? Che sensazioni imperdibili provano, i milanesi, quando vedono Porta Venezia illuminata da migliaia di fari color salvia e pervinca per celebrare la Settimana del Bottone?
Il sindaco Moratti ha in animo diversi incentivi per rafforzare il ruolo di Milano capitale della moda. Il primo è fare forti pressioni su ferrovie e compagnie aeree perché decuplichino il prezzo dei biglietti per Parigi. Preoccupa anche la piaga dell’anoressia: i marciapiedi milanesi verranno drasticamente ristretti per mettere più a loro agio modelle alte due metri e larghe quindici centimetri.
Chinatown. L’invadenza dei commercianti cinesi, che scaricano casse di pentole a ogni ora del giorno e della notte, è solo un ricordo. Allo scarico di pentole si è infatti aggiunto quello di pantofole di felpa, molto meno rumoroso. "Come vi avevo promesso, via Sarpi non è più un quartiere dominato dai cinesi", ha detto il sindaco Moratti, preceduta dal suono di un gong, affacciandosi da un risciò.
L’ESPRESSO del 31 marzo 2011
Ogni regione ha la sua ricetta per una calda accoglienza ai profughi. Si va dai vagoni piombati del Veneto alle tovaglie di pizzo spedite dalla Moratti. Intanto non decolla il ponte Lampedusa-Tunisi promesso da Silvio Berlusconi a Lampedusa
Lo smistamento dei profughi di Lampedusa sta provocando un vivace dibattito nel mondo politico. Molte le soluzioni allo studio: dall’affondamento dell’isola con tutto il suo contenuto (Borghezio) fino all’adozione di un magrebino per ogni famiglia pugliese (la proposta è della Regione Lombardia). Vediamo nel dettaglio.
Veneto. La Regione Veneto fa osservare di essere strutturalmente impreparata a ospitare i profughi. Mancano i vagoni piombati per il trasporto. Utilizzare i normali treni locali italiani viene considerato inaccettabile dal punto di vista umanitario perfino dalla Lega. Più possibilista la Confindustria, che con l’arrivo di migliaia di immigrati prevede un forte incremento in almeno due importanti comparti: quello del filo elettrificato e quello dei randelli di frassino, caratteristica produzione della Val Pestagna.
Lombardia. A sorpresa, la Provincia di Varese ha prenotato 5 mila profughi. Ma si trattava di un equivoco: un funzionario inesperto credeva che i profughi di Lampedusa fossero biscotti tipici, come i baicoli di Venezia e gli amaretti di Saronno. Il sindaco Moratti, con una colletta tra le signore milanesi, ha inviato a Lampedusa 500 tovaglie di pizzo. I profughi le hanno molto apprezzate, pur trovandole un po’ coriacee anche dopo una prolungata bollitura. Mobilitata anche la Compagnia delle Opere, che ha vinto la gara d’appalto per costruire a Lampedusa un enorme ospedale per le malattie degenerative della terza età, diretto da don Verzé e convenzionato con la Regione Sicilia, dove un migliaio di immigrati dovrebbe trovare posto come lungodegenti, in attesa di invecchiare.
Sicilia. Impegnata nel settimo rimpasto dal 2009, la Giunta regionale ha offerto a due tunisini, appena sbarcati da un gommone, di entrare in maggioranza per salvare la stabilità di governo, attualmente formato da Noi Sud, Nuovo Sud, Per il Sud, Autonomisti autonomi, Lista Lombardo, Lista Sciumé, Autonomisti per Sciumé e Noi Sciumé. I due tunisini hanno accettato e formeranno il nuovo gruppo Responsabili d’Oltremare-Amici di Sciumé, dimettendosi per correttezza da Al Qaeda. Ancora incerta la posizione della mafia, divisa al suo interno: alcune cosche propongono di imporre il pizzo ai profughi, altre di ucciderli chiedendo il pizzo alle pompe funebri.
Emilia-Romagna. La tradizionale rete di solidarietà sociale della regione rossa per eccellenza si è mobilitata per fare fronte all’emergenza. Gli asili nido di Reggio Emilia, famosi nel mondo per la didattica avanzatissima, ospitano qualche centinaio di ventenni tunisini, molto contenti del vitto, ma di difficile integrazione quando gli si chiede di cantare "Il pulcino ballerino" battendo le mani. Le discoteche gay di Rimini hanno messo a disposizione 20 posti da cubista, ma i clienti si lamentano perché i nuovi assunti non capiscono le avances sessuali in italiano, e quando le capiscono li accoltellano.
Lazio. A Roma sono già arrivati 20 mila tunisini, 5 mila algerini, mille libici e una famiglia bielorussa, che ha approfittato della confusione. Ma l’impatto con la città è stato molto modesto, perché il casino è già tale che i nuovi arrivati passano inosservati.
Berlusconi. Il progetto del ponte Tunisi-Lampedusa (una sola campata), promesso dal premier a una decina di leader arabi nel corso di una degustazione di vini rossi a Casablanca, mette in imbarazzo il governo. "Le polemiche sono strumentali", reagisce Berlusconi, "perché il ponte prevede i due sensi di marcia, c’è chi arriva e c’è chi parte. Oltretutto i clandestini arrivano sui barconi, e anche un cretino può capire che un barcone non è in grado di viaggiare su un nastro d’asfalto". Pare comunque che il progetto fosse tecnicamente irrealizzabile: la rotatoria con deviazioni per Napoli e Tripoli prevista al centro del canale di Sicilia non offriva le necessarie garanzie di stabilità.
L’ESPRESSO del 18 febbraio 2011
Immigrati, ci pensa la Brambilla
Per reagire agli sbarchi dei tunisini, la ministra del turismo proporrà presto una controinvasione di italiani a Djerba, con buffet tutto compreso. Marchionne invece ha avuto l’idea di assumerli tutti, per farli lavorare 36 ore ore al giorno(18 febbraio 2011) Sbarchi a LampedusaLa nuova ondata di migranti pone seri problemi alle autorità italiane. "Sono solo pochi radical chic addestrati nei salotti di Tunisi", ha dichiarato il ministro Gelmini. Ma secondo le prime verifiche i radical chic infiltrati sarebbero solo tre su cinquemila, subito identificati dalla polizia perché erano fradici di sudore a causa del kaftano di cachemire. Secondo indiscrezioni, si tratterebbe di tre latitanti di Mazara del Vallo travestiti, giunti in Italia per partecipare al Festival di Sanremo su invito di Fabrizio Corona. Quanto agli altri migranti, non chiedono lo status di rifugiati politici ma quello, molto più efficace in Italia, di nipoti di Mubarak, presentando documenti falsi. Alcuni hanno anche ritoccato la fotografia, aggiungendo un paio di tette, considerate il vero lasciapassare per il nostro Paese. Poiché il Parlamento, approvando una proposta del Pdl, ha appena sancito che soccorrere i nipoti di Mubarak è doveroso, il governo italiano si vede costretto a regalare a ogni nuovo immigrato un ciondolo Swarovsky e una busta con settemila euro, trattabili secondo l’uso arabo.
Rapporti con la Tunisia Il ministro Maroni ha reagito indignato alla nota ufficiale del governo tunisino, che l’ha definito "rappresentante della destra razzista". "Io non parlo con gli arabi", la sua secca replica. Per rimediare all’impasse, la Lega ha rilanciato l’idea di inviare in Tunisia forze di polizia italiane: un corpo speciale, con fez e moschetto, è già pronto al porto di Lampedusa, ma a causa dei tagli di Tremonti si dovranno riutilizzare gli stessi gommoni a remi usati dai migranti. L’arrivo degli italiani in Tunisia è previsto per il prossimo Natale.
Reciprocità Il nostro governo insiste sul principio della reciprocità. Per ogni sbarco di maghrebini in Italia, verrà allestito uno sbarco di migranti italiani nel Maghreb. Già pronti decine di migliaia di ricercatori e borsisti, con la caratteristica sacca Vuitton completamente vuota che ci rende riconoscibili all’estero. Per ristabilire la parità anche negli annegamenti, saliranno a bordo di appositi barconi già bucati con il succhiello dal Genio militare.
Guerra L’ipotesi di una guerra preventiva con la Tunisia, sul modello dell’invasione dell’Iraq, si fa strada nei settori più responsabili del governo, in contrasto con i falchi che vorrebbero invadere anche l’Algeria, il Marocco e l’Egitto con l’appoggio del fedele alleato libico. Un’invasione della sola Tunisia, fa osservare il ministro del Turismo Brambilla, avrebbe costi molto contenuti grazie ai tanti pacchetti last-minute delle agenzie turistiche. Brambilla e La Russa stanno studiando l’occupazione militare di Djerba in bassa stagione, con buffet tutto compreso (escluse le bevande).
Lavoro Il comparto delle escort, fiore all’occhiello del made in Italy, non sembra adatto ai nuovi arrivati, vuoi perché maschi, vuoi perché parlano un italiano troppo forbito per essere adatti alle conversazioni di Arcore. Per mostrare buona volontà, la Lega ha proposto di destinare gli immigrati arabi alla raccolta di datteri e all’allevamento dei cammelli. La replica dell’opposizione, che ha fatto osservare che da noi non ci sono datteri né cammelli, è stata giudicata strumentale dal governo, stanco di avere a che fare con un’opposizione che sa dire sempre e solo no.
Fiat Un nuovo stabilimento Fiat in Tunisia darebbe ventimila posti di lavoro in loco, alleggerendo la pressione migratoria. I sindacati locali El Cisl e El Uil si sono detti entusiasti. El Fiom chiede un referendum per sapere se gli operai tunisini sono favorevoli o contrari all’orario proposto da Marchionne: trentasei ore, ma quotidiane. Nei nuovi stabilimenti verrebbe prodotta la Miraggio, una elegante station-wagon che svanisce appena il proprietario inserisce le chiavi nella portiera.
L’ESPRESSO del 25 febbraio 2011
Una festa nel segno di Swarovskidi
Per festeggiare i 150 anni dell’unità d’Italia il governo deve barcamenarsi tra austerità e grandeur. Con effetti sorprendenti. Per esempio, Calderoli ha invitato Napolitano a Cascina Sbreganzona… (25 febbraio 2011) Fervono i preparativi per il 17 marzo, centocinquantenario dell’unità d’Italia. Il comitato per i festeggiamenti, che si riunisce su una panchina al Pincio, ha tagliato i fondi per finanziarlo, ha ricevuto i giornalisti davanti al chiosco dei gelati per fare il punto.
Parata militare. Berlusconi avrebbe voluto che fosse aperta dalle giovani allieve ufficiali, che lo eccitano molto, promettendo a ciascuna una baionetta Swarovski, una cartucciera Swarovski e – solo per le bersagliere – una tromba Swarovski. Le autorità militari, pur apprezzando l’interessamento, hanno fatto presente che Swarovski non è tra i fornitori ufficiali delle Forze armate. Comprendendo la situazione, il premier ha proposto di rinunciare a soldatesse e soldati, troppo prevedibili, e far sfilare centocinquanta ballerine in bikini Swarovski, ciascuna accompagnata da un reduce della battaglia di Solferino per sottolineare che, quando si è uniti dal patriottismo, la differenza di età non conta. Le autorità militari hanno comunicato a Berlusconi che l’ultimo reduce di Solferino è morto nel 1937. Contrariato, il premier ha affidato a Gianni Letta il compito di coordinare la parata militare, in collaborazione con il Capo di Stato Maggiore e con il rappresentante in Italia della Swarovski.
La Lega. Bossi ha fatto sapere che il volo delle Frecce Tricolori nei cieli del Nord Italia per la Lega non costituisce un problema, purché avvenga solo sopra le città munite di antiaerea. Calderoli, famoso per i suoi abili compromessi, ha proposto a Napolitano di festeggiare il 17 marzo a Cascina Sbreganzona, il paesino lombardo che contende a Roma il titolo di capitale d’Italia da quando, nel 1912, il suo sindaco uscì di senno. Le famose salamelle con fagioli e carote che hanno reso celebre Cascina Sbreganzona sono state già inviate a Napolitano per invogliarlo a partecipare.
Giornali. Quasi tutti i quotidiani italiani hanno promesso di partecipare attivamente alle celebrazioni. Il "Corriere della Sera" darà una lettura "terzista" del Risorgimento: un editoriale di Panebianco spiegherà come le intemperanze dei Carbonari abbiano impedito al Papa e ai Borbone di abdicare spontaneamente, come avevano intenzione di fare già da metà del Settecento. "Giornale" e "Libero" pubblicheranno, rispettivamente, un’inchiesta sull’omosessualità di Cavour e Mazzini, e l’elenco completo dei garibaldini che hanno usufruito di affitti di favore. "Avvenire" prepara un inserto sulla Breccia di Porta Pia, con un duro attacco all’impresa costruttrice che aveva lesinato sul calcestruzzo. WikiLeaks ha già offerto a "l’Espresso" venticinque bauli con tutti i documenti ufficiali della diplomazia austriaca dal 1820 al 1870. Purtroppo le parti divorate dai topi erano le più rilevanti.
Ospiti stranieri. Il palco delle autorità si preannuncia affollatissimo, grazie all’interessamento di Berlusconi che ha diramato personalmente gli inviti. Oltre all’amico Putin, che approfitterà della visita per passare da Arcore e recuperare almeno le scarpe, ci saranno l’amico Gheddafi, per l’occasione in uniforme da Comandante di plotone di esecuzione, e il dittatore di Bananas Hugo Matamoros, grande appassionato d’arte italiana e collezionista di ritratti di Berlusconi e dei suoi familiari. In rappresentanza dell’Europa, una nipote di Radetzky. In rappresentanza degli Usa, Paris Hilton. In rappresentanza dell’Africa nera, lo stesso Berlusconi, per dare alla cerimonia un tocco di simpatica informalità, si presenterà travestito da re Bingo Bongo, raccontando alcune barzellette sui cannibali.
Fiat. La Fiat lancerà per l’occasione un nuovo modello, la Caprera, costruita basandosi sui disegni originali di Garibaldi. Ha una linea molto filante e può ospitare fino a otto persone, ma è una barca a remi. Per il mercato americano è pronta la Due Mondi, una limousine lunga più di sette metri formata unendo due Panda con una cerniera lampo.
L’ESPRESSO del 4 marzo 2001
Uno chansonnier sui barconidi
Per allietare i migranti nel Mediterraneo, il nostro premier propone di dotare le loro navi di un pianoforte con il quale intonare i celebri brani di Trenet. Ma l’Onu interviene: "Non si può infliggere anche questa tortura"(04 marzo 2011) Panico in tutto il Maghreb alla notizia che l’Occidente intende occuparsi attivamente del futuro dei popoli arabi. Nel corso degli ultimi secoli lo ha fatto invadendo Africa e Asia, vendendo armi a sceicchi debosciati e dittatori pazzi, disegnando i confini degli Stati con il lapis e il righello. Pare che alcuni degli attuali Stati arabi siano frutto di una gomitata che ha accidentalmente urtato il tracciatore. In seguito al trattato di Casablanca i governi europei si sono impegnati a non tracciare mai più confini con il lapis, promettendo di usare il pennarello. Ma vediamo gli scenari futuri.
Per allietare i migranti nel Mediterraneo, il nostro premier propone di dotare le loro navi di un pianoforte con il quale intonare i celebri brani di Trenet. Ma l’Onu interviene: "Non si può infliggere anche questa tortura"(04 marzo 2011) Panico in tutto il Maghreb alla notizia che l’Occidente intende occuparsi attivamente del futuro dei popoli arabi. Nel corso degli ultimi secoli lo ha fatto invadendo Africa e Asia, vendendo armi a sceicchi debosciati e dittatori pazzi, disegnando i confini degli Stati con il lapis e il righello. Pare che alcuni degli attuali Stati arabi siano frutto di una gomitata che ha accidentalmente urtato il tracciatore. In seguito al trattato di Casablanca i governi europei si sono impegnati a non tracciare mai più confini con il lapis, promettendo di usare il pennarello. Ma vediamo gli scenari futuri.
Europa. Le infrastrutture sono da tempo il core-business tra Italia e Libia, e difatti il governo provvisorio libico si è impegnato a ricostruire la Salerno-Reggio Calabria. In cambio, l’Italia dovrà annullare l’imminente visita di Berlusconi a Tripoli: il nostro premier è molto malvisto nel mondo musulmano per avere fatto lievitare a dismisura il prezzo degli harem. La Francia guarda con fiducia al futuro dei Club Méditerranée, che sono quanto rimane del suo impero coloniale: i vari eserciti di liberazione non hanno mai osato penetrare nei villaggi turistici per il terrore che gli animatori li coinvolgessero nei loro giochi. La Germania teme molto l’avvento di regimi islamisti perché questo darebbe la mazzata finale al sogno, mai sopito, di esportare würstel nei paesi arabi. Il Belgio, diviso da una feroce faida tribale tra valloni e fiamminghi, ha chiesto aiuto alla Lega Araba per risolvere la propria difficile situazione interna.
Usa. Sarah Palin, sostenuta dai Tea Parties, riconoscendo che il grande numero di Paesi arabi in fibrillazione rende molto complessa e delicata la situazione, ha proposto di bombardare un paese estratto a sorte. Ma la richiesta non ha potuto passare al vaglio del Congresso per un vizio di forma: la Palin aveva inserito tra i paesi arabi anche El Salvador e il Borneo. L’amministrazione Obama si distingue fortemente dalle precedenti perché i suoi esperti sanno dire correttamente "Maometto" e "minareto", impressionando favorevolmente la Lega Araba che non si aspettava una svolta così radicale nella politica estera statunitense. George Bush invece di minareto diceva oteranim perché gli avevano detto che l’arabo si scrive al contrario.
Emigrazione. Le associazioni umanitarie si sono rivoltate all’unisono contro la proposta di Berlusconi di munire ogni imbarcazione di migranti di un pianoforte, per eseguire personalmente a bordo le canzoni di Charles Trenet. Durissima la dichiarazione dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite: "� inaccettabile voler trasformare un viaggio della speranza in una condizione disperata come quella del crocerista". Gli eredi di Trenet gli hanno fatto inoltrare l’ennesima diffida legale, al termine di una contesa giudiziaria iniziata cinquant’anni fa, dopo la primissima esecuzione trenettiana di Berlusconi. Secondo gli esperti il processo che potrebbe essergli fatale è proprio l’imminente processo Trenet che si aprirà a Parigi in aprile, piemme la giudice Ilde Beau-Cassine. Mossa umanitaria della Lega, che per bocca di Borghezio ha promesso di non opporsi a nuove ondate di esuli dal Maghreb purché arrivino in Europa attraverso gli oleodotti.
Scambi culturali. Sull’altra sponda del Mediterraneo è molto seguito il telegiornale di Emilio Fede, perché vedendolo le masse arabe possono finalmente riscattarsi da ogni complesso di inferiorità nei nostri confronti. Più numerose le difficoltà e le incomprensioni tra le due culture. A Parigi si discute molto della durissima polemica scatenata da Bernard-Henri Lévy contro il mondo arabo dopo la forzata rinuncia alla presentazione, in un villaggio yemenita, del suo nuovo saggio "Après Sartre": le capre avevano mangiato le dieci copie spedite dall’editore.
L’ESPRESSO del 11 marzo 2011
All’opposizione dei box stile Robin
Da Roma a Napoli a Locri si estende a macchia d’olio lo scandalo degli affitti di favore. La casta non arretra neppure di fronte all’evidenza. E a Milano la Moratti propone… (11 marzo 2011) Gabriele MorattiSempre più inquietanti i retroscena di Affittopoli. Nella capitale sono venuti alla luce affitti di favore risalenti all’epoca imperiale: Mariuccia Caracalla, discendente diretta dell’imperatore, paga per una casa al Colosseo una pigione di favore ancora calcolata in sesterzi. "Non è colpa mia," si difende la signora," se non esistendo più i sesterzi la mia famiglia non può più pagare l’affitto a partire dal sesto secolo".
Milano. Per tacitare le polemiche sul figlio, che ha trasformato un capannone in una villa in stile Batman, il sindaco ha messo a disposizione dell’opposizione alcuni box arredati secondo il gusto di Robin. La Lega conferma l’appoggio alla Moratti purché preservi le radici padane costruendo alloggi popolari in stile Bertoldo, con salami appesi e poster di Calderoli. Quanto alle case del Pio Albergo Trivulzio, l’amministratore unico, cognato di Mario Chiesa e cugino di Craxi, nega che le parentele possano avere influito sull’assegnazione degli alloggi. Secondo il Comune il patrimonio immobiliare della Baggina, compresi 40 attici a Brera, sarebbe frutto di donazioni delle vecchiette ricoverate nell’ospizio milanese. "Solo per disinfestarle dai gatti, rimuovere il televisore a valvole e smaltire tra i rifiuti speciali i centrini all’uncinetto, i nostri affittuari hanno speso un patrimonio. Non possiamo pretendere un canone troppo alto".
Roma. Gli enti benefici difendono la scelta di avere concesso i loro alloggi a politici e parenti dei politici: "Se no, perché ci chiameremmo enti benefici?". Emergono alcuni casi limite. Il senatore Sbargnana, che abita a Prati in un quadrilocale a 500 euro al mese, aveva capito che i 500 euro gli erano dovuti e li riscuoteva ogni primo del mese. Una palazzina dell’Ente Circo, destinata secondo statuto a trapezisti e acrobati, è stata sgomberata dalla Finanza che l’ha trovata occupata da un sottosegretario: a nulla sono valsi il travestimento da domatore e l’orso ammaestrato che ha aperto la porta agli agenti. Alcuni istituti sono anche accusati di pessima manutenzione: diversi appartamenti dell’Ente di Bonifica delle Paludi Pontine risultano allagati.
Vaticano. Secondo voci insistenti, un affittuario tedesco avrebbe a sua disposizione un intero quartiere, a soli dieci minuti dal centro, per il quale non pagherebbe un solo euro di affitto. Si tratta di un enorme palazzo con annessa basilica, musei e giardini, cappella affrescata da Michelangelo, doppio colonnato e prestigioso affaccio sul sagrato. Richiesto di spiegazioni, il facoltoso straniero ha sostenuto di avere regolarmente vinto il bando di assegnazione grazie ai molti punti in graduatoria, dovuti a un vecchio sfratto esecutivo da Avignone.
Napoli. La Cassa per il Mezzogiorno, benché sciolta da diversi anni, possiede ancora un centinaio di bassi di 15 metri quadrati ciascuno. Collegati da un tunnel, formano un unico appartamento di 1.500 metri quadrati nei quali l’assessore Cammaruolo e i suoi familiari circolano in automobile addebitando al Comune le spese per la benzina. Un consigliere regionale, sorpreso con la moglie mentre dormiva sul palcoscenico del Teatro Mercadante allestito per "Filumena Marturano", si è difeso sostenendo di essere Eduardo De Filippo. Ma non ha saputo giustificare le opere in muratura, i doppi servizi e la presenza di un grosso rottweiler, non previsto dal copione.
Locri. La famiglia Strangolo, che controlla l’assegnazione di tutti gli alloggi della Locride per meriti commerciali (suo il brevetto della cocaina spray), ha messo in vendita a scopo benefico tutte le ville-bunker progettate e arredate da Ciccio Mostrace, l’architetto della ‘ndrangheta, con stoviglie Jacuzzi (la minestra fa le bolle), sedie tigrate, piante carnivore, esponenti della cosca nemica impagliati e letti motorizzati che consentono di dormire in stanze diverse nella stessa notte. Per ora non si trovano acquirenti, ma si è fatto vivo un intermediario della famiglia Putin.