L’ESPRESSO del 4 febbraio 2011
Ma quale Silvio d’Egitto
Preoccupato per gli accadimenti al Cairo, il presidente del Consiglio ha deciso di puntare sulle Sorelle Musulmane, alle quali dedicherà un casting. Inoltre vuole portare la pace con una serie di barzellette sui cammelli e regalando confezioni a piramide di Ferrero Rocher
L’incaricata sarebbe la contorsionista egiziana "Karima", al secolo Marisol Pinariello, una truffatrice internazionale che Berlusconi ha fatto eleggere consigliere comunale a Suez dopo avere visto una sua foto su un calendario per elettrauto. Sarà lei a salvare l’amico Mubarak, portandolo in salvo in una delle residenze di Berlusconi in Medio Oriente? Di certo, il nostro premier non vuole lasciare nulla di intentato per aiutare l’anziano collega, conosciuto tanti anni fa a Montevideo in occasione di una convention di tiranni, despoti e dittatori alla quale Berlusconi tiene a precisare di avere partecipato solo come osservatore.
A parte il rapporto personale con Mubarak, al quale Berlusconi non manca mai di far recapitare, a Natale, la confezione a piramide di Ferrero Roché, molte altre ragioni legano fortemente il nostro premier all’Egitto.
Le mummie Il processo di imbalsamazione ha sempre affascinato Berlusconi, che ha cercato, con successo, di adottarlo ancora da vivo. Per esempio, la sostituzione della capigliatura con una calotta laccata è stata effettuata con lo stesso procedimento usato per la maschera mortuaria del faraone Kafonkhamon III, della seconda dinastia. Un altro faraone, Buhrinaton I, aveva introdotto, solo per le mummie di stirpe regale, la doratura del pene e la sostituzione del cervello con preziosi trucioli di legno di sandalo, non potendo immaginare che 3 mila anni dopo quella pratica sarebbe stata sperimentata su un essere vivente. La tiratura della pelle del viso con la tecnica del torchio per tendere i papiri, processo molto lungo e doloroso, è stata invece sperimentata su tre cavie umane sorteggiate tra Capezzone, Bonaiuti e Cicchitto.
La cultura Berlusconi ha fatto dono a Mubarak dei diari autentici di Tutankhamon, scoperti da Marcello Dell’Utri su una bancarella di Porta Portese. Si intitolano "Er mejo sarcofago è er mio!". Nonostante siano battuti a macchina, è perfettamente riconoscibile lo stile dell’epoca, specie nel capitolo dedicato ai ristoranti sul Nilo, con spiritose annotazioni sulla mania di coprire di ketchup piccante il pesce andato a male. Marina Berlusconi ha anche voluto acquistare, per la Mondadori, l’autobiografia di Omar Sharif, sostenendone la candidatura al Nobel. Più complicata l’acquisizione della biblioteca di Alessandria. La città piemontese, amministrata dalla Lega, si è detta all’oscuro di fantomatici incendi e devastazioni della sua biblioteca comunale, che è in ottimo stato.
Gli affari Molto stretti i rapporti commerciali tra l’Italia di Berlusconi e l’Egitto di Mubarak. Il governo egiziano è riuscito a piazzare un contratto miliardario per esportare in Italia sabbia per clessidre. Berlusconi è interessato a ristrutturare le piramidi, oggi in stato deplorevole, dotandole di videocitofono, ampie finestre, scale mobili esterne e un ristorante panoramico sulla vetta. Il premier ha anche proposto la costruzione di un canale navigabile per facilitare il passaggio dal Mediterraneo al Mar Rosso. Avrebbe individuato la zona ideale nelle vicinanze di Suez.
La politica Saputo della forte influenza dei Fratelli Musulmani, Berlusconi è stupito dallo scarso peso delle Sorelle Musulmane, formazione politica con la quale sarebbe disposto a intrecciare rapporti molto cordiali. Per i prossimi, delicatissimi summit internazionali, nei quali si deciderà il futuro dell’Egitto e dell’intero mondo arabo, Berlusconi si sta preparando minuziosamente. Ha mandato a memoria una dozzina di barzellette sui cammelli e regalerà scherzosamente ai leader musulmani presenti un salame di Varzi, spiegando che non è per uso alimentare, ma è un regalo per le loro mogli.