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L’ESPRESSO del 15 aprile 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Si vota a Milano tra Expo e risciò 
 
Febbrile vigilia elettorale nella metropoli lombarda. La Moratti annuncia cambiamenti. Ma tutto ruota intorno a don Verzé e ai più affermati creativi milanesi della moda. Come Mara Troller Il sindaco di Milano Letizia Moratti sta vivendo una febbrile vigilia elettorale. Il sindaco Letizia Moratti dispone, per la propaganda, di una somma così esorbitante che il suo avversario Pisapia le ha proposto di finanziare, già che c’è, anche la campagna dell’opposizione.
 
Strategia. La strategia elettorale di Letizia Moratti è allo studio degli analisti politici di tutto il mondo. Promettendo una Milano finalmente nuova e moderna, induce l’elettore a chiedersi chi è il pirla che l’ha governata fino adesso. Si tratta di un abile stratagemma per mettere la Moratti comunque al centro della scena politica milanese, a poche settimane dalle elezioni. Per perfezionare anche nei minimi dettagli il suo piano, la stessa Moratti straccia i suoi manifesti elettorali davanti ai fotografi e li sostituisce con altri, perfettamente identici.
 
Expo. E’ ovviamente il fiore all’occhiello dell’amministrazione Moratti. Già in avanzato stato di realizzazione l’enorme scritta EXPO, in polistirolo dipinto, che campeggerà sopra un edificio ancora da stabilire. Per non dare adito a polemiche le quattro lettere sono state appaltate a quattro soggetti diversi (il costruttore Ligresti, i figli di Ligresti, la sorella di Ligresti e la Fondazione Ligresti) che però non riescono a mettersi d’accordo tra loro. Ciascuno di loro vorrebbe fare la O, che è la lettera più ambita perché la più facile da realizzare. A parte la scritta, tutto il resto è ancora in fase di discussione. Il progetto iniziale, di stampo ambientalista (trasformare Milano in un’enorme piantagione di fagiolini, e farne la capitale mondiale del fagiolino) ha subito qualche modifica: si faranno 20 nuovi quartieri, ma la tangenziale a sei corsie che li collega si chiamerà, in omaggio allo spirito originario dell’Expo, via del Fagiolino.
 
San Raffaele. Il devastante buco di bilancio del San Raffaele getta ombre sul futuro di Milano. Così come Torino dipende dalla Fiat, l’economia lombarda dipende in larga parte dal numero di analisi cliniche che il colosso ospedaliero di don Verzé riesce a fatturare alla Regione. I militanti di Comunione e liberazione, molto preoccupati dalla situazione, per sostenere il fatturato del San Raffaele fanno l’analisi delle urine ogni quattro ore. Ci si interroga, nel frattempo, su come abbia fatto don Verzé ad accumulare un debito di quasi un miliardo di euro. Perché, per esempio, ha acquistato una enorme fazenda in Argentina? Lui si difende sostenendo che si tratta, in realtà, del primo centro mondiale per mucche cardiopatiche.
 
Moda. Che cosa sarebbe Milano, senza la moda? Come si potrebbe fare a meno dei caratteristici eventi nei nuovi locali in plexiglas, dove alle sei del pomeriggio un giapponese transessuale presenta una nuova linea di forcine per capelli e puoi mangiare tartine di sgombro fianco a fianco con Mara Troller, Uri Bandon, le sorelle Spazzagno e i più affermati creativi milanesi? Che sensazioni imperdibili provano, i milanesi, quando vedono Porta Venezia illuminata da migliaia di fari color salvia e pervinca per celebrare la Settimana del Bottone?
 
Il sindaco Moratti ha in animo diversi incentivi per rafforzare il ruolo di Milano capitale della moda. Il primo è fare forti pressioni su ferrovie e compagnie aeree perché decuplichino il prezzo dei biglietti per Parigi. Preoccupa anche la piaga dell’anoressia: i marciapiedi milanesi verranno drasticamente ristretti per mettere più a loro agio modelle alte due metri e larghe quindici centimetri.
 
Chinatown. L’invadenza dei commercianti cinesi, che scaricano casse di pentole a ogni ora del giorno e della notte, è solo un ricordo. Allo scarico di pentole si è infatti aggiunto quello di pantofole di felpa, molto meno rumoroso. "Come vi avevo promesso, via Sarpi non è più un quartiere dominato dai cinesi", ha detto il sindaco Moratti, preceduta dal suono di un gong, affacciandosi da un risciò. 

L’ESPRESSO del 8 aprile 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
L’iPad 2: consigli per l’uso
 
Grazie a una fantastica applicazione, può trasformarsi nel cartello ‘Torno subito’ da appende alla porta. In alternativa, c’è il segnale orario in torinese, l’archivio delle analisi del sangue di tutti i gatti d’Europa e il prete virtuale che ti assolve se passi a Tim. Il lancio sul mercato del nuovo iPad ha colto impreparati gli utenti, alcuni dei quali erano ancora in coda per comperare quello vecchio. Steve Jobs ha voluto rassicurare i possessori di iPad 1, spiegando che presto saranno incazzati anche i possessori di iPad 2 perché tra quindici giorni uscirà iPad 3. E così via. Le differenze. Nel nuovo modello sono cambiati Photo booth, Smart cover, Chip dual core, Key board, Jailbreak, Multi touch, Cpu, Gpu, Ram, Pop, Soc e Ciaf. Lo stesso Steve Jobs ha garantito che a ciascuna di queste caratteristiche tecniche e di queste funzioni verrà presto attribuito un significato, perché la ricerca Apple non conosce tregua. Gli utenti più smaliziati, nel frattempo, scoprono qualità inedite della tavoletta: lasciandola fermentare in acqua e sale per una settimana assume la morbidezza di una lasagna e può essere comodamente ripiegata in una tasca. Psicologia. Come tutti gli apparecchi di nuova generazione, iPad 2 ha migliaia di funzioni, ma l’utente medio usa solo le tre principali, che sono On, Off e Vaffanculo quando non riesce a capire come accedere alle altre. Questo stato di frustrazione deriva dal complesso di inferiorità degli esseri umani rispetto alla tecnologia, ma Steve Jobs assicura che tutto si sistema non appena l’utente si rende conto di essere effettivamente inferiore, mettendosi il cuore in pace. È comunque in funzione un call-center di assistenza psichiatrica, consultabile solo attraverso iPad 2. Dai test sperimentali emerge questa conversazione tipo: "Buongiorno sono Deborah, in che cosa posso aiutarla? Pronto? Mi sente? No, non tocchi il Bloom… Ma che fa? Lasci stare il Fif, per carità… Pronto? Guardi lo schermo, per cortesia… No, quello è il retro, signore, giri il suo iPad… Mi sta ascoltando? La prego, smetta di brancicare istericamente sulle applicazioni… No! Si fermi! Non lanci la tavoletta contro il muro! La funzione Thud non è ancora in dotazione! Signore! Signore, mi sente? Pronto?". Applicazioni. Di serie: la doppia fotocamera per fotografare te stesso mentre fotografi chi ti sta fotografando, lo speciale navigatore pedonale che ti fa camminare solo sui meridiani e i paralleli, la possibilità di trasformare iPad 2 nel cartello "torno subito" da appendere al pomello della porta. Ma sono molte migliaia le applicazioni aggiuntive che vanno a ruba tra gli utenti di iPad. Si va dal segnale orario in torinese al confessionale elettronico, con il prete che ti assolve se passi a Tim, alla connessione fissa con le aste di arazzi del Seicento di tutto il mondo, all’archivio delle analisi del sangue di tutti i cani e i gatti d’Europa, al manuale per la manutenzione delle targhe automobilistiche rovinate dall’usura, più altre infinite occasioni di contatto umano, socializzazione, cultura. Marketing. Gli utenti tipici di iPad si dividono in due tipologie precise: il professionista quarantenne urbano abbiente e il bambino di sette anni. Nei test attitudinali rispondono nello stesso identico modo, tanto che gli esperti di marketing di tutto il mondo hanno ormai parificato le due categorie, allestendo campagne promozionali unificate. Lo slogan è "Bello iPad! Tanto bello! Compra! Compra subito!". È stato giudicato un po’ troppo elementare dal bambino di sette anni, ma accolto con entusiasmo dal professionista quarantenne urbano. Smaltimento. Che fare di iPad 1, dopo l’uscita di iPad 2? La tavoletta non è facile da smaltire: i rifiuti elettronici sono così inquinanti che i gabbiani, quando ne ingoiano uno in una discarica, per tutta la vita fanno inversione a U alla prima rotonda. Alla domanda "come riciclare un apparecchio obsoleto, grosso come una piastrella?", Steve Jobs ha dato una risposta all’altezza della sua fama di guru: "La domanda contiene già la sua risposta. È grande come una piastrella? Non mi dite che non avete un bagno o una cucina da piastrellare". 

LA STAMPA del 10 febbraio 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Anche gli italiani scoprono i vantaggi di scambiarsi le abitazioni: vacanze da sogno, ma low cost
 
Se al vostro arrivo la casa non vi sembra all’altezza delle vostre aspettative evitate le recriminazioni: un po’ di tolleranza è le regola base di ogni perfetto «scambista».
 
Un modesto bilocale nella prima periferia di Milano, vista tangenziale, in cambio di una villa extralusso con tanto di piscina e governante nel cuore dell’Australia. Un piccolo casolare nell’Oltrepo pavese invece può valere un week-end a Valencia, Barcellona, Oslo, Parigi, ma anche un paio di settimane in California. Per dieci giorni alle Hawaii invece può bastare una villettina a schiera nella provincia bolognese.
 
Io do una casa a te, e tu dai una casa a me: eccolo il baratto globalizzato delle vacanze a costo zero. A patto di trovare il coraggio di lasciare il proprio amato tetto in mano altrui, di non essere troppo schizzinosi nel sapere che qualcuno dormirà nel tuo letto e di non fare scenate isteriche se nella cucina dell’abitazione scelta manca il forno a microonde o se in bagno non c’è il bidet.
 
Un po’ per merito della crisi e un po’ per il desiderio di viaggiare in un modo diverso, meno turistico e più immerso nelle realtà che si vanno a visitare, anche in Italia sta esplodendo la passione per lo scambio di casa. «Quest’anno gli italiani hanno fatto circa 8 mila scambi, e i nostri soci stanno aumentando di mese in mese: attualmente sono più di 1600», spiega Cristina Pagetti, responsabile di www.scambiocasa.com, divisione italiana di Home Exchange, la maggior associazione mondiale con i suoi quasi 40mila iscritti. «Gli Stati Uniti rimangono la meta preferita insieme alle maggiori capitali europee, mentre ultimamente sta tirando tantissimo l’Australia. Noi italiani siamo comunque fortunati poiché la nostra nazione è la più richiesta dagli stranieri, quindi è facilissimo fare "buoni affari": in cambio di case assolutamente normali si può davvero passare le vacanze in ville e in luoghi da sogno».
 
La coppia di pensionati che ha tempo ma non tanti soldi, la famiglia numerosa che non vuol rinunciare a un bel soggiorno, il single che non sopporta la vita da hotel o l’artista che deve vivere per qualche giorno all’estero: non esiste lo «scambista» standard. L’iter è semplice: dal sito ci si iscrive all’associazione versando una quota di 84 euro all’anno, si realizza un profilo dettagliato della casa e in un attimo si è inseriti nel catalogo virtuale.
 
Con un sano principio di buon senso turistico: fai al tuo ospite quello che vorresti che lui facesse a te.
 
IL GALATEO
1. Gli oggetti fragili
Meglio riporli in una stanza chiusa o in un armadio per evitare spiacevoli sorprese.
2. In bagno
Lasciare saponette nuove, confezioni di shampoo, bagno schiuma e asciugamani puliti è una gentilezza molto apprezzata.
3. Bambini
Se sapete che la famiglia ospite ne ha, fate trovare qualche giocattolo per i piccoli.
4. La cortesia
Se gli ospiti arrivano di sera, lasciate una bottiglia di latte in frigo, con pane e caffè per la prima colazione.
5. Le istruzioni
Devono essere dettagliate e scritte chiaramente su un foglio di carta: dall’uso della caldaia all’eventuale impianto di irrigazione in giardino.
6. Numeri utili
Lasciate un elenco dei telefoni per le emergenze, dall’idraulico al Pronto soccorso.
7. Le pulizie
Ci si accorda in anticipo, ma prima di andare via è buona norma lasciare la casa in ordine e pulita.
8. Gli animali
Se ve ne sono, il proprietario della casa può chiedere di assisterli durante la sua assenza.
9. Ringraziamenti
Al termine del soggiorno è bene lasciare due righe di saluto e apprezzamento ai padroni di casa.
10. Accontentarsi
Se al vostro arrivo la casa non vi sembra all’altezza delle vostre aspettative evitate le recriminazioni: un po’ di tolleranza è le regola base di ogni perfetto «scambista». 

L’ESPRESSO del 4 marzo 2001

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Uno chansonnier sui barconidi
Per allietare i migranti nel Mediterraneo, il nostro premier propone di dotare le loro navi di un pianoforte con il quale intonare i celebri brani di Trenet. Ma l’Onu interviene: "Non si può infliggere anche questa tortura"(04 marzo 2011) Panico in tutto il Maghreb alla notizia che l’Occidente intende occuparsi attivamente del futuro dei popoli arabi. Nel corso degli ultimi secoli lo ha fatto invadendo Africa e Asia, vendendo armi a sceicchi debosciati e dittatori pazzi, disegnando i confini degli Stati con il lapis e il righello. Pare che alcuni degli attuali Stati arabi siano frutto di una gomitata che ha accidentalmente urtato il tracciatore. In seguito al trattato di Casablanca i governi europei si sono impegnati a non tracciare mai più confini con il lapis, promettendo di usare il pennarello. Ma vediamo gli scenari futuri.
 
Europa. Le infrastrutture sono da tempo il core-business tra Italia e Libia, e difatti il governo provvisorio libico si è impegnato a ricostruire la Salerno-Reggio Calabria. In cambio, l’Italia dovrà annullare l’imminente visita di Berlusconi a Tripoli: il nostro premier è molto malvisto nel mondo musulmano per avere fatto lievitare a dismisura il prezzo degli harem. La Francia guarda con fiducia al futuro dei Club Méditerranée, che sono quanto rimane del suo impero coloniale: i vari eserciti di liberazione non hanno mai osato penetrare nei villaggi turistici per il terrore che gli animatori li coinvolgessero nei loro giochi. La Germania teme molto l’avvento di regimi islamisti perché questo darebbe la mazzata finale al sogno, mai sopito, di esportare würstel nei paesi arabi. Il Belgio, diviso da una feroce faida tribale tra valloni e fiamminghi, ha chiesto aiuto alla Lega Araba per risolvere la propria difficile situazione interna.
 
Usa. Sarah Palin, sostenuta dai Tea Parties, riconoscendo che il grande numero di Paesi arabi in fibrillazione rende molto complessa e delicata la situazione, ha proposto di bombardare un paese estratto a sorte. Ma la richiesta non ha potuto passare al vaglio del Congresso per un vizio di forma: la Palin aveva inserito tra i paesi arabi anche El Salvador e il Borneo. L’amministrazione Obama si distingue fortemente dalle precedenti perché i suoi esperti sanno dire correttamente "Maometto" e "minareto", impressionando favorevolmente la Lega Araba che non si aspettava una svolta così radicale nella politica estera statunitense. George Bush invece di minareto diceva oteranim perché gli avevano detto che l’arabo si scrive al contrario.
 
Emigrazione. Le associazioni umanitarie si sono rivoltate all’unisono contro la proposta di Berlusconi di munire ogni imbarcazione di migranti di un pianoforte, per eseguire personalmente a bordo le canzoni di Charles Trenet. Durissima la dichiarazione dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite: "� inaccettabile voler trasformare un viaggio della speranza in una condizione disperata come quella del crocerista". Gli eredi di Trenet gli hanno fatto inoltrare l’ennesima diffida legale, al termine di una contesa giudiziaria iniziata cinquant’anni fa, dopo la primissima esecuzione trenettiana di Berlusconi. Secondo gli esperti il processo che potrebbe essergli fatale è proprio l’imminente processo Trenet che si aprirà a Parigi in aprile, piemme la giudice Ilde Beau-Cassine. Mossa umanitaria della Lega, che per bocca di Borghezio ha promesso di non opporsi a nuove ondate di esuli dal Maghreb purché arrivino in Europa attraverso gli oleodotti.
 
Scambi culturali. Sull’altra sponda del Mediterraneo è molto seguito il telegiornale di Emilio Fede, perché vedendolo le masse arabe possono finalmente riscattarsi da ogni complesso di inferiorità nei nostri confronti. Più numerose le difficoltà e le incomprensioni tra le due culture. A Parigi si discute molto della durissima polemica scatenata da Bernard-Henri Lévy contro il mondo arabo dopo la forzata rinuncia alla presentazione, in un villaggio yemenita, del suo nuovo saggio "Après Sartre": le capre avevano mangiato le dieci copie spedite dall’editore. 

L’ESPRESSO del 11 marzo 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
All’opposizione dei box stile Robin
Da Roma a Napoli a Locri si estende a macchia d’olio lo scandalo degli affitti di favore. La casta non arretra neppure di fronte all’evidenza. E a Milano la Moratti propone… (11 marzo 2011) Gabriele MorattiSempre più inquietanti i retroscena di Affittopoli. Nella capitale sono venuti alla luce affitti di favore risalenti all’epoca imperiale: Mariuccia Caracalla, discendente diretta dell’imperatore, paga per una casa al Colosseo una pigione di favore ancora calcolata in sesterzi. "Non è colpa mia," si difende la signora," se non esistendo più i sesterzi la mia famiglia non può più pagare l’affitto a partire dal sesto secolo".
 
Milano. Per tacitare le polemiche sul figlio, che ha trasformato un capannone in una villa in stile Batman, il sindaco ha messo a disposizione dell’opposizione alcuni box arredati secondo il gusto di Robin. La Lega conferma l’appoggio alla Moratti purché preservi le radici padane costruendo alloggi popolari in stile Bertoldo, con salami appesi e poster di Calderoli. Quanto alle case del Pio Albergo Trivulzio, l’amministratore unico, cognato di Mario Chiesa e cugino di Craxi, nega che le parentele possano avere influito sull’assegnazione degli alloggi. Secondo il Comune il patrimonio immobiliare della Baggina, compresi 40 attici a Brera, sarebbe frutto di donazioni delle vecchiette ricoverate nell’ospizio milanese. "Solo per disinfestarle dai gatti, rimuovere il televisore a valvole e smaltire tra i rifiuti speciali i centrini all’uncinetto, i nostri affittuari hanno speso un patrimonio. Non possiamo pretendere un canone troppo alto".
 
Roma. Gli enti benefici difendono la scelta di avere concesso i loro alloggi a politici e parenti dei politici: "Se no, perché ci chiameremmo enti benefici?". Emergono alcuni casi limite. Il senatore Sbargnana, che abita a Prati in un quadrilocale a 500 euro al mese, aveva capito che i 500 euro gli erano dovuti e li riscuoteva ogni primo del mese. Una palazzina dell’Ente Circo, destinata secondo statuto a trapezisti e acrobati, è stata sgomberata dalla Finanza che l’ha trovata occupata da un sottosegretario: a nulla sono valsi il travestimento da domatore e l’orso ammaestrato che ha aperto la porta agli agenti. Alcuni istituti sono anche accusati di pessima manutenzione: diversi appartamenti dell’Ente di Bonifica delle Paludi Pontine risultano allagati.
 
Vaticano. Secondo voci insistenti, un affittuario tedesco avrebbe a sua disposizione un intero quartiere, a soli dieci minuti dal centro, per il quale non pagherebbe un solo euro di affitto. Si tratta di un enorme palazzo con annessa basilica, musei e giardini, cappella affrescata da Michelangelo, doppio colonnato e prestigioso affaccio sul sagrato. Richiesto di spiegazioni, il facoltoso straniero ha sostenuto di avere regolarmente vinto il bando di assegnazione grazie ai molti punti in graduatoria, dovuti a un vecchio sfratto esecutivo da Avignone.
 
Napoli. La Cassa per il Mezzogiorno, benché sciolta da diversi anni, possiede ancora un centinaio di bassi di 15 metri quadrati ciascuno. Collegati da un tunnel, formano un unico appartamento di 1.500 metri quadrati nei quali l’assessore Cammaruolo e i suoi familiari circolano in automobile addebitando al Comune le spese per la benzina. Un consigliere regionale, sorpreso con la moglie mentre dormiva sul palcoscenico del Teatro Mercadante allestito per "Filumena Marturano", si è difeso sostenendo di essere Eduardo De Filippo. Ma non ha saputo giustificare le opere in muratura, i doppi servizi e la presenza di un grosso rottweiler, non previsto dal copione.
 
Locri. La famiglia Strangolo, che controlla l’assegnazione di tutti gli alloggi della Locride per meriti commerciali (suo il brevetto della cocaina spray), ha messo in vendita a scopo benefico tutte le ville-bunker progettate e arredate da Ciccio Mostrace, l’architetto della ‘ndrangheta, con stoviglie Jacuzzi (la minestra fa le bolle), sedie tigrate, piante carnivore, esponenti della cosca nemica impagliati e letti motorizzati che consentono di dormire in stanze diverse nella stessa notte. Per ora non si trovano acquirenti, ma si è fatto vivo un intermediario della famiglia Putin. 

L’ESPRESSO del 11 giugno 2010 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News

 

Povero Saviano tra Fede e Califano

 


Marco BorrielloMarco Borriello


Dopo il calciatore Borriello, anche la cantante di pianobar Priscilla e il ventriloquo Jack Tabarini insieme al suo pupazzo Sbrendolo hanno criticato pubblicamente Roberto Saviano. Le accuse sono le più varie e fioccano ormai da tutta Italia. La principale è di avere tradito la fiducia del pubblico rimanendo ostinatamente in vita nonostante l’implicita promessa di morire eroicamente. 
"Questo discusso atteggiamento dello scrittore della Bassa Italia", spiega su "Libero" il columnist Gino Mica, "non può mica essere di esempio ai nostri giovani, che chiedono coerenza e mica chiacchiere. Se uno non ha mica le balle di ferro, allora mica deve mettersi in mezzo a dire e a fare che lui qui e lui là. E il popolo queste cose mica le manda a dire". Seppure malvisto da molti lettori per i suoi eccessi di intellettualismo, Mica è considerato il più autorevole commentatore di area leghista. Ma vediamo di aggiornare l’elenco degli attacchi a Saviano.

Califano Il popolare Califfo, pur manifestando una certa simpatia per chi dedica tanta attenzione alla malavita, ha espresso una affettuosa critica a Saviano: "Parlare male di Napoli è troppo facile. Perché non ha parlato male della Norvegia? Non lo fa nessuno, sarebbe stato più originale".

Un passante Intervistato da "Studio Aperto" nella rubrica di approfondimento "Venti secondi", un passante di Tivoli che stava uscendo da una tabaccheria ha dichiarato: "Non saprei, quale libro? 
Non conosco Sogliano, scusi ma la telecamera è accesa?". La cartomante e psicologa di "Chi" Tatiana Maroscia, presente in studio, ha commentato che la popolarità di Saviano è in evidente calo.

Un altro passante
 Intervistato dal Tg5 nella rubrica di approfondimento "Trenta secondi, in casi eccezionali addirittura quaranta", un passante di Tivoli che stava entrando in una tabaccheria ha risposto: "Ma l’ho già detto ieri alla sua collega, non so di che cosa parlate, chi è questo Taviano?". Il conduttore in studio ha sottolineato l’impressionante aumento delle opinioni contrarie a Saviano tra gli italiani. 

Sempre un passante Intervistato dal Tg4 nella rubrica di approfondimento "Fede spiega Fede", un passante di Como che fumava davanti a una tabaccheria ha dichiarato: "Ma allora è una persecuzione! Ieri ero a Tivoli, oggi sono qui a trovare dei parenti, possibile che dovete chiedere sempre a me chi è questo Mariano?". Emilio Fede, appena riavuta la linea, ha dichiarato chiuso il caso Saviano: "Non lo conosce nessuno. Se ne è parlato anche troppo".

Gli astri L’astrologo Gianni Masulich, rispondendo a un’ascoltatrice radiofonica che gli chiedeva l’oroscopo di Paola e Chiara, ha risposto che Paola e Chiara, secondo gli astri, avranno un mese di giugno fortunato, qualche piccolo guaio sentimentale e svilupperanno una forte antipatia personale per Roberto Saviano, i suoi libri e i suoi lettori.

Roberto Salviano È lo pseudonimo scelto da un giovane scrittore di Pozzuoli, autore del recentissimo caso editoriale "Go! Morra", un romanzo sulla camorra uscito il mese scorso, praticamente identico a "Gomorra" salvo che per un dettaglio: tutte le storie sono ambientate a Pozzuoli. Salviano accusa Saviano di averlo copiato di sana pianta.

Fausto Rattini Tartini Con un articolo sul "manifesto" l’anziano e indomito critico (espulso dal Gruppo 63, pur essendone fondatore, a causa dei suoi feroci attacchi al documento costitutivo, da lui scritto) attacca Saviano per avere confuso testo e paratesto, in un contesto influenzato dal pretesto. L’accusa, considerata gravissima, ha prodotto una feroce disputa tra i lettori del quotidiano comunista, i redattori, i direttori in carica e gli ex direttori. L’intero carteggio sarà raccolto in un numero speciale del "manifesto" che andrà in edicola al prezzo politico di 2 mila euro
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L’ESPRESSO del 18 marzo 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Gli inconvenienti dell’energia pulita
 
Le autorità giudicano strumentali le polemiche sulla pericolosità di una centrale atomica in zona sismica: "Se uno cade dal balcone mentre precipita si preoccupa di avere il cancro?"
 
Una centrale nucleare franceseL’allarme nucleare in Giappone sta suscitando un profondo ripensamento nelle politiche energetiche di tutto il mondo. Anche il governo Berlusconi ha allo studio una serie di misure, la più urgente delle quali è la separazione delle carriere tra centrali atomiche e centrali elettriche. Ma vediamo gli altri provvedimenti.
 
Accordi con la Francia. Che fare delle otto centrali usate acquistate dai francesi? Montate su ruote e momentaneamente parcheggiate alla dogana del Frejus, attendono il loro destino. Al notevole costo economico, si aggiunge l’inestimabile valore storico: le aveva progettate De Gaulle in persona e il sistema di avviamento a manovella, ancora efficientissimo, strappa sorrisi di ammirazione ai visitatori. Sul grande piazzale del Frejus le centrali francesi, con i caratteristici lucernai in stile parigino e l’anziana concierge che chiacchiera volentieri con i giornalisti in visita, sono diventati un’attrazione per i turisti e un luogo di riparo per i camionisti in attesa, che all’ombra di quei giganteschi camini giocano a tressette.
 
Nucleare domestico. Poiché a grandi centrali corrispondono grandi incidenti, il Cnen suggerisce di minimizzare gli impatti grazie al nucleare domestico, una nuova tecnologia che affida a ogni famiglia la gestione di una centrale casalinga, comodamente collocabile in cucina o sul balcone. Una sola barretta di uranio, da ritirare in portineria, garantisce energia per un anno e potrà essere facilmente smaltita nell’apposito sacchetto di calcestruzzo per le scorie nucleari. Unico accorgimento: i membri della famiglia devono indossare giorno e notte lo speciale scafandro protettivo, abituandosi a muoversi per casa con cautela per non fracassare i mobili, e sopportando l’inevitabile rumore prodotto al piano superiore dai vicini che camminano con le pesanti scarpe di piombo in dotazione. La spettacolare fosforescenza dei palazzi è un fenomeno collaterale che piacerà molto ai bambini.
 
L’Aquila. La nuova centrale atomica dell’Aquila, un prefabbricato costruito a tempo di record e consegnato simbolicamente da Berlusconi all’abitante più anziana della città, la signora Maria, non è mai entrata in funzione a causa di un equivoco: la signora Maria, sorda da diversi anni, ha capito che si trattava di casa sua, ci abita con i nipoti e usa il reattore per cucinare. Il costante odore di minestrone carbonizzato è fonte di continue lamentele da parte dei vicini. La signora Maria si giustifica sostenendo che è molto difficile regolare la temperatura del reattore: "Va benone per gli arrosti, ma per le cotture lente è un disastro. Se me lo dicevano prima, andavo a stare da mia sorella a Grottammare. Questo Berlusconi, ma quante frottole ci ha raccontato?".
 
Pericolosità. Le autorità giudicano strumentali le polemiche sulla pericolosità di una centrale atomica in zona sismica. "Se uno cade dal balcone, mentre precipita si preoccupa di avere il cancro? Si muore una volta sola, ragazzi! E non ci si può occupare che di una disgrazia alla volta". Applicando questa teoria, secondo la quale la somma di diverse catastrofi concomitanti è vicina allo zero, alcuni studiosi sostengono che la centrale nucleare ideale sorge in zona sismica, in bilico su un precipizio, sulla rotta di caduta di un meteorite, in un paese in guerra e in mezzo a una popolazione già affetta da una grave epidemia virale e falcidiata dall’assalto notturno delle bestie feroci.
 
Moda. Il pigiama di cemento armato, per dormire tranquilli anche in caso di radiazioni, sta diventando un vero e proprio status-symbol. Le principali maison italiane fanno a gara per disegnare nuovi modelli. Si va dal pigiama borchiato, con chiavistelli da venticinque chili l’uno al posto dei bottoni (Dolce & Gabbana), al pigiama etnico di Marras, ricoperto da sassi di fiume lavorati a rustico, alla spiritosa interpretazione di Roberto Cavalli, a forma di cassa da morto. 

L’ESPRESSO del 24 marzo 2011 

PUBBLICATO IL  agosto 6 -  News
Sei alleati sette strategie
 
Per la nuova guerra di Libia il ministro La Russa pensa di ricostituire la leggendaria Decima Mas. Intanto la Marinaè pronta a mettere a disposizione la nuova portaerei "Briatore" che fornisce cocktail
 
La crisi libica sta mettendo in evidenza l’impressionante forza d’urto delle potenze occidentali. Sei soli Paesi (Usa, Francia, Inghilterra, Germania, Italia e Canada) sono riusciti a mettere in campo sette strategie diverse, disorientando il nemico. Queste le posizioni in campo.
 
Francia. Sono stati richiamati alle armi i veterani della Legione Straniera, la cui esperienza bellica nel deserto è preziosa. La logistica non è semplice, perché ogni legionario deve essere accompagnato al fronte dalla sua badante. Il loro anziano comandante, il colonnello Jean Pernod, ha promesso a Sarkozy che riconquisterà anche l’Algeria. Polemiche per il cattivo stato di conservazione degli armamenti nucleari: le atomiche francesi sono conservate in caveau sotterranei e molte annate ormai sanno di tappo. Carla Bruni si è offerta di intrattenere le truppe eseguendo la sua nuova ballata "Je suis comme toi, tu est comme moi, trala-lalà, trala-lalà", ma è stata invitata a desistere da una risoluzione delle Nazioni Unite votata all’unanimità.
 
Inghilterra. Gli inglesi sono tradizionalmente favorevoli a qualunque tipo di guerra. Dalla battaglia di Hastings (1066) in poi, sono l’unico Paese al mondo che ha partecipato a tutti i conflitti del pianeta, saltando solo trascurabili episodi locali come la guerra greco-turca a Cipro, ma solo perché il loro ambasciatore a Nicosia, un etilista cronico, aveva dimenticato di spedire a entrambe le parti la dichiarazione di guerra. L’iniziale titubanza del premier Cameron dipende dal fatto che era convinto di essere già in guerra con la Libia da almeno un paio d’anni. I caccia britannici sono celebri per la destrezza dei piloti, che riescono a pilotare l’aereo suonando contemporaneamente la cornamusa. Canada. Ha messo a disposizione le popolarissime Giubbe Rosse, quelle a cavallo e quelle in canoa. Una volta risolte le difficoltà logistiche (bisogna caricare i cavalli sulle canoe) il contingente canadese, pagaiando con vigore, dovrebbe sbarcare sulle coste libiche nel marzo 2013. L’ultimo episodio bellico nel quale il Canada è rimasto coinvolto risale al 1913, quando il derby di hockey tra Toronto e Ottawa si concluse con 12 commozioni cerebrali e tre arresti.
 
Italia. Il nostro principale stratega è Petula Fox, una ex ballerina di lambada nominata da Berlusconi capo di Stato maggiore. "La guerra è una cosa così eccitante!", ha confidato la Fox ricevendo i giornalisti in bikini mimetico, "anche se non si sa mai cosa mettersi!". In una intercettazione, la madre di Petula la rimprovera per non essersi fatta regalare anche lei da Papi un autoblindo, "come quelle altre schifose". L’Italia metterà a disposizione degli alleati anche la nuova portaerei "Briatore", in grado di rifornire di cocktail e tartine le truppe italiane in qualunque luogo del mondo.
 
Usa. Obama sta cercando di mediare tra gli esperti militari del Pentagono, divisi tra falchi (due atomiche su Tripoli) e colombe (una sola atomica su Tripoli). Il generale O’Hara è stato sfiduciato per avere battezzato "Odissea all’alba" un’operazione militare iniziata alle cinque del pomeriggio. Le truppe americane sono attualmente impegnate in una settantina di missioni in tutto il mondo, di alcune delle quali la Casa Bianca non è informata. Obama ha manifestato vivo disappunto alla notizia che una divisione di marines è in Antartide, per fronteggiare una rivolta di pinguini, e un’altra è impegnata a Montmartre dove si sospetta che Bin Laden abbia trovato impiego come portiere d’albergo.
 

Decima Mas. Il ministro della Difesa La Russa avrebbe un asso nella manica: la ricostituzione della gloriosa Decima Mas. L’ultimo reduce, l’ammiraglio Valoroso Valorosi, che a novantasei anni è ancora in grado di attraversare in apnea il Tevere anche se nessuno glielo ha mai chiesto, è alla ricerca di giovani volontari che non hanno nulla da perdere. Sta esaminando i curricola dei ricercatori universitari italiani. 

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