Archive : Category

L’ESPRESSO del 15 aprile 2011 

POSTED ON August 6  - POSTED IN News
Si vota a Milano tra Expo e risciò 
 
Febbrile vigilia elettorale nella metropoli lombarda. La Moratti annuncia cambiamenti. Ma tutto ruota intorno a don Verzé e ai più affermati creativi milanesi della moda. Come Mara Troller Il sindaco di Milano Letizia Moratti sta vivendo una febbrile vigilia elettorale. Il sindaco Letizia Moratti dispone, per la propaganda, di una somma così esorbitante che il suo avversario Pisapia le ha proposto di finanziare, già che c’è, anche la campagna dell’opposizione.
 
Strategia. La strategia elettorale di Letizia Moratti è allo studio degli analisti politici di tutto il mondo. Promettendo una Milano finalmente nuova e moderna, induce l’elettore a chiedersi chi è il pirla che l’ha governata fino adesso. Si tratta di un abile stratagemma per mettere la Moratti comunque al centro della scena politica milanese, a poche settimane dalle elezioni. Per perfezionare anche nei minimi dettagli il suo piano, la stessa Moratti straccia i suoi manifesti elettorali davanti ai fotografi e li sostituisce con altri, perfettamente identici.
 
Expo. E’ ovviamente il fiore all’occhiello dell’amministrazione Moratti. Già in avanzato stato di realizzazione l’enorme scritta EXPO, in polistirolo dipinto, che campeggerà sopra un edificio ancora da stabilire. Per non dare adito a polemiche le quattro lettere sono state appaltate a quattro soggetti diversi (il costruttore Ligresti, i figli di Ligresti, la sorella di Ligresti e la Fondazione Ligresti) che però non riescono a mettersi d’accordo tra loro. Ciascuno di loro vorrebbe fare la O, che è la lettera più ambita perché la più facile da realizzare. A parte la scritta, tutto il resto è ancora in fase di discussione. Il progetto iniziale, di stampo ambientalista (trasformare Milano in un’enorme piantagione di fagiolini, e farne la capitale mondiale del fagiolino) ha subito qualche modifica: si faranno 20 nuovi quartieri, ma la tangenziale a sei corsie che li collega si chiamerà, in omaggio allo spirito originario dell’Expo, via del Fagiolino.
 
San Raffaele. Il devastante buco di bilancio del San Raffaele getta ombre sul futuro di Milano. Così come Torino dipende dalla Fiat, l’economia lombarda dipende in larga parte dal numero di analisi cliniche che il colosso ospedaliero di don Verzé riesce a fatturare alla Regione. I militanti di Comunione e liberazione, molto preoccupati dalla situazione, per sostenere il fatturato del San Raffaele fanno l’analisi delle urine ogni quattro ore. Ci si interroga, nel frattempo, su come abbia fatto don Verzé ad accumulare un debito di quasi un miliardo di euro. Perché, per esempio, ha acquistato una enorme fazenda in Argentina? Lui si difende sostenendo che si tratta, in realtà, del primo centro mondiale per mucche cardiopatiche.
 
Moda. Che cosa sarebbe Milano, senza la moda? Come si potrebbe fare a meno dei caratteristici eventi nei nuovi locali in plexiglas, dove alle sei del pomeriggio un giapponese transessuale presenta una nuova linea di forcine per capelli e puoi mangiare tartine di sgombro fianco a fianco con Mara Troller, Uri Bandon, le sorelle Spazzagno e i più affermati creativi milanesi? Che sensazioni imperdibili provano, i milanesi, quando vedono Porta Venezia illuminata da migliaia di fari color salvia e pervinca per celebrare la Settimana del Bottone?
 
Il sindaco Moratti ha in animo diversi incentivi per rafforzare il ruolo di Milano capitale della moda. Il primo è fare forti pressioni su ferrovie e compagnie aeree perché decuplichino il prezzo dei biglietti per Parigi. Preoccupa anche la piaga dell’anoressia: i marciapiedi milanesi verranno drasticamente ristretti per mettere più a loro agio modelle alte due metri e larghe quindici centimetri.
 
Chinatown. L’invadenza dei commercianti cinesi, che scaricano casse di pentole a ogni ora del giorno e della notte, è solo un ricordo. Allo scarico di pentole si è infatti aggiunto quello di pantofole di felpa, molto meno rumoroso. "Come vi avevo promesso, via Sarpi non è più un quartiere dominato dai cinesi", ha detto il sindaco Moratti, preceduta dal suono di un gong, affacciandosi da un risciò. 

L’ESPRESSO del 31 marzo 2011 

POSTED ON August 6  - POSTED IN News
Ogni regione ha la sua ricetta per una calda accoglienza ai profughi. Si va dai vagoni piombati del Veneto alle tovaglie di pizzo spedite dalla Moratti. Intanto non decolla il ponte Lampedusa-Tunisi promesso da Silvio Berlusconi a Lampedusa
 
Lo smistamento dei profughi di Lampedusa sta provocando un vivace dibattito nel mondo politico. Molte le soluzioni allo studio: dall’affondamento dell’isola con tutto il suo contenuto (Borghezio) fino all’adozione di un magrebino per ogni famiglia pugliese (la proposta è della Regione Lombardia). Vediamo nel dettaglio.
 
Veneto. La Regione Veneto fa osservare di essere strutturalmente impreparata a ospitare i profughi. Mancano i vagoni piombati per il trasporto. Utilizzare i normali treni locali italiani viene considerato inaccettabile dal punto di vista umanitario perfino dalla Lega. Più possibilista la Confindustria, che con l’arrivo di migliaia di immigrati prevede un forte incremento in almeno due importanti comparti: quello del filo elettrificato e quello dei randelli di frassino, caratteristica produzione della Val Pestagna.
 
Lombardia. A sorpresa, la Provincia di Varese ha prenotato 5 mila profughi. Ma si trattava di un equivoco: un funzionario inesperto credeva che i profughi di Lampedusa fossero biscotti tipici, come i baicoli di Venezia e gli amaretti di Saronno. Il sindaco Moratti, con una colletta tra le signore milanesi, ha inviato a Lampedusa 500 tovaglie di pizzo. I profughi le hanno molto apprezzate, pur trovandole un po’ coriacee anche dopo una prolungata bollitura. Mobilitata anche la Compagnia delle Opere, che ha vinto la gara d’appalto per costruire a Lampedusa un enorme ospedale per le malattie degenerative della terza età, diretto da don Verzé e convenzionato con la Regione Sicilia, dove un migliaio di immigrati dovrebbe trovare posto come lungodegenti, in attesa di invecchiare.
 
Sicilia. Impegnata nel settimo rimpasto dal 2009, la Giunta regionale ha offerto a due tunisini, appena sbarcati da un gommone, di entrare in maggioranza per salvare la stabilità di governo, attualmente formato da Noi Sud, Nuovo Sud, Per il Sud, Autonomisti autonomi, Lista Lombardo, Lista Sciumé, Autonomisti per Sciumé e Noi Sciumé. I due tunisini hanno accettato e formeranno il nuovo gruppo Responsabili d’Oltremare-Amici di Sciumé, dimettendosi per correttezza da Al Qaeda. Ancora incerta la posizione della mafia, divisa al suo interno: alcune cosche propongono di imporre il pizzo ai profughi, altre di ucciderli chiedendo il pizzo alle pompe funebri.
 
Emilia-Romagna. La tradizionale rete di solidarietà sociale della regione rossa per eccellenza si è mobilitata per fare fronte all’emergenza. Gli asili nido di Reggio Emilia, famosi nel mondo per la didattica avanzatissima, ospitano qualche centinaio di ventenni tunisini, molto contenti del vitto, ma di difficile integrazione quando gli si chiede di cantare "Il pulcino ballerino" battendo le mani. Le discoteche gay di Rimini hanno messo a disposizione 20 posti da cubista, ma i clienti si lamentano perché i nuovi assunti non capiscono le avances sessuali in italiano, e quando le capiscono li accoltellano.
 
Lazio. A Roma sono già arrivati 20 mila tunisini, 5 mila algerini, mille libici e una famiglia bielorussa, che ha approfittato della confusione. Ma l’impatto con la città è stato molto modesto, perché il casino è già tale che i nuovi arrivati passano inosservati.
 
Berlusconi. Il progetto del ponte Tunisi-Lampedusa (una sola campata), promesso dal premier a una decina di leader arabi nel corso di una degustazione di vini rossi a Casablanca, mette in imbarazzo il governo. "Le polemiche sono strumentali", reagisce Berlusconi, "perché il ponte prevede i due sensi di marcia, c’è chi arriva e c’è chi parte. Oltretutto i clandestini arrivano sui barconi, e anche un cretino può capire che un barcone non è in grado di viaggiare su un nastro d’asfalto". Pare comunque che il progetto fosse tecnicamente irrealizzabile: la rotatoria con deviazioni per Napoli e Tripoli prevista al centro del canale di Sicilia non offriva le necessarie garanzie di stabilità. 

L’ESPRESSO del 4 marzo 2001

POSTED ON August 6  - POSTED IN News
Uno chansonnier sui barconidi
Per allietare i migranti nel Mediterraneo, il nostro premier propone di dotare le loro navi di un pianoforte con il quale intonare i celebri brani di Trenet. Ma l’Onu interviene: "Non si può infliggere anche questa tortura"(04 marzo 2011) Panico in tutto il Maghreb alla notizia che l’Occidente intende occuparsi attivamente del futuro dei popoli arabi. Nel corso degli ultimi secoli lo ha fatto invadendo Africa e Asia, vendendo armi a sceicchi debosciati e dittatori pazzi, disegnando i confini degli Stati con il lapis e il righello. Pare che alcuni degli attuali Stati arabi siano frutto di una gomitata che ha accidentalmente urtato il tracciatore. In seguito al trattato di Casablanca i governi europei si sono impegnati a non tracciare mai più confini con il lapis, promettendo di usare il pennarello. Ma vediamo gli scenari futuri.
 
Europa. Le infrastrutture sono da tempo il core-business tra Italia e Libia, e difatti il governo provvisorio libico si è impegnato a ricostruire la Salerno-Reggio Calabria. In cambio, l’Italia dovrà annullare l’imminente visita di Berlusconi a Tripoli: il nostro premier è molto malvisto nel mondo musulmano per avere fatto lievitare a dismisura il prezzo degli harem. La Francia guarda con fiducia al futuro dei Club Méditerranée, che sono quanto rimane del suo impero coloniale: i vari eserciti di liberazione non hanno mai osato penetrare nei villaggi turistici per il terrore che gli animatori li coinvolgessero nei loro giochi. La Germania teme molto l’avvento di regimi islamisti perché questo darebbe la mazzata finale al sogno, mai sopito, di esportare würstel nei paesi arabi. Il Belgio, diviso da una feroce faida tribale tra valloni e fiamminghi, ha chiesto aiuto alla Lega Araba per risolvere la propria difficile situazione interna.
 
Usa. Sarah Palin, sostenuta dai Tea Parties, riconoscendo che il grande numero di Paesi arabi in fibrillazione rende molto complessa e delicata la situazione, ha proposto di bombardare un paese estratto a sorte. Ma la richiesta non ha potuto passare al vaglio del Congresso per un vizio di forma: la Palin aveva inserito tra i paesi arabi anche El Salvador e il Borneo. L’amministrazione Obama si distingue fortemente dalle precedenti perché i suoi esperti sanno dire correttamente "Maometto" e "minareto", impressionando favorevolmente la Lega Araba che non si aspettava una svolta così radicale nella politica estera statunitense. George Bush invece di minareto diceva oteranim perché gli avevano detto che l’arabo si scrive al contrario.
 
Emigrazione. Le associazioni umanitarie si sono rivoltate all’unisono contro la proposta di Berlusconi di munire ogni imbarcazione di migranti di un pianoforte, per eseguire personalmente a bordo le canzoni di Charles Trenet. Durissima la dichiarazione dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite: "� inaccettabile voler trasformare un viaggio della speranza in una condizione disperata come quella del crocerista". Gli eredi di Trenet gli hanno fatto inoltrare l’ennesima diffida legale, al termine di una contesa giudiziaria iniziata cinquant’anni fa, dopo la primissima esecuzione trenettiana di Berlusconi. Secondo gli esperti il processo che potrebbe essergli fatale è proprio l’imminente processo Trenet che si aprirà a Parigi in aprile, piemme la giudice Ilde Beau-Cassine. Mossa umanitaria della Lega, che per bocca di Borghezio ha promesso di non opporsi a nuove ondate di esuli dal Maghreb purché arrivino in Europa attraverso gli oleodotti.
 
Scambi culturali. Sull’altra sponda del Mediterraneo è molto seguito il telegiornale di Emilio Fede, perché vedendolo le masse arabe possono finalmente riscattarsi da ogni complesso di inferiorità nei nostri confronti. Più numerose le difficoltà e le incomprensioni tra le due culture. A Parigi si discute molto della durissima polemica scatenata da Bernard-Henri Lévy contro il mondo arabo dopo la forzata rinuncia alla presentazione, in un villaggio yemenita, del suo nuovo saggio "Après Sartre": le capre avevano mangiato le dieci copie spedite dall’editore. 

L’ESPRESSO del 11 marzo 2011 

POSTED ON August 6  - POSTED IN News
All’opposizione dei box stile Robin
Da Roma a Napoli a Locri si estende a macchia d’olio lo scandalo degli affitti di favore. La casta non arretra neppure di fronte all’evidenza. E a Milano la Moratti propone… (11 marzo 2011) Gabriele MorattiSempre più inquietanti i retroscena di Affittopoli. Nella capitale sono venuti alla luce affitti di favore risalenti all’epoca imperiale: Mariuccia Caracalla, discendente diretta dell’imperatore, paga per una casa al Colosseo una pigione di favore ancora calcolata in sesterzi. "Non è colpa mia," si difende la signora," se non esistendo più i sesterzi la mia famiglia non può più pagare l’affitto a partire dal sesto secolo".
 
Milano. Per tacitare le polemiche sul figlio, che ha trasformato un capannone in una villa in stile Batman, il sindaco ha messo a disposizione dell’opposizione alcuni box arredati secondo il gusto di Robin. La Lega conferma l’appoggio alla Moratti purché preservi le radici padane costruendo alloggi popolari in stile Bertoldo, con salami appesi e poster di Calderoli. Quanto alle case del Pio Albergo Trivulzio, l’amministratore unico, cognato di Mario Chiesa e cugino di Craxi, nega che le parentele possano avere influito sull’assegnazione degli alloggi. Secondo il Comune il patrimonio immobiliare della Baggina, compresi 40 attici a Brera, sarebbe frutto di donazioni delle vecchiette ricoverate nell’ospizio milanese. "Solo per disinfestarle dai gatti, rimuovere il televisore a valvole e smaltire tra i rifiuti speciali i centrini all’uncinetto, i nostri affittuari hanno speso un patrimonio. Non possiamo pretendere un canone troppo alto".
 
Roma. Gli enti benefici difendono la scelta di avere concesso i loro alloggi a politici e parenti dei politici: "Se no, perché ci chiameremmo enti benefici?". Emergono alcuni casi limite. Il senatore Sbargnana, che abita a Prati in un quadrilocale a 500 euro al mese, aveva capito che i 500 euro gli erano dovuti e li riscuoteva ogni primo del mese. Una palazzina dell’Ente Circo, destinata secondo statuto a trapezisti e acrobati, è stata sgomberata dalla Finanza che l’ha trovata occupata da un sottosegretario: a nulla sono valsi il travestimento da domatore e l’orso ammaestrato che ha aperto la porta agli agenti. Alcuni istituti sono anche accusati di pessima manutenzione: diversi appartamenti dell’Ente di Bonifica delle Paludi Pontine risultano allagati.
 
Vaticano. Secondo voci insistenti, un affittuario tedesco avrebbe a sua disposizione un intero quartiere, a soli dieci minuti dal centro, per il quale non pagherebbe un solo euro di affitto. Si tratta di un enorme palazzo con annessa basilica, musei e giardini, cappella affrescata da Michelangelo, doppio colonnato e prestigioso affaccio sul sagrato. Richiesto di spiegazioni, il facoltoso straniero ha sostenuto di avere regolarmente vinto il bando di assegnazione grazie ai molti punti in graduatoria, dovuti a un vecchio sfratto esecutivo da Avignone.
 
Napoli. La Cassa per il Mezzogiorno, benché sciolta da diversi anni, possiede ancora un centinaio di bassi di 15 metri quadrati ciascuno. Collegati da un tunnel, formano un unico appartamento di 1.500 metri quadrati nei quali l’assessore Cammaruolo e i suoi familiari circolano in automobile addebitando al Comune le spese per la benzina. Un consigliere regionale, sorpreso con la moglie mentre dormiva sul palcoscenico del Teatro Mercadante allestito per "Filumena Marturano", si è difeso sostenendo di essere Eduardo De Filippo. Ma non ha saputo giustificare le opere in muratura, i doppi servizi e la presenza di un grosso rottweiler, non previsto dal copione.
 
Locri. La famiglia Strangolo, che controlla l’assegnazione di tutti gli alloggi della Locride per meriti commerciali (suo il brevetto della cocaina spray), ha messo in vendita a scopo benefico tutte le ville-bunker progettate e arredate da Ciccio Mostrace, l’architetto della ‘ndrangheta, con stoviglie Jacuzzi (la minestra fa le bolle), sedie tigrate, piante carnivore, esponenti della cosca nemica impagliati e letti motorizzati che consentono di dormire in stanze diverse nella stessa notte. Per ora non si trovano acquirenti, ma si è fatto vivo un intermediario della famiglia Putin. 

L’ESPRESSO del 11 giugno 2010 

POSTED ON August 6  - POSTED IN News

 

Povero Saviano tra Fede e Califano

 


Marco BorrielloMarco Borriello


Dopo il calciatore Borriello, anche la cantante di pianobar Priscilla e il ventriloquo Jack Tabarini insieme al suo pupazzo Sbrendolo hanno criticato pubblicamente Roberto Saviano. Le accuse sono le più varie e fioccano ormai da tutta Italia. La principale è di avere tradito la fiducia del pubblico rimanendo ostinatamente in vita nonostante l’implicita promessa di morire eroicamente. 
"Questo discusso atteggiamento dello scrittore della Bassa Italia", spiega su "Libero" il columnist Gino Mica, "non può mica essere di esempio ai nostri giovani, che chiedono coerenza e mica chiacchiere. Se uno non ha mica le balle di ferro, allora mica deve mettersi in mezzo a dire e a fare che lui qui e lui là. E il popolo queste cose mica le manda a dire". Seppure malvisto da molti lettori per i suoi eccessi di intellettualismo, Mica è considerato il più autorevole commentatore di area leghista. Ma vediamo di aggiornare l’elenco degli attacchi a Saviano.

Califano Il popolare Califfo, pur manifestando una certa simpatia per chi dedica tanta attenzione alla malavita, ha espresso una affettuosa critica a Saviano: "Parlare male di Napoli è troppo facile. Perché non ha parlato male della Norvegia? Non lo fa nessuno, sarebbe stato più originale".

Un passante Intervistato da "Studio Aperto" nella rubrica di approfondimento "Venti secondi", un passante di Tivoli che stava uscendo da una tabaccheria ha dichiarato: "Non saprei, quale libro? 
Non conosco Sogliano, scusi ma la telecamera è accesa?". La cartomante e psicologa di "Chi" Tatiana Maroscia, presente in studio, ha commentato che la popolarità di Saviano è in evidente calo.

Un altro passante
 Intervistato dal Tg5 nella rubrica di approfondimento "Trenta secondi, in casi eccezionali addirittura quaranta", un passante di Tivoli che stava entrando in una tabaccheria ha risposto: "Ma l’ho già detto ieri alla sua collega, non so di che cosa parlate, chi è questo Taviano?". Il conduttore in studio ha sottolineato l’impressionante aumento delle opinioni contrarie a Saviano tra gli italiani. 

Sempre un passante Intervistato dal Tg4 nella rubrica di approfondimento "Fede spiega Fede", un passante di Como che fumava davanti a una tabaccheria ha dichiarato: "Ma allora è una persecuzione! Ieri ero a Tivoli, oggi sono qui a trovare dei parenti, possibile che dovete chiedere sempre a me chi è questo Mariano?". Emilio Fede, appena riavuta la linea, ha dichiarato chiuso il caso Saviano: "Non lo conosce nessuno. Se ne è parlato anche troppo".

Gli astri L’astrologo Gianni Masulich, rispondendo a un’ascoltatrice radiofonica che gli chiedeva l’oroscopo di Paola e Chiara, ha risposto che Paola e Chiara, secondo gli astri, avranno un mese di giugno fortunato, qualche piccolo guaio sentimentale e svilupperanno una forte antipatia personale per Roberto Saviano, i suoi libri e i suoi lettori.

Roberto Salviano È lo pseudonimo scelto da un giovane scrittore di Pozzuoli, autore del recentissimo caso editoriale "Go! Morra", un romanzo sulla camorra uscito il mese scorso, praticamente identico a "Gomorra" salvo che per un dettaglio: tutte le storie sono ambientate a Pozzuoli. Salviano accusa Saviano di averlo copiato di sana pianta.

Fausto Rattini Tartini Con un articolo sul "manifesto" l’anziano e indomito critico (espulso dal Gruppo 63, pur essendone fondatore, a causa dei suoi feroci attacchi al documento costitutivo, da lui scritto) attacca Saviano per avere confuso testo e paratesto, in un contesto influenzato dal pretesto. L’accusa, considerata gravissima, ha prodotto una feroce disputa tra i lettori del quotidiano comunista, i redattori, i direttori in carica e gli ex direttori. L’intero carteggio sarà raccolto in un numero speciale del "manifesto" che andrà in edicola al prezzo politico di 2 mila euro
.

Back to Top